Formula 1

Analisi on board Bottas – Gp Portogallo 2021: un calo di potenza fatale

Alla terza gara stagionale è già tempo di tirare le somme per Valtteri Bottas. Dopo il podio scialbo in Bahrain e il complicatissimo week end imolese chiuso con un incidente che poteva avere ben altre conseguenze, il finnico deve spiegare innanzitutto a se stesso che ruolo vorrà giocare in questo campionato: protagonista in lotta per l’iride o comprimario a servizio del team?

Dopo un sabato da leoni in cui riesce a leggere benissimo le condizioni della pista e del vento andandosi a prendere la pole position beffando Lewis Hamilton per soli otto millesimi, in gara perde nuovamente il confronto col compagno di garage e con Max Verstappen. Si accontenta suo malgrado di una terza piazza che sa di delusione considerando le premesse e la posizione di vantaggio che occupava allo start. Ma vediamo come si sono dipanati i 66 giri dell’ex Williams.

Il Gran Premio del Portogallo si disputa con condizioni atmosferiche ideali: il vento che ha tanto condizionato le qualifiche è stabile e soffia ad una velocità di 2,5 km/h. La temperatura dell’aria è di 20° circa, quella dell’asfalto, nel momento dello start, è di 40,1°C. La vettura n°77 monta pneumatici a compound medio, analoga condizione degli altri piloti che occupano le prime due file. Con il canonico conto alla rovescia che precede l’inizio del giro di formazione prende il via la nostra analisi. Ai novanta secondi viene avviata la power unit. Dalla vista frontale si nota il continuo sbattere di palpebre del pilota che abbassa la visiera quando mancano 45 secondi. Musconi dà il via e il giro può partire.

Come accaduto per Hamilton, anche Bottas passa l’intera tornata a scaldare certosinamente le gomme per metterle nella corretta area d’utilizzo. Preparandole, di fatto, per la partenza che è uno dei momenti critici per la W12. Valtteri si sistema nella sua piazzola e attende che l’Ing. Riccardo Musconi gli dica che l’ultima macchina si è schierata. Allo spegnimento dei semafori lo scatto è pulito, non si avvertono pattinamenti evidenti. Tant’è che difenderà la posizione in tutta tranquillità scartando leggermente a destra per coprire l’abbozzato attacco di Hamilton per poi rientrare a sinistra ed impostare la prima curva destrorsa.

L’ingegnere comunica il distacco sul secondo pizzato e suggerisce la posizione STRAT 11. Si tratta, come abbiamo imparato a capire nei capitoli precedenti, della configurazione della parte endotermica della power unit. Una mappatura abbastanza conservativa in una fase nella quale è necessario gestire al meglio la vettura a pieno carico di carburante.

All’inizio del secondo giro entra la Safety Car e Musconi avverte prontamente il pilota spiegandogli che il cordone di vetture dovrà transitare all’interno della pit lane per evitare i detriti sparsi in pista dall’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen. Da notare che il tecnico italiano dà preciso comando di fare attenzione alle gomme, ancora una volta a sottolineare la particolare premura che serve per farle rendere al meglio.

Contestualmente è deliberato il comando HPP che da 4 passa a 12 per poi ripassare a 5. Si tratta di settaggi della parte ibrida del V6 della Stella a tre punte. Durante i giri sotto S.C. vengono fornite informazioni sullo stato della pista, con continui riferimenti ai detriti presenti sul rettilineo. Inoltre si intima di mantenere in finestra la temperatura dei freni. Pare che quelli posteriori siano parecchio caldi. Infatti arriva l’indicazione di raffreddarli per poi passare, poco prima del restart, sul fronte ibrido, ad HPP-1 e sul versante endotermico a STRAT-5 (configurazione solitamente più aggressiva). Contestualmente si suggerisce di spostare il brake balance sull’anteriore. Bottas risponde col rituale “Ok copy” in una comunicazione poco nitida. La radio del finlandese tende sempre a gracchiare parecchio.

Alla ripartenza Bottas rallenta il plotone quasi fino alla linea del traguardo. Manovra efficace visto che Hamilton non riuscirà ad infastidirlo. Anzi, sarà Vertappen ad avere la meglio sull’inglese diventando, in questa fase, il rivale principale in gara.

