Sebastian è tornato. O forse, più semplicemente, non se n’è mai andato. Con buona pace dei detrattori incalliti, dei bolsi felini da tastiera, di certa stampa dalla lingua biforcuta. Vettel la spunta nel Gran Premio degli errori, quello da dentro o fuori. Quello in cui anche una minima distrazione può costare più di un diamante, anche se dura solamente lo spazio breve di un secondo.
Sebastian invece il suo attimo buono lo trova due volte. In qualifica, con un ottimo tempo. In gara, pennellando traiettorie cesellate, rapidissime. Un giro che vale oro e che gli permette, una volta rientrato dopo il cambio gomme, di sopravanzare Gasly con una manovra da brivido. Saranno due le posizioni guadagnate da Seb grazie a quella mirabile tornata, che porta alla mente un altro casco, un altro tedesco, una memoria ormai lontana. Vettel è impeccabile come il suo eroe, fa tutto alla perfezione. Si cuce addosso una strategia ideale, la porta avanti con il piglio deciso dell’esperienza, gestisce e calcola come d’abitudine.
Sebastian vede la luce, astuto e conservativo quando serve, dannatamente veloce quando può. La sua mente è un computer che analizza e sintetizza. Nulla lo distoglie dall’obiettivo: occhi fissi sul traguardo, piede sul velluto, voce salda e sicura. Vettel stende sotto di sé un tappeto rosso e onora Montecarlo nel migliore dei modi. Non cede alle lusinghe dell’ingordigia, ma mette al sicuro un quinto posto che rappresenta una piccola vittoria. Dieci punti sospesi sul filo, nei giri restanti che lo dividono dalla bandiera a scacchi. Nel Principato chi sbaglia paga. Paga Leclerc sempre pronto a combattere. Paga Mercedes, fuori forma e fuori di senno.
Sebastian invece riscuote il suo credito. Con la fortuna e con il suo talento. Mentre alcuni grandi arrancano lui vola, Piccolo Principe che ha finalmente addomesticato la sua volpe. Honey Ryder non è più una pigra tartaruga che galleggia sgraziata lungo le curve dei circuiti. Si è trasformata in un geco, agile e rapido, pronto a inerpicarsi tra le strettoie monegasche. Da bruco a farfalla, insomma, giusto in tempo per il grande ballo.
Non manca nulla nella giornata di Sebastian, insignito anche del ‘titolo’ di ‘driver of the day‘. Un giusto riconoscimento da sfoggiare tra i nobili del piccolo reame. Vettel scrive e racconta la favola a modo suo. Al venerdì è un pirata, un corsaro dall’occhio bendato che naviga comunque con il vento in poppa. Sabato è un cavaliere al galoppo che raggiunge le alture, dominando il gruppo dei potabili avversari. Domenica è un prode condottiero, che pianifica l’assalto e sguaina la sua spada regalando il sussulto più bello di tutta la gara. Un sorpasso deciso, di quelli che fermano il cuore. Una manovra che si lascia immaginare, perché non inquadrata nella sua poderosa vitalità, e stuzzica la nostra fantasia.
Torniamo tutti un po’ ragazzini, felici di aver letto una fiaba a lieto fine. Sorridiamo incantati guardando quel luogo dalle strade strette, dominate da un castello. Ricordiamo e sogniamo, perché ogni metro di quell’asfalto è storia e custodisce un racconto, un dolore, una gioia. A Montecarlo, Sebastian è un Re senza corona e senza scettro, ma questo non gli impedisce di far risplendere il suo blasone. Quello di chi è stato e resta un inestimabile campione.
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Aston Martin, F1