Dichiarazioni

E’ sempre più “Formula USA”: la FIA rincorre la IndyCar sulle Red Flag in qualifica

La Formula Uno è uno sport stupendo. Ma maledettamente contraddittorio. Stiamo assistendo ad una lotta serrata in pista tra Max Verstappen, il nuovo che avanza e che vuole imporsi, e Lewis Hamilton che cerca in ogni modo di non cedere lo scettro del comando al rivale olandese. Ma non solo: alle spalle dei due duellanti c’è un midfield che pullula di battaglie tiratissime tra piloti che cercano un posto al sole. Insomma, una stagione del genere la sognavamo da un bel pezzo.

Nonostante l’azione in pista sia ai massimi livelli stiamo osservando, negli ultimi tempi, tensioni e tenzoni ben più accese il cui proscenio non è l’asfalto bollente bensì le stanze dei bottoni o dei tribunali ai quali si potrebbe accedere da un momento all’altro. Tra sette giorni si corre in Francia e sapremo come si è chiusa, se si chiuderà, la vicenda flexi-wings. Ieri vi abbiamo raccontato di un altro fronte che potrebbe divampare come un incendio agostano se le analisi della Pirelli verificheranno oltre ogni ragionevole dubbio che qualche squadra riesce a modificare in corsa la pressione degli pneumatici bypassando i controlli statici (leggi qui per approfondire).

Michael Masi, direttore di gara della F1

A questo magma politico-sportivo potrebbe aggiungersi un’altra questione che la FIA intende regolamentare. Ossia stabilire dei paletti in caso di qualifiche con bandiere rosse. Detta così è poco comprensibile, quindi è necessario circostanziare i fatti. E per farlo bisogna operare un flashback al Gran Premio di Monaco. Durante l’ultimo assalto della Q3 Charles Leclerc, che deteneva il miglior crono, impatta pesantemente all’uscita delle Piscine. Risultato? Sessione conclusa e impossibilità per i colleghi di completare un giro che potesse consentire loro di scalzare il monegasco dalla testa della classifica. Il pilota di casa manterrà la pole position giovandosi di un impedimento involontario causato agli altri driver che rivendicavano il legittimo diritto a mettere insieme un giro buono.

Sulla volontarietà del gesto di Leclerc ci sono poco dubbi: si è trattato semplicemente di un incidente figlio della brama di migliorarsi. Quindi vanno immediatamente allontanate le facili dietrologie. Fatto sta che la bandiera rossa ha causato, anche per via della conformazione del budello del Principato, un impedimento manifesto. Ed è questo il frangente sul quale Michael Masi intende agire.

Il modello di riferimento potrebbe essere quello della IndyCar. Nella serie americana è previsto che se un pilota causa le bandiere rosse i suoi due migliori giri cronometrati delle qualifiche vengono annullati. Una regola semplice, chiara, leggibile. Non cervellotica e che non dà adito a sterili polemiche utili solo ad aizzare le masse e a riempire pagine di gossip sportivo. Questo genere di disposizione è quindi al vaglio delle autorità competenti così come spiega l’erede del compianto Charlie Whiting: “Analizzeremo i pro, i contro e le conseguenze indesiderate di questo sistema. Si tratta comunque di un problema reale che vogliamo affrontare in F1”.

Masi chiarisce che serve comprendere se il pilota che ha determinato lo stop della sessione poteva evitare, con comportamenti diversi, la red flag. Da qui l’eventuale necessità di sanzionare il comportamento illecito. Una meccanismo che potrebbe e dovrebbe funzionare come deterrente psicologico – e non solo – per consentire alle sessioni di scorrere via senza intoppi creati ad arte come accaduto in altre situazioni in passato. Specie a Monaco con protagonisti illustri rappresentanti di questo sport. “Ci sono molte considerazioni da fare. Tutti noi – ha spiegato il direttore di gara – valuteremo il da farsi e se sarà ritenuto necessario introdurre questa norma sarà deciso a tempo debito“.

Il direttore australiano non è un neofita della materia dato che ha avuto modo di valutare e applicare la le regola nell’arco della sua carriera: “Sì, l’ho già usata. In contesti diversi. Quando ero in Australia – ha spiegato – è stata utilizzata nella Australian Supercars. Anche se è nata per scopi diversi“.

Charles Leclerc conquista la pole position del Gp di Monaco 2021, ma va a sbattere contro le barriere al suo ultimo tentativo alle Piscine

La Formula Uno, quindi, intende dotarsi di un nuovo istituto che renda un fase del week end di gara quanto più trasparente possibile. Ma bisogna fare attenzione perché la norma mal scritta potrebbe generare problemi invece di risolverne. Serve eliminare del tutto la discrezionalità del giudice. O quanto meno limitarla. Altrimenti si incorre ancora una volta nell’annoso problema della difformità di giudizio con annesso castello polemico delle ore successive. A volte basterebbe semplice buon senso senza andare a mutuare dinamiche che non appartengono alla F1. Basterebbe allungare la sessione con del tempo extra – laddove possibile per motivi televisivi o per semplice capacità di ripristinare i luoghi dell’incidente – così da permettere agli altri protagonisti di terminare in scioltezza le operazioni.

L’annullamento dei due migliori tempi è una soluzione valida, ma da usare come extrema ratio. Ad esempio in caso di mutate condizioni della pista dopo il ripristino del tracciato. In ogni caso il 2021 dovrebbe filare via senza scossoni. L’ipotesi potrebbe invece prendere corpo l’anno venturo, quando la F1 conoscerà una nuova alba tecnica e regolamentare.

Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Mercedes

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