Formula 1

Il Gattopardo e la Formula 1 che riparte in Bahrain

Il Gattopardo e la Formula 1 che riparte in Bahrain


Stupore. Gioia. Giubilo. Il 2020 bis che all’improvviso si tinge di imprevedibilità. Infine una amara consapevolezza: tutto cambia affinché nulla cambi. Riassumerei così, a grandi linee e con una citazione del Gattopardo di Tomasi, ciò che ho visto a Sakhir nel primo weekend della stagione 2021. In apparenza, abbiamo assistito ad un rimescolamento delle carte avvenuto pur senza un forte cambiamento regolamentare, con la Red Bull capace di fare la pole e di giocarsi la vittoria fino all’ultimo giro. In pratica, la Mercedes si è nascosta ed Hamilton ci ha regalato l’ennesima masterclass di gestione delle gomme e di grande lucidità mentale nei momenti più delicati della gara, portandosi a casa i primi 25 punti dell’anno.

In apparenza, una grande battaglia per la vittoria tra due autentici fuoriclasse, dove soltanto un eccesso di zelo del muretto Red Bull ha tolto a Verstappen il primo sigillo stagionale. In pratica, la massima categoria mondiale dell’automobilismo resta vittima di sé stessa e dei propri regolamenti scritti male e applicati peggio, con i track limits a rovinare il tanto agognato spettacolo del ruota a ruota. In apparenza, una Ferrari che si riaffaccia nelle posizioni che contano, grazie a Leclerc (leggi qui l’analisi on board) che la mette miracolosamente in seconda fila e ad un Sainz (leggi qui l’analisi on board) subito a suo agio con la SF21. In pratica, Charles è sesto al traguardo, dietro a Perez che è partito dalla pit lane, con un minuto di distacco all’arrivo che è praticamente più di un secondo al giro dal leader.

In apparenza, il ritorno di uno straripante Fernando Alonso, uno che a 39 anni dopo due stagioni lontano dal Circus si qualifica subito in Q3 con una nonchalance degna dei più grandi di sempre, mentre il suo compagno di squadra va fuori in Q1. In pratica, la solita sfortuna dell’asturiano che si ritrova tra le mani l’ennesima vettura indecente, probabilmente superiore soltanto a Williams e Haas, costretto infine al ritiro per colpa… della cartaccia di un sandwich.

In apparenza, una Mercedes rosa viene ridipinta di verde per sognare in grande con un brand storico e l’ingaggio di un quattro volte campione del mondo ancora 33enne. In pratica, il suddetto pilota fatica a capire la Aston Martin (che non è la Alpine), arriva dietro a Stroll (che non è Ocon) e conclude il weekend con un tamponamento che vanifica un bel tentativo di rimonta. Nell’epoca dell’apparenza, la Formula 1 deve trovare urgentemente il modo per allontanarsi dalla sua indole gattopardesca: in attesa della trasformazione 2022 dunque, in bocca al lupo a Max Verstappen. Le speranze di tutti gli appassionati, al netto del tifo, passano inevitabilmente per le sue mani.


Autore: Marco Santini

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