Formula 1

Alonso e Prost: le difficoltà del rientro in F1

Alonso e Prost: le difficoltà del rientro in F1


Alonso e Prost, campioni contro. Caratteri forti, indomabili. Talenti indiscutibili. Con un particolare che li accomuna: il rientro dopo un periodo sabbatico. Una scelta per Fernando, una circostanza obbligata per Alain. Ma in fondo figli dello stesso male: la troppa schiettezza. Terra bruciata attorno, fumo negli occhi, parole di fiele. Scomodi per definizione, impossibili da tacitare, imprevedibili nel dichiarare. Gli sgarbi si pagano, siano essi ‘camion‘ o ‘GP2 engine‘.

Alonso, dopo l’incubo McLaren-Honda, ha scommesso tutto su Renault. Nel 2018 la vettura color Papaya ha registrato una piccola progressione, qualche timido passo in avanti, che si è tradotto in punti e piazzamenti. Ma nulla che lontanamente potesse garantire le glorie del passato e neppure rappresentare una certezza per l’anno a venire. Così Fernando decide di lasciare, di dare il suo arrivederci. Un saluto amaro, sofferto, un conto rimasto aperto che era sua intenzione saldare in un futuro non troppo lontano.

Dunque rieccolo nel 2021, sempre in famiglia, in un ritorno a casa che sa di gratitudine e di scaramanzia. Alonso sceglie di fare il figliol prodigo e di tornare da quella Renault che lo ha consacrato. Cambia la livrea, ancora più patriottica e appariscente, muta il nome, rispolverando la sportività del marchio Alpine. Ma il cuore pulsante resta pur sempre quella Renault che tanto ha dato allo spagnolo e alla quale lui sente di dover riservare i suoi ultimi acuti.

Fernando Alonso, due volte campione del mondo

Il ritorno non è mai cosa semplice. Si rischia l’amarezza della disfatta, l’impotenza data dall’inadeguatezza del mezzo o della persona. Eppure, per Alonso, è una questione di orgoglio. Lui per primo non vuole deludere, anche se è consapevole delle enormi difficoltà. Cura maniacalmente la preparazione fisica, trascorre interminabili sessioni al simulatore, non lascia nulla al caso. Si sente forte, inarrestabile, pronto a imprimere il suo marchio in ogni circuito. Parte benissimo in Bahrain, poi alterna buone prestazioni a qualche gara incolore. Nonostante il piglio battagliero non riesce ancora a esprimersi al meglio.

Alain Prost, forte della sua esperienza, parla a ragion veduta delle problematiche legate al rientro in Formula Uno in seguito a un periodo sabbatico. Nel suo caso, dopo un 1992 di digiuno dai circuiti, che lo vide in veste di commentatore televisivo, il ritorno coincise con la conquista del quarto titolo iridato su Williams nella stagione 1993. Ma, nonostante un’impeccabile preparazione fisica, il tetracampione francese ricorda di aver incontrato palesi difficoltà.

Alain Prost, presidente onorario della Renault F1

Quando sono rientrato in Portogallo mi sono chiesto perché lo avessi fatto. Si è trattato di una shock sia a livello fisico che mentale. Ero veramente in forma, avevo solo il 5% di massa grassa corporea. Eppure, nonostante ciò, quando a settembre sono arrivato a testare la vettura di F1 mi sentivo completamente perso. Questo significa che tutto quello che si fa fuori dall’auto è importante, ma non quanto il lavoro che si svolge all’interno di una monoposto. Si utilizzano muscoli diversi e in generale tutta la fisiologia e la visione d’insieme non possono essere allenate al di fuori.”

Una testimonianza importante, che spiega bene quali sono le avversità a cui un pilota va incontro dopo uno o più anni lontano dalla massima categoria. Alonso, oltre ad allenamenti sportivi specifici, di fatto non si è mai fermato. Si è cimentato con successo nel WEC, conquistando il campionato e ottenendo una prestigiosa doppietta a Le Mans, si è messo alla prova con la 500 Miglia di Indianapolis e con la partecipazione alla Dakar, ha vinto a Daytona. Senza dimenticare la costante pratica dei kart. Ma tutto questo non è stato del tutto sufficiente per garantirgli un ritorno impeccabile in Formula Uno.

Fernando Alonso al volante di una vettura Indy gestita dal team McLaren, stagione 2020

Prost continua la sua disamina a proposito di Alonso: “Non mi stupisce che ci voglia tempo. Il tempo è necessario. Il simulatore va bene, ma la chiave di tutto sta dentro la vettura, all’interno della quale bisogna sentirsi a proprio agio. E naturalmente è importante la condizione fisica. Non bisogna dimenticare che Fernando ha anche avuto un un incidente in bicicletta. Non sapendo l’effetto che avrebbe potuto avere non nascondo di essermi un po’ preoccupato.”

Per finire, Alain chiosa con un giudizio personale a proposito del talento asturiano: “Sta migliorando sempre di più, ma secondo me non è ancora al massimo. Lui stesso lo sa. Speriamo che si comporti meglio al Gran Premio di Francia, che è una pista diversa e un circuito più ampio che lui conosce bene. Staremo a vedere, ma non mi stupisce che sia necessario un altro po’ di tempo“.

Alonso è sempre il solito animale da competizione, non ha perso smalto né grinta. La sua Alpine non è di certo irresistibile e ovviamente lo spagnolo paga lo scotto di una vettura non particolarmente performante. Ma Fernando comunque non si tira indietro e, seppure a sprazzi, regala piccole perle in cui dimostra l’unicità del suo talento. Come a Baku, o nelle qualifiche del Bahrain, ad esempio. Conferme che dimostrano la stoffa, che mostrano la grinta. Attimi buoni che bastano per decretare una promozione sul campo. Quanto alla lode, tempo al tempo. Le cose belle sanno farsi attendere.


Foto: Alpine, F1

Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

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Veronica Vesco