Formula 1

Verstappen è il figlio del fulmine che può battere Hamilton

E’ un campionato del mondo sorprendente. Se riavvolgiamo il nastro e torniamo a metà febbraio, ossia alla fase in cui venivano man mano presentate le monoposto che avrebbero infiammato i duelli cui stiamo assistendo, mai avremmo pensato di assistere ad una lotta al vertice così serrata. Una tenzone fatta di distacchi risicati, sorpassi veri e lotte strategiche degne del migliori libri di Tom Clancy. Nella narrazione che andava per la maggiore le Mercedes avrebbero dovuto fare un sol boccone delle rivali stante il vantaggio macroscopico che aveva mostrato, peraltro con una fastidiosa sicumera, nell’anno più strano della storia della Formula Uno che i protagonisti hanno passato a dribblare il Covid-19 in un calendario tanto inedito quanto affascinante. Sin dai test invernali del Bahrain, invece, sono emerse altre evidenze: la Red Bull è sbocciata come una primula che mostra i petali colorati non appena la neve inizia a sciogliersi. La creatura di Adrian Newey ha sin da subito messo in discussione il regno della regina designata che ha impiegato un po’ di tempo ad indossare le scarpe giuste. Leggasi le gomme Pirelli.

Dopo un poker di gare i valori in campo non sono ancora ben definiti. In un’opposizione inedita ed affascinante è per ora Lewis Hamilton ad essere in vantaggio sul galletto olandese. Ma la sensazione che Max Verstappen abbia raccolto molto meno di quanto potesse è chiara. E la cosa sta tutt’altro che abbattendo il ragazzo che sembra ancor più carico a pallettoni e persuaso a fare un tiro mancino al sette volte campione del mondo che, gara dopo gara, continua a sgretolare vecchi record e ad imporne di nuovi. Per battere uno così, per avere la meglio del più vincente nella storia della massima espressione del motosport, serve una dose smisurata di sfrontatezza. Il fegato bisogna avercelo per nascita e costituzione, non lo acquisisci con gli anni o con l’esperienza. E Max il coraggio e l’ardimento potrebbe venderli al kilo tanto ne possiede.

Di questo avviso è Leo Turrini, il decano dei giornalisti del motorsport, che abbiamo avuto in esclusiva ai microfoni di SpitStop, trasmissione di approfondimento di FormulaUnoAnalisiTecnica. Mai banale il giornalista di Sassuolo che, a chiare lettere, ha evidenziato questo tratto distintivo dell’alfiere Red Bull che alla lunga potrebbe effettivamente spezzare l’imperio di Sir Lewis VII riscrivendo il finale di una novella ripetuta in maniera quasi ossessiva nell’ultimo settennato.

Ovviamente, il pilota, per tentare l’assalto vincente, deve poter contare su una monoposto almeno di pari livello rispetto alla W12. Su questo aspetto si è focalizzato Turrini: Fino a Imola credevo che Verstappen avesse la macchina per vincere il titolo. In Baharein ha perso la gara a causa dei track limits, mentre in Emilia ha stravinto. A Portimao e a Barcellona ho visto una Mercedes che ha risolto i problemi di stabilità al posteriore e che sostanzialmente è tornata in vantaggio sulla Red Bull. Di quanto non so, ma non è indicativo il fatto che è bastato modificare la strategia per avere la meglio sui rivali. Ora bisogna capire quanto il team e la Honda abbiano da tirare fuori in termini di potenziale. Anche perchè, tra un paio di gare, tutti i team smetteranno di sviluppare questa macchine”.

Montecarlo, nell’economia generale della stagione, potrebbe essere un momento chiave, una vera e propria cesura storica: “Se Max si mette davanti al sabato, anche se Mercedes avesse un miglior passo in gara, sarebbe dura per gli anglo-tedeschi. Se Verstappen vince a Monaco si va verso un campionato che si giocherà su un dualismo accentuato. Nel caso di vittoria di Hamilton si andrebbe sul 4-1. A quel punto sarebbe difficile riaprire i giochi”.

Analisi lucida che sfocia nella fotografia dello sportivo Verstappen che sta nobilitando, con la sua forza, anche la stagione del rivale. Questo passaggio è molto importante: “Non ho nulla contro Hamilton che è un gigante, ma tifo Verstappen che mi è sempre stato sui coglioni – ha riferito Turrini con ironia e con la la solita schiettezza – E lo faccio perché vorrei avere una storia diversa da raccontare. Max come pilota è anch’egli un gigante. Se osservi la partenza a Barcellona percepisci il DNA di un grande che sfida uno che è sette volte campione del mondo oltre ad essere una leggenda vivente. Verstappen, come già successo ad Imola in partenza, ha un atteggiamento come a voler dire <<Me ne fotto dei tuoi titoli mondiali, non ho alcun timore reverenziale e voglio metterti le ruote davanti>>. Non è facile avere questo approccio. In passato – e questo è un momento chiave del ragionamento ho visto avversari di Senna, Schumacher e dello stesso Hamilton che non avevano il coraggio di confessare di valere meno. Max, da questo punto di vista, è il figlio di un fulmine. Non gliene frega dell’albo d’oro ed ha il fegato di dire e fare quel che gli passa per la testa”.

Un personaggio sicuramente spigolo Max Verstappen, ma al quale non si può non tributare il dono dell’onestà intellettuale. Turrini, a tal proposito, cita le controverse dichiarazioni che il figlio d’arte fece sulla power unit Ferrari per dipingere ancor più nel dettaglio l’uomo: “Ricordate quando disse, nel 2019, che la Ferrari non andava più perché aveva smesso di barare? Tutti noi, a partire dal sottoscritto, a stracciarci le vesti e ad indignarci. Alla fine la Ferrari era andata oltre i limiti e Max non la mandò a dire“.

Max Verstappen supera Lewis Hamilton alla variante del Tamburello, Imola 2021, primo giro.

Dalle parole di un giornalista scafato come Leo Turrini si evince che l’olandese possiede il pedigree dei campioni veri. Perché essere un fuoriclasse non significa solo aver il piede pesante. Un pilota che determina e che cambia il corso degli eventi deve anche avere la capacità di gestire la pressione. Riuscire a controllarla è un aspetto fondamentale nella costruzione di un potenziale campione del mondo. Specie se questo opera un un team e in virtù di una monoposto apparentemente non favorita dal punto di vista tecnico.

Max ha altre diciannove gare davanti per provare a scardinare lo status quo. Non possiamo prevedere se riuscirà nell’arduo compito, ma possiamo già dire che è riuscito a spaventare un pilota ed un team che da sette ani dettano legge. Se Hamilton dovesse incastonare l’ottava perla nella sua già abbacinante corona avrebbe a sua volta fatto un’impresa. Perchè avere la meglio su un Verstappen maturo, determinato, maledettamente veloce e con la capacità di essere trascinatore per il team e per l’itera F1 darebbe maggior lustro ad un mondiale e a tutta la sua carriera.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: FUnoAT, Red Bull

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Diego Catalano