Il weekend monegasco in casa McLaren è stato la fedele immagine del complessivo andamento della stagione, dopo cinque gare disputate: uno specchio a due facce. Una luminosa, ammaliante e colorata, appartenente a Lando Norris; l’opposto riflesso deformato, opaco, indefinito, quello di Daniel Ricciardo. I due alfieri color papaya hanno vissuto il fine settimana in cui il loro split prestazionale si è maggiormente evidenziato fin dalle prove libere. Andando a vedere i migliori tempi sul giro, infatti, si evidenzia come in ogni sessione abbiano percorso tendenzialmente un numero di giri simile (Ricciardo sempre una manciata in più), ma il loro distacco sia ammontato sempre ad un secondo, a vantaggio di Norris. La musica non è variata in qualifica: Lando quinto e Daniel fuori dalla Q3 con il dodicesimo crono; si tratta della seconda volta in stagione, dopo il Portogallo, in cui l’inglese è partito davanti al compagno di squadra.
Ma è ripercorrendo la storia delle cinque corse targate 2021 che il quadro si compone nella sua interezza: GP di Spagna a parte, Norris ha sempre tagliato il traguardo davanti all’australiano, anche partendogli dietro, andando due volte a podio (Imola e, appunto, Monte Carlo). Ed ecco qui la classifica mondiale attuale dei due che, riguardando a tutti i GP, si è articolata: Lando terzo a 56 punti, Ricciardo ottavo con 24.
Il fine settimana trascorso fra le stradine e marciapiedi del Principato, però, sottolinea impietosamente, come detto, il contrapposto rendimento dei due, anche perché McLaren non aveva mostrato un buon passo: eppure Norris è arrivato terzo. Un risultato decisamente da ascrivere al pilota che ha sovrastato di netto il potenziale della propria vettura.
Tutto ciò, mentre Ricciardo si barcamenava costantemente nelle retrovie senza mai mostrare nemmeno un briciolo di competitività. Ed è proprio ripensando a due fatti attinenti ad Honey Badger che la sua mancata performance a Monaco impressiona di più. Uno: l’australiano, in Portogallo, aveva dichiarato di credere nella propria vittoria qui; due: gli era riuscito nel 2018 su Red Bull (giungendo sotto la bandiera a scacchi con sei marce) e nel 2016 perse la gara a causa di un clamoroso errore (sempre in Red Bull) durante il pit stop: gli pneumatici non erano pronti e la sosta durò più di 13 secondi.
Insomma, questo per dire che Daniel a Montecarlo è stato ripetutamente competitivo e per tale motivo si è sbilanciato in quella ottimistica dichiarazione. A posteriori, un errore di valutazione marchiano che rivela, forse più d’ogni parola o analisi esterna, le difficoltà che il pilota sta trovando con la MCL35M che finora non riesce a far sua, soprattutto in gara, nel puro passo sulla lunga distanza. Lo scorso anno, all’annuncio del suo ingaggio da parte del team di Woking, qui scrissi che si sarebbe trattato di un vero esame di maturità, il cui esito, per essere positivo, avrebbe dovuto coincidere con la leadership all’interno della squadra e con il ruolo di guida per il consolidamento della sua crescita. Purtroppo, non sta accadendo.
Il faro del team è evidentemente Norris, in modo assolutamente meritato e, quindi, legittimo. Forse, più della maggiore esperienza in senso lato dell’australiano, cioè degli anni corsi in F1, sta pesando quella di Lando nella squadra, con cui corre dal 2019. Ogni elemento è attualmente a favore del ragazzo di Bristol, a partire dalla carriera ancora giovane che sta vivendo una fulminante fase ascendente, uno splendido, solido e costante concretizzarsi in risultati di un talento cristallino.
Norris ha davanti a sè un futuro dalle grandi promesse, in cui McLaren con il recente rinnovo contrattuale ha dimostrato di credere appieno. Gli orizzonti di Ricciardo, invece, rischiano di chiuderglisi addosso, se non troverà, in fretta e bene, il bandolo della matassa, condannandolo a stato di talento incompiuto. Un epilogo che farebbe male a qualunque amante di F1, perché l’australiano, per mille motivi (dalle “mosse” in pista in fase di sorpasso, al carattere aperto, sincero solare) si è fatto amare da tutti negli anni.
Non dimentichiamo la lotta per il terzo posto nel mondiale costruttori, in cui McLaren è davanti a Ferrari di soli due punti: è evidente, come, in un confronto così serrato, l’apporto di entrambi i piloti sia fondamentale. E allora, c’è bisogno che Ricciardo non subisca un ulteriore doppiaggio da Norris (l’inglese a Monaco ha dato un giro al compagno durante la 53esima tornata): quello delle prospettive e della reputazione.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys__
foto: McLaren