F1. L’impero Mercedes comincia seriamente a scricchiolare. Soltanto qualche settimana fa non avrei mai pensato di dirlo, eppure comincio anch’io a convincermi che siano troppi gli ingranaggi ormai difettosi di quella che era, sportivamente, una perfetta macchina da guerra. Lo si capisce dal pragmatismo di Hamilton, quasi arrendevole nell’accontentarsi del secondo posto.
Lo si sente chiaramente dai team radio di Bottas, vicino alla crisi di nervi proprio nel weekend che lo ha visto finalmente competitivo. Fatto sta che l’aura di invincibilità tipica della stella a tre punte sembra definitivamente venuta meno, con un Verstappen sempre più galvanizzato dalla tanto agognata possibilità di giocarsi concretamente il mondiale piloti.
Sono infatti tante le possibili chiavi di lettura a margine della gara del Paul Ricard, ma ce n’è una fondamentale che vale la pena rimarcare: la Red Bull e Verstappen ci sono e ci saranno fino ad Abu Dhabi. Tutti gli indizi vanno in quella direzione, con la terza vittoria consecutiva del team di Milton Keynes e l’olandese che porta a casa la terza vittoria stagionale. Verstappen ha ora 12 punti di vantaggio su Hamilton, che sono nulla nel contesto di un campionato così lungo ma che sono altresì sufficienti a far capire il pericolo iridato quasi inedito con cui si stanno scontrando gli uomini di Toto Wolff.
Dalle parti di Stoccarda forse non sono più abituati a gestire tale livello di pressione, evidentemente causata dalla competitività dei rivali, e si stanno lasciando andare a qualche errore di troppo: dalla gestione degli assetti allo scambio di telai, dai pit stop imperfetti alle strategie sbagliate, la Red Bull in questo 2021 ha l’insperata occasione di spezzare il dominio Mercedes che dura ormai dal 2014.
Non meno interessante quello che è accaduto nel cosiddetto “midfield” durante il weekend a Le Castellet. Lando Norris è sempre più l’uomo del momento in termini di consistenza, con l’ennesima top 5 che lo conferma al quarto posto della classifica generale. La competitività McLaren sembra aver finalmente rinvigorito anche Daniel Ricciardo, sesto e in evidente crescita dopo le difficoltà di adattamento mostrate ad inizio campionato.
Non stupisce più invece la solidità di Gasly, ormai arrivato ad una completa maturità che gli permette di massimizzare con costanza il potenziale del team di Faenza. Molto bene anche i “veterani” del gruppo, con Vettel ed Alonso a confermare quanto di buono mostrato a Baku portando a casa altri punti preziosi per la classifica costruttori.
A preoccupare è stato invece lo sprofondo rosso accaduto alla squadra di Maranello nelle strade di Francia. Come cantava infatti anni fa il buon Daniele Silvestri, “le cose non vanno mai come vuoi tu, anzi è più facile cambino ancora di più”. E quindi dopo due incredibili pole position di Leclerc, arriva un doppio zero Ferrari, con Sainz fuori dai punti tanto quanto il collega monegasco, alle prese con inaspettate difficoltà nella gestione delle gomme.
Sia chiaro, nessuno da queste parti si sarebbe aspettato un terzo exploit consecutivo al sabato, ma neanche una prestazione così preoccupante di domenica. Se è vero che Binotto e soci stanno già lavorando in ottica 2022, va anche sottolineata una amara constatazione: con risultati così altalenanti e difficilmente spiegabili, alla faccia dei “stiamo cercando di capire” di crozziana memoria, persino essere ottimisti per l’anno venturo diventa un esercizio di stile difficile da praticare.
Autore: Marco Santini
Foto: Formula Uno – Ferrari – Red Bull