F1: Red Bull resta al top. La vettura austriaca, anche al Red Bull Ring, sembra poter dettare legge. Benché dare giudizi definitivi risulti francamente prematuro, la RB16B ha dimostrato sin dai primi giri un feeling speciale con il circuito di casa. La lotta al vertice sarà ancora una volta Mercedes. I piloti della scuderia tedesca, bassi di motore, hanno speso le prime due sessioni di prove libere alla ricerca del giusto bilanciamento della vettura. La prestazione di Hamilton cancellata per il superamento dei track limit la dice lunga sul potenziale delle Frecce Nere. Discorso analogo per Ferrari. Gli alfieri della Rossa hanno dedicato il venerdì alla comprensione della monoposto “trascurando” il giro secco. Inoltre, solamente sulla vettura di Leclerc, durante le Fp1 è stata provata una nuova specifica di fondo (clicca qui per saperne di più) scalinato che, a quanto pare, verrà implementata sul entrambe le SF21 durante il Gp di Inghilterra.
Archiviato il pessimo weekend del Gp di Francia di F1, la storica scuderia italiana si è concentrata maggiormente sul passo. Il chiaro obbiettivo è quello di migliorare la performance in configurazione high fuel, che di fatto ha reso la gara al Paul Ricard un vero incubo. Grazie alla traccia relativa alla Speed, possiamo notare come le prestazioni sul giro dei ferraristi siano divise da 123 millesimi. Le principali differenze tra i due si evidenziano in curva 6, 7 e 9.
Leclerc interpreta meglio la Pirelli (6) e la Wurth (7) e le percorre con una velocità minima più alta rispetto al compagno. Sainz, invece, riesce a fare la differenza alla Red Bull Mobile (9). Grazie all’eccellente approccio dello spagnolo nell’ultima curva del tracciato, il terreno perso precedentemente su Charles viene recuperato.
Se osserviamo la telemetria relativa al cambio invece, salta alla vista l’ottima trazione in uscita da curva 7 che produce la numero 16. Charles è in grado di portare più velocità in curva 9 nei confronti dell’iberico, inserendo l’ottava marcia nel breve allungo in discesa. Da notare, inoltre, come il monegasco anticipi la frenata dell’ultima staccata. Elemento che mette in luce una confidenza maggiore della macchina nel T3.
Nelle consuete interviste del dopo sessione infatti, lo stesso Carlos ha confermato un feeling non perfetto con la propria vettura. Benché dopo un cambio di assetto realizzato a metà delle Fp2 la confidenza con la monoposto sia salita, complice qualche errore di troppo lo spagnolo non è stato in grado di massimizzare il rendimento nella simulazione di qualifica. Sotto questo aspetto ci sarà tempo oggi per configurare la messa a punto ottimale in vista della qualifica.
Dal grafico relativo all’acceleratore si evidenzia la buona traiettoria di Leclerc in curva 6. Questo approccio consente al ferrarista di mantenere una piccola percentuale di gas aperto, risultando più veloce del madrileño in questo tratto del pista. Mentre in curva 9, al contrario, è Carlos ad ottenere una performance superiore tenendo aperto al 45% il pedale della numero 55 in percorrenza.
Come oramai sappiamo lo stile di guida di Leclerc predilige l’uscita di curva andando a sacrificare in parte l’ingesso. Caratteristica che emerge alla 10, dove Charles addrizza la vettura in fase di trazione per poi andare in flat out anticipatamente rispetto allo spagnolo.
Nei primi due settori del Red Bull Ring la trazione in uscita dalle curve lente è fondamentale per essere competitivi. Da quanto visto negli appuntamenti precedenti ci si aspettava una Ferrari competitiva in questo senso, e tutto sommato, considerando che Rossa montava la “vecchia” PU numero 1 nella giornata di ieri, possiamo definire positivo il rendimento delle due monoposto italiane.
Prendendo in esame la curva della Speed, rileviamo come la Rossa goda di una migliore trazione in uscita dalle curve 1, 3 e 4. Focalizzandoci invece su Mercedes, possiamo presumere che la casa tedesca abbia utilizzato il supporto dell’ibrido in maniera spinta nel primo settore. In questa zona della pista infatti, Hamilton segna le velocità di punta più alte. Mentre dal rettifilo che porta a curva 4 fino al termine del giro, la W12 dell’inglese accusa un ritardo anche dalla monoposto del Cavallino.
La bontà del telaio e dell’aerodinamica Red Bull si evidenzia nel T3, settore dove il carico e un ottimo bilanciamento sono fondamentali. Da curva 7 a curva 10 infatti, Verstappen fa segnare le velocità di percorrenza più alte.
Il grafico delle cambiate in curva 1, 3 e 4 conferma quanto evidenziato precedentemente su Ferrari, con la SF21 di Sainz in grado di anticipare le cambiate rispetto a Hamilton e Verstappen. Inoltre, lo spagnolo utilizza una marcia superiore sia in curva 3 che in curva 4, confermando l’attitudine della Rossa a ruotare facilmente nel lento.
La migliore interpretazione di curva 6 è quella del sette volte campione del mondo. Il britannico utilizza una marcia più alta e gode di una una vettura più stabile al posteriore che, di fatto, gli permette di raggiungere una velocità minima più elevata alla corda se messa a confronto con quella di Verstappen.
Dando un’occhiata alla telemetria relativa all’acceleratore, vediamo come Hamilton riesca a mantenere una piccola percentuale di gas aperto in percorrenza di curva 6, risultando il più veloce dei tre.
Molto interessante la differenza che i competitor presi in esame producono in approccio di curva 9, dove si evidenzia una netta differenza nelle traiettoria. Max è decisamente il più aggressivo dei tre. L’olandese rilasciare completamente il gas per poi riaprirlo verso curva 10. Sainz, invece, parzializza fino al 45% in percorrenza. Mentre Hamilton è una via di mezzo tra i due.
Autori: Alessandro Arcari – @Berrageiz e Umberto Stassi – @umberto_697
Telemetrie: Luca Bettiol – @BettiolLuca