Il segnale dei tre minuti è concomitante con l’oramai consueta stretta di mano tra i due. Un bel gesto tra ingegnere e pilota, uniti in un solo intento: dare il meglio. La prima comunicazione radio si riferisce alle probabili difficoltà che la SF21 dovrà affrontare nei sorpassi dopo la sosta, una volta montate le mescole Hard. Sebbene Adami concordi con la riflessione a freddo dell’iberico, rimanda tale faccenda a più tardi. Non è nemmeno iniziato il GP e già conosciamo la strategia Ferrari su Carlos.
I motori si accendono e il giro di formazione scorre via rapido. Cinque burnout e la Rossa si piazza sulla casella numero 5. Lo stacco frizione di Sainz è davvero buono, tanto che la vettura italiana affianca la Red Bull di Perez facilmente. Tuttavia, la troppa prudenza sui freni non premia il madrileño in curva 1 e il messicano non ha problemi a tenere dietro il ferrarista, staccando all’esterno della Verriere. Nel breve tratto rettilineo che precede le virage de la Sainte Beaume, la scia sulla RB16B non funziona: la potenza del propulsore di Maranello nulla può con lo spunto del motore Honda.
Tagliato il traguardo per la prima volta, si pensa già alle gomme. L’ingegnere italiano chiede un’attenzione sulle mescole, avendone particolare cura nel primo settore. Sulla parte ibrida siamo già in Soc 8, abbinato al K1 per massimizzare l’energia e mantenere la posizione su Gasly.Sì, perché Perez, lì davanti, impiega pochi giri per fare il vuoto. La nota positiva, se così la vogliamo definire, riguarda il gap sul francese. L’AlphaTauri, malgrado l’utilizzo del Drs, non riesce a trarre lo spunto necessario per sferrare una manovra d’attacco. Al giro 3 siamo già in crisi con le calzature. Fortunatamente, sembra essere un male condiviso con il resto dei piloti e, proprio per tale ragione, non porta a particolari sconvolgimenti in questa prima fase di gara. Il muretto box italiano espone le proprie idee sull’approccio alla corsa: “Stiamo pensando di utilizzare il Plan B”. Carlos non proferisce parola e si limita a dare l’ok con l’apposito tasto sul volante.
Dando un’occhiata rapida alle vetture che seguono la monoposto del Cavallino sembrano emergere gli stessi problemi: il posteriore fatica. Viene suggerito allo spagnolo un cambio sulle impostazioni pre-mappate, necessario per stabilizzare la vettura in curva 1. Al giro otto il messaggio di Sainz è chiaro: “Sto lottando troppo”. Adami ne prende atto, sottolinea come il passo generale della gara sia più basso di quanto atteso e invita il ferrarista ad amministrare al meglio i compound per allungarne la vita il più possibile. Alla tornata 12 il ritardo sulla Red Bull di Perez supera i 10 secondi.
Di lì a poco l’anteriore sinistra della numero 55 presenta un leggero graining, mentre il posteriore è in overheating. Il pilota di Madrid, dimostrando una gran visione di gara, chiede di valutare con estrema accuratezza il timing sulla sosta. Dopo aver considerato lo stato degli pneumatici, allungare il primo stint significa arrivare sino alla ventesima tornata, secondo i calcoli del remote garage. In tal senso, viene chiesto di incrementare il passo per creare un gap su Gasly, utile al fine di evitare un ipotetico undercut del transalpino. Lo spagnolo, però, mette subito le cose in chiaro: “Non credo di essere in grado di andare più forte”.
Passano un paio di chilometri e Riccardo interroga il ferrarista sul feeling che sta avendo con le gomme. Confusa, la risposta di Carlos non chiarisce le idee all’ingegnere. Per un feedback definitivo ci vorranno ancora tre giri, quando la segnalazione sullo stato delle mescole è inequivocabile: “Non ne ho più, facciamo la sosta”.
Durante il cambio gomme i meccanici italiani modificano il carico all’avantreno, scaricando la vettura di “1 click” come richiesto dall’iberico. Sono 2,7 i secondi necessari per montare sulla numero 55 un treno di Hard nuove di trinca. Al giro 18, Gasly prende la corsia box in concomitanza con il pilota Ferrari e lo spauracchio undercut, molto potente al Paul Ricard, è scongiurato. Non possiamo dire lo stesso su Ricciardo, però. L’australiano, infatti, anticipando la sosta, mette dietro in un colpo solo la coppia Sainz–Gasly.
Per tre giri non si proferisce parola. Il silenzio radio si interrompe per via della curiosità spagnola sulla gestione gara McLaren. Il solito Adami, dopo aver suggerito un cambio sulle impostazioni del brake balance, fa sapere che la strategia su Ricciardo è la stessa: tirare fino in fondo con le Hard. Nelle tornate successive il chiacchiericcio strategico prosegue. Diversi i temi di conversazione, tra i quali spiccano il ritmo di Charles, l’importanza dell’amministrazione dei compound e diversi cambi su alcune impostazioni riguardanti il differenziale.
