RB16B. L’unica monoposto che ha dimostrato di poter sfidare sua maestà Mercedes. Dopo una partenza a razzo, dove le vetture austriache sembravano addirittura le favorite, i tecnici di Brackley hanno svoltato. Grazie a un grande lavoro di affinamento sul set up, le Frecce Nere hanno trovato il giusto bilanciamento che a sua volta ha garantito una gestione ottimale degli pneumatici. Questo fattore ha marcato la differenza negli ultimi due round del mondiale, con Lewis Hamilton capace di interpretare al meglio la sua W12 portando a casa due vittorie.
I dettagli si sa fanno la differenza. Proprio per questo motivo in casa Red Bull si cerca di massimizzare il rendimento evolvendo l’auto il più possibile. Dopo le novità introdotte sui direzionatori di flusso e al fondo scalinato (clicca qui per leggere l’analisi tecnica), gli ingegneri di Milton Keynes hanno messo mano alla parte posteriore della vettura. Prendendo in esame le immagini in arrivo direttamente dalla pit lane monegasca, notiamo come siano stati modificati i bordi d’uscita dei profili del secondo e del terzo elemento che compongono l’estrattore della RB16B (frecce arancioni).
Le seghettature producono dei piccoli vortici che vanno a energizzare il flusso in uscita dal diffusore: nel loro centro (detto core) si crea un’altissima velocità di rotazione che a sua volta produce una zona di bassa pressione capace di evitare la separazione del flusso nei bordi di uscita del diffusore. Questa soluzione, utilizzata in passato da Mercedes sul bordo d’uscita del main flap dell’ala posteriore per ridurre la dimensione dei vortici della scia della vettura, la resistenza aerodinamica e aumentarne l’efficienza, ha lo scopo finale di accrescere di qualche punto la spinta verticale prodotta dal fondo grazie a una superficie più estrema. Resta da capire, dopo le doverose analisi realizzate dalla scuderia austriaca, se tale soluzione verrà utilizzata per tutto il week end di gara.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich