Formula 1

Istinto e passione

Istinto e passione


Leclerc agita, coinvolge, infiamma. Il suo istinto bellicoso è fuoco allo stato puro, per cui non esiste estintore abbastanza potente. La sua miccia è pronta a esplodere anche quando, e soprattutto dove, nessuno se lo aspetterebbe. Charles è capace di dare vita all’imprevedibile, spesso sfiorando l’impossibile, grazie a sorpassi audaci, a manovre decise. Non esistono freni nella sua mente e ben pochi limiti allo smisurato talento. Eppure, a guardarlo da fuori, gentile nei modi, pacato negli atteggiamenti, la risposta sempre adeguata e calzante, sembrerebbe ostaggio della più pura razionalità.

Ma non facciamoci ingannare dalla delicatezza di quel viso, da quel sorriso aperto pronto a dispensare pace. Leclerc è un lottatore nato, uno di quei piloti con la cattiveria nel sangue, avvezzo a non lasciare nulla d’intentato. Non fossero bastate le strabilianti conferme nelle categorie minori, lo abbiamo compreso fin dal suo scalpitante esordio in Formula Uno con la modesta Alfa Romeo Racing. Poi è stato il momento di saltare su un cavallo di razza, la monoposto Rossa dei suoi sogni. E lì ha stupito immediatamente, mostrando velocità e perizia, tanto da essere sul punto di vincere alla seconda gara con la Ferrari, in Bahrain, esattamente due anni fa.

Un biglietto da visita di tutto rispetto, specie considerando gli affanni che iniziavano ad azzoppare il Cavallino. Episodi che avrebbero generato difficoltà e incidenti, contribuendo a una difficile ascesa. Per gli altri forse, ma non per Leclerc, capace di imporsi con sette pole position e due indimenticabili vittorie. Charles conquista gli animi, li avvolge, li sconvolge. Perfetto e chirurgico quando necessità chiama, impetuoso e funambolico quando l’estro prende il sopravvento. Uno squisito mix di ragione e sentimento, in grado di dare vita a un equilibrio perfetto.

Ma guai a scambiarlo per un algido, perché il monegasco precisa: “Vivo questo sport con passione e dedizione. Non sarò mai un pilota freddo e calcolatore. Ci sono però alcune cose a cui devi pensare nel modo giusto mentre sei in pista, ecco il motivo per cui cerco di essere per il 55% razionale e per il 45% istintivo. Ricordo quanto è stato bello vedere i miei idoli sul podio in passato, dunque sono consapevole di quanto serva essere perfetti per raggiungere quegli obiettivi.

Librarsi in scia all’istinto e calibrare ogni mossa nel modo più opportuno. Ecco la ricetta di Leclerc, che si nutre di foga, ma al contempo si disseta con razionalità. La sua fame è ingorda, resa ancora più vorace da un anno di stenti, trascorsi a rincorrere la singola occasione, la minuscola opportunità, quel soffio di gloria che avrebbe potuto scalzarlo da un pressante anonimato. Ma Charles anonimo non potrà esserlo mai, sospinto sulle ali di un folle volo, di un’ascesa caparbia, di una fascinazione maliarda.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Senza rinnegare il passato confessa apertamente: “da bambino ero davvero pazzo“. Impeto ed emozioni che ha imparato a gestire nel modo più opportuno con il passare degli anni, lavorando su se stesso, cesellando le sue attitudini, ottenendo una solidità mentale da primato, data la giovane età. Eppure Leclerc va a caccia di quel ricordo, lo ribadisce, per far comprendere la sua essenza, per gridare al mondo la sua sostanza. Basta scorgere la vampata baluginante nei suoi occhi per avvedersene, quegli ‘occhi di bragia‘ che non appartengono a un demone, bensì a un angelo agitato da vincente passione.


Foto: Alessandro Arcari – @berrageizFerrari

Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

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Veronica Vesco