In regime di Safety Car le indicazioni di Musconi sono state costanti e dettagliatissime, quasi a guidare il pilota in una fase di preparazione alla ripresa delle operazione. Questa cosa marca la differenza con quanto accade del box adiacente: Hamilton viene solitamente investito da meno notizie. Nei giri successivi il tecnico si limita a rendere edotto il suo pilota sui distacchi dal secondo. Arriva poi la direttiva relativa alla possibilità di usare il DRS e che Verstappen lo ha aperto alle sue spalle:

Subito dopo si ribadisce STRAT 5, una mappatura che si rende necessaria per difendersi dagli attacchi della RB16B che si fa minacciosa negli specchietti. Al giro 11 cambia lo scenario alle spalle di Bottas: Hamilton sopravanza Max. L’ingegnere di pista avverte: “Lewis is the car behind, 1.3“. Il distacco sul campione del mondo cala abbastanza in fretta tanto che arriva in zona DRS già nella tornata n°13.

Il primo, vero, momento chiave della domenica del finalndese arriva a 1/3 di gara, quando Hamilton effettua il sorpasso. Sgombriamo il campo da equivoci: nessun team order arriva da Musconi. Nè da Toto Wolff. Il duello è vero e Bottas deve cedere il passo per un ritmo evidentemente meno efficace rispetto a quello del 44.

Riavvolgiamo il nastro: il finnico di Nastola stava spingendo nei giri che precedevano il sorpasso, lo si notava chiaramente dai movimenti sul volante diventati improvvisamente più nervosi, quasi scattosi. Bottas continua a guardare nel retrovisore di destra alla fine della retta di partenza. È quello il punto più pericoloso. Arriva comunicazione sulle gomme in riferimento ad Hamilton. Un messaggio che sa di tentativo di conferire calma al pilota

La manovra di Hamilton ha successo all’inizio della tornata 20. Poco prima Musconi comunicava che erano sette i decimi di vantaggio su Lewis. A metà rettilineo Valtteri prova a resistere occupando il centro del tracciato. Nulla da fare, la scia è troppo potente e il DRS fa il resto: Hamilton si affianca all’esterno, tira una staccata secca e si prende la testa della corsa con Bottas incapace di abbozzare una reazione.

Nessuna replica verbale da parte del pilota che resta concentrato sulla guida e ascolta i distacchi che il suo ingegnere gli comunica in maniera cadenzata. Al giro 25 l’ingegnere imolese chiede un balance check a Bottas che risponde così:

Altro momento topico del GP si manifesta al giro n°36. Verstappen, impossibilitato a sopravanzare in pista l’avversario, si ferma ai box per montare gomme hard. Tentativo di undercut in piena regola dal quale il portacolori della Stella a Tre Punte dovrà difendersi. Nel frattempo il distacco da Hamilton si è fatto abbastanza importante.

Bottas viene avvertito della sosta del portacolori della Red Bull e gli si dà più potenza dall’ibrido per difendersi dall’undercut.

Contestualmente viene avvisato che monterà gomme hard e che non vi saranno cambi sull’incidenza dei flap anteriori. Segnale che a fine giro sarà tempo di pit stop. La chiamata arriva due curve prima della corsia d’ingresso box. Musconi avvisa di settare la frenata sulla modalità box e di impostare la frizione su posizione base “Clutch Standard“. Siamo al passaggio 37.

Il cambio gomme è rapido ma non basta per rimandare in pista Bottas sicuro della posizione. Verstappen è vicinissimo all’uscita dalla corsia del finnico e gode di maggior aderenza in virtù di pneumatici giù in perfetta temperatura. Cosa che non può dirsi della vettura 77 che scoda vistosamente e consente il rientro dell’olandese che si fonda sulla preda facendone un sol boccone. Bottas fa una derapata netta in uscita di Curva 3: è il momento in cui si capisce che non ce ne sarà per replicare. La Red Bull si affianca all’interno della piega successiva e spinge con astuzia la 77 sul lato sporco della traiettoria. Ulteriore scodata in accelerazione per la Freccia Nera che non può far altro che osservare gli scarichi della RB16B farsi più piccoli.

Bottas è ora quarto perchè Perez è ancora in pista per il suo primo stint. Il distacco da Max si fa subito importante, ma col passare dei giri il passo migliora con le Pirelli entrate nella finestra consona. Anche se va osservato che con questo treno di hard il comportamento della W12 del finlandese è meno neutro. Poco alla volta la vettura dell’alfiere Mercedes inizia a rosicchiare parte del gap dalla monoposto n°33. E’ il momento in cui si ha la percezione che l’attacco possa concretizzarsi non appena si entra in zona DRS.

Come successo ad Imola, Toto Wolff si apre in radio per incitare il suo pilota. È tanta la foga che attanaglia il team principal austriaco che addirittura sovrappone la sua voce a quella di Riccardo Musconi che stava comunicando il distacco da Verstappen. Wolff sottolinea con enfasi che la 77 è la vettura più veloce in pista. Dato confermato poco dopo dall’ingegnere imolese.