In tredicesima posizione Carlos segue da vicino la monoposto color papaya numero 3, mentre Gasly, lì dietro, resta a stretto contatto con gli scarichi della Rossa. Giunti a metà gara, l’iberico si trova a sandwich tra i due. Se da una parte la voglia di provare l’attacco su Ricciardo freme, l’attenzione sull’AlphaTauri è doverosa. Il tre si “liberano” di Giovinazzi e Ocon agevolmente, fino a quando non raggiungono Leclerc (clicca qui per leggere l’analisi on board del monegasco). Superata metà gara Sainz veleggia in nona posizione, mentre Norris, dopo aver effettuato la sosta montando le Hard, si trova ai ferri corti con Gasly.
L’utilizzo del K1 viene concesso durante l’avvicendamento con la vettura gemella. Leclerc, infatti, non oppone nessuna resistenza sulla retta principale e lascia strada alla numero 55, viste le difficoltà nelle quali è immerso fino al collo. Nel frattempo, il distacco su Daniel è salito. I tre secondi e fischia consentono alla monoposto italiana di respirare. In tal senso, Adami si apre prontamente in radio: “Dobbiamo mantenere un lap time di 40.5, se vogliamo arrivare sino in fondo”. La risposta del ferrarista arriva sei curve più tardi: “Ok, ci provo…”
Sbarazzatosi di Gasly e Leclerc, il pilota britannico della McLaren si mette in scia della Rossa. La massima potenza ibrida con l’ausilio dell’overboost K1 non serve a nulla contro il furore di Norris. Dopo che Lando ha sverniciato la numero 55, il commento di Carlos sulle vetture rivali per il campionato non lascia spazio ad interpretazioni: “These guys are quick… ayyy!
Quando si debbono percorrere circa una ventina di giri per mettere la parole fine al al Gp di Francia, alla monoposto italiana resta un solo obiettivo: la difesa su Gasly. La massimizzazione dell’ibrido è alle stelle. Si passa in Soc 10 con un uso smodato dell’overboost K1. Questa particolare combo, utile per gestire gomme e potenza generata, cerca di garantire la performance sufficiente per mantenere a distanza l’AlphaTauri. Se la teoria sembra buona, la pratica risulta pessima. Infatti, alla tornata 37 il francese passa alla staccata del Mistral, mentre Alonso, galvanizzato dall’ottimo ritmo della sua A521, infila il connazionale sul rettilineo del traguardo. Nel mezzo (foto 2), un’imbarcata alla 14 per poco non fa perdere il controllo della vettura allo spagnolo.
Quando Vettel effettua la sosta dopo trentanove giri sulle Hard, la nona posizione torna nelle mani di Sainz. Dopo un breve conciliabolo con il muretto, Adami si apre in radio e, dati alla mano, erudisce il madrileño sulla miglior strategia da impostare per gli ultimi dodici giri: “Se restiamo fuori sino in fondo e manteniamo un passo inferiore al 39.5, possiamo acciuffare un decimo posto.” Carlos resta in silenzio. Immagino che le aspettative fossero ben altre ma, considerando il mezzo a disposizione, chiedere di più al ferrarista risulterebbe francamente utopico.
Il ritmo superiore di Seb chiude il gap sulla numero 55 in poche tornate. A metà retta del Mistral, la Rossa viene sverniciata dalla AMR21 del tedesco, relegando Sainz in decima posizione. Poco dopo viene richiesto un lift off a Le Vilage (curva 10), necessario a proteggere l’anteriore sinistra che, poco a poco, sta tirando le cuoia. Il punticino della decima piazza dura due giri: Stroll arriva, saluta e passa lo spagnolo.
Carlos allenta la tensione, si apre in radio e tira un sorta di sospiro di sollievo: “Ayyyyyy…”. A quattro giri dalla bandiera a scacchi, per lui la gara è già terminata; resta solamente da tenere d’occhio l’anteriore sinistra in condizioni critiche, secondo i dati del muretto.
La Ferrari versione francese è tra le più brutte della stagione. La pessima gestione delle mescole ha di fatto inficiato in maniera troppo negativa sulla prestazione generale della monoposto, cancellando qualsiasi tipo di velleità. Le riflessioni su tale comportamento andranno analizzate molto velocemente, visto l’imminente doppio weekend austriaco. In radio, è lo stesso Adami a mettere le mani avanti: l’italiano sembra quasi scusarsi, definendo troppo complicata la gara al Paul Ricard. L’iberico concorda “Ho fatto del mio meglio” sostiene, “Ma oggi era davvero difficile…”
Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz
Foto: F1 TV