GP Imola 2021 – Analisi comparativa
A Imola si è appena disputata la seconda qualifica stagionale che è valsa a Lewis Hamilton la propria 99esima pole position in carriera. Il 7 volte campione del mondo ha riportato davanti a tutti, nella giornata del sabato, la propria Freccia Nera che aveva mancato la prima posizione nella gara inaugurale in Bahrain. Nonostante il giro più veloce di giornata, per il team guidato da Toto Wolff il tempo mostrato oggi è stato il peggiore in termini di paragone rispetto al 2020.
A differenza di quanto visto tre settimane fa nel deserto bahrenita, in Emilia-Romagna ben due squadre sono riuscite a migliorare la propria prestazione rispetto alle qualifiche che si sono disputate il novembre scorso.
La migliore tra tutte è stata la McLaren che in mezzo anno ha limato poco meno di un decimo, facendo registrare anche il miglior passo in avanti nel primo settore, con 137 millesimi guadagnati. Praticamente invariato il tratto centrale, mentre è di poco più lento quello conclusivo. Se non ci fosse stato l’annullamento del tempo di Norris in Q3, parleremmo di più di un decimo guadagnato a Woking.
Bene anche la Williams che con un passo in avanti fatto nei settori due e tre è riuscita, oltre a portare Russell e Latifi nel Q2, anche a migliorarsi di mezzo decimo. Senza la riduzione di carico causata dal regolamento 2021, probabilmente la squadra di Grove potrebbe vantare un miglioramento più netto, simbolo di un buon percorso di ripresa dell’ex squadra guidata da Claire Williams.
Terzo posto in questa classifica speciale per l’Alfa Romeo che, così come la passata stagione, anche questa volta ha dovuto salutare il gruppo dopo la prima manche. Nonostante il 16° e 17° tempo, il tempo registrato da Raikkonen è giusto 21 millesimi più lento rispetto a quello di novembre. Sicuramente, se Antonio Giovinazzi non fosse stato ostacolato da Mazepin durante il suo giro lanciato, il pugliese avrebbe potuto portare la squadra elvetica tra i team in “verde”. Il miglioramento della C41 si nota soprattutto nel primo e terzo settore, grazie agli upgrade motoristici arrivati da Maranello nel 2021.
Sotto il decimo più lento rispetto al 2020 c’è anche l’Aston Martin che così come qualche mese fa prende in considerazione il tempo nel Q2. Tra Pérez e Stroll la differenza è di appena 77 millesimi con il tratto più guidato a creare difficoltà, così come visto già qualche settimana fa in medioriente.
Il discorso fatto per Alfa Romeo non paga allo stesso modo per la Ferrari che guadagna sì mezzo decimo nel primo settore, nel confronto con la SF1000, ma non è altrettanto brillante nel tratto finale, perdendo addirittura due decimi. Una guida più precisa avrebbe potuto far guadagnare qualcosa, ma probabilmente non abbastanza da sorridere nel confronto. La Rossa, grazie a Leclerc, riesce a peggiorare il tempo di sei mesi fa di soli 124 millesimi.
Dalla Red Bull, sesta in questa classifica, in poi, i distacchi iniziano ad essere più pesanti. La squadra austriaca non ha replicato la pole del Bahrain, ma non è nemmeno riuscita ad avvicinarsi al tempo registrato lo scorso anno. Quasi 3 decimi di ritardo nel confronto, pagati nel secondo e terzo settore. Purtroppo il miglioramento della Power Unit Honda non ha contribuito abbastanza per strappare nuovamente la pole agli avversari, per un soffio.
La Haas continua a mantenere il fondo della griglia, ma almeno a Imola non è stata quella che è peggiorata di più. Come Alfa Romeo, nel primo e terzo settore ci ha pensato il motore Ferrari a tamponare il deficit della vettura, facendo perdere in totale un decimo e due. Il massacro è però arrivato nel tratto misto in cui il team statunitense ha pagato oltre due decimi.
In casa AlphaTauri si è passati dal quarto posto di Gasly del 2020 al quinto di quest’anno. Solo 50 millesimi hanno separato il francese dall’ennesima impresa nella gara di casa della sua squadra. Nel confronto con la sessione autunnale, la AT02 ha pagato quasi quattro decimi, con il primo e terzo a confermare la buona potenza del propulsore Honda, mentre quello centrale è il più problematico, a causa dei cambi regolamentari, come per quasi tutti i team.
Penultima piazza per l’Alpine che sia lo scorso anno vantava il quinto posto al via con Ricciardo e oggi solo il nono con Ocon, con Alonso addirittura quindicesimo. Il passo indietro della compagine francese, visto già in Bahrain, lo si conferma anche in Italia con la squadra transalpina che paga maggiormente nel tratti più veloci, con il terzo che è addirittura il peggiore di tutta la griglia, mentre riesce a cavarsela in quello più tortuoso. Il gap in pochi mesi è pesante e si attesta sui sei decimi.
A chiudere la classifica, fa strano a dirlo, è la Mercedes che però si consola mantenendo la pole che aveva conquistato qui già la passata stagione. Cambia solo il poleman che da Bottas (oggi 8°) diventa Hamilton. Il passo indietro, per chi aveva più da perdere, è superiore ai due decimi in tutti e tre i settori, con il più guidato che ovviamente è anche quello più problematico. Qui la Freccia Nera ha lasciato 327 millesimi, tagliando il traguardo con 8 decimi di ritardo rispetto all’1:13.609 di Bottas dell’anno scorso.
Autore: Marco Colletta – @MarcoColletta