Il risultato del messaggio motivazionale stavolta è immediatamente visibile: al passaggio 46 Bottas sigla il giro veloce e, nelle tornate successive, il ritmo è tale da ridurre sotto i due secondi il gap dall’olandese. Cinque passaggi dopo il distacco è di 1.2 secondi. Arrivano indicazioni sulla gestione delle gomme posteriori. Musconi dice di fare attenzione allo spinning in uscita di curva 4. Da come sfrutta i cordoli si percepisce che Bottas s’è messo a caccia della Red Bull e il tecnico arringa il pilota dicendo di migliorare nel terzo settore.

Bottas scala di una posizione al giro n°52 quando Sergio Perez, appena superato da Lewis Hamilton, si ferma per effettuare la prima sosta ai box. Il podio per il finlandese è in banca a meno di clamorosi problemi. Che rischiano di manifestarsi a dodici giri dal termine quando si apre in radio lamentando un calo di potenza che sarà riconducibile al malfunzionamento di un sensore. I tempi in effetti avvalorano questa tesi visto che in un solo passaggio il distacco da Verstappen raddoppia. Sembra l’inizio di incubo che per fortuna si spezza quasi subito, anche se il repentino incremento del distacco pone una pietra tombale sulle chance di chiudere al secondo posto.

Ad ascoltare attentamente l’audio si nota che Valtteri, nel rettilineo del traguardo, infila l’ottava molto in ritardo, quasi a voler verificare la tenuta della power unit. Dopo Curva 1 ribadisce che la perdita di potenza è ancora in corso. Musconi, con calma quasi olimpica, ricorda di impostare l’ibrido sulla posizione di default HPP 3-5. La vettura sembra rispondere alla sollecitazioni. Dal muretto chiedono se la potenza è tornata: “Let me know if the power is back“. Bottas risponde affermativamente. Ecco l’audio dello scambio di vedute:

Il problema temporaneo costa quasi quattro secondi di aggravio. Ora Verstappen è ad oltre cinque secondi e, ad undici passaggi dalla conclusione delle gara, recuperare è pressoché impossibile. A questo punto il GP di Portimao diventa un esercizio di gestione del materiale meccanico e si inizia a ragionare sulla possibilità di fermarsi ai box per montare gomme soft e strappare il punticino del giro veloce.

Musconi sottolinea che c’è la possibilità di ottenere il giro veloce con una sosta suppletiva che si può realizzare in tutta comodità visto il distacco su Perez. Viene imposta modalità PLUS 1 e, contestualmente, comunicato che Perez è un secondo più lento nel race pace.

La sosta avviene all’inzio del penultimo giro. Indicazioni di rito su tipologia di gomma che sarà montata (rossa, nda) gap su pilota che segue (Perez) e frizione.

Prima di partire per l’assalto al giro veloce Musconi suggerisce STRAT 5, la mappatura dell’endotermico che il duo Mercedes usa in gara quando c’è da fare sul serio. Il passaggio più rapido arriva in 1’19”865. Subito dopo è Verstappen che, replicando la strategia della Mercedes, soffia il punto al finlandese. Ma il record sarà eliminato perchè i sensori hanno appurato che la RB16B ha superato i track limits. Bottas può chiudere la sua gara con la piccola soddisfazione del punto extra che di fatto aiuta più Hamilton che se stesso.

La gara si conclude con Musconi che annuncia le posizioni di arrivo e che Max Verstappen ha perso il giro veloce. Colpisce il silenzio glaciale di Bottas che non ribatte nè lascia commento alcuno.

Un Gran Premio del Portogallo che nasceva con ben altre premesse data la pole position e che si conclude con un terzo posto che ha l’amaro sapore del disincanto. Sul passo gara Bottas nulla ha potuto nei riguardi del compagno di scuderia, ma c’è la sensazione che poteva fare meglio nel momento chiave del ritorno in pista, dopo il primo pit stop. Nell’attacco subito è sembrato troppo morbido, quasi arrendevole. La tentata rimonta, ad acuire un momento non proprio positivo, è stata mortificata da un evidente calo di potenza che abbiamo puntualmente descritto.

Un’attenuante più che concreta che però non annulla una dato preoccupante: su 15 partenze al palo, Bottas ha vinto solo 5 volte. Una percentuale troppo bassa a questi livelli, specie se si ha tra le mani una monoposto che è sempre stata al top delle performance. La sensazione è che la gara di domenica abbia formalizzato, se ancora ce ne fosse bisogno, il ruolo di comprimario di Bottas in una stagione che lo vedrà probabilmente non troppo spesso protagonista assoluto. Il GP di Spagna è alle porte, il finnico saprà ridare un senso alla sua stagione?

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto:F1TV

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Diego Catalano