F1, nono round del mondiale. Lo scenario è sempre quello, il bellissimo Red Bull Ring incastonato nella verde e rigogliosa campagna austriaca. Possiamo definire la seconda sessione di prove libere caotica, con il traffico e le condizioni meteorologiche che hanno complicato i piani delle varie scuderie. In casa Mecedes le cose sembrano essere leggermente migliorate. Anche se, ascoltando Hamilton, il rendimento delle Frecce Nere resta comunque deficitario nei confronti della scuderia austriaca.
In effetti, a una settimana di distanza, aspettarsi uno stravolgimento prestazionale sarebbe fuori luogo. I tecnici di Brackley hanno deciso di cambiare approccio, cercando di massimizzare il pacchetto senza abbracciare situazioni troppo drastiche che di fatto potrebbero ottenere l’effetto contrario. In casa Ferrari la consapevolezza di dover migliorare la qualifica ha spinto i tecnici di Maranello verso una scelta differente. Rispetto alla Stiria infatti, sulle due SF21 è stata montata un’ala posteriore più scarica.
Il diverso approccio sul set up non ha portato particolari risultati sul giro secco a causa del traffico, della pioggia e di qualche errore di troppo. Ciò malgrado, grazie al grafico della Speed, si evidenzia quanto detto in precedenza: sulle due SF21 è stata intrapresa una strada diversa sulla messa a punto. Rispetto allo scorso weekend infatti, Leclerc e Sainz hanno fatto segnare rispettivamente 318 e 316 km/h alla fine del terzo rettifilo, mentre nelle libere del Gp di Stira le Rosse non erano andate oltre i 309 km/h.
In generale, le velocità minime sono migliorate grazie alla scelta di Pirelli che ha deciso di portare mescole più morbide. Mentre nei rettifili Charles è risultato più rapido rispetto a Carlos. Questo può indicare un assetto leggermente più carico utilizzato dallo spagnolo, che probabilmente ha optato per un setup ottimizzato pensando alla gara. Infatti, fatta eccezione per curva 9, Sainz è più veloce di Leclerc in tutte le curve veloci del tracciato.
L’immagine in basso relativa all’utilizzo della trasmissione non ci svela particolari differenze, con i ferraristi che utilizzano le stesse marce malgrado il differente stile di guida dei due che ormai già conosciamo.
D’altronde, correndo nel medesimo circuito della scorsa settimana, gli alfieri della Rossa hanno trovato “facilmente” il limite della vettura. Nella prima parte delle Fp2 il monegasco della Ferrari ha provato a scendere fino alla seconda marcia in curva 3. In seguito, dopo aver studiato la telemetria del compagno, all’ex Alfa Romeo è stato consigliato l’utilizzo della terza anche per gestire in maniera migliore l’ibrido. Tale provvedimento, come confermato da Marcos in radio, ha facilitato non poco la numero 16 in uscita di curva.
Meno carico al posteriore ha reso la monoposto italiana più nervosa, specialmente nelle curve di media e alta velocità dove è fondamentale avere una buona spinta verticale al retrotreno. Tale situazione ha costretto i piloti ad un atteggiamento più cauto nell’aprire il gas, per cercare di evitare sovrasterzi indesiderati.
Prendendo in esame il grafico in alto, è possibile notare come Charles sia stato più graduale sull’acceleratore nelle curve 6 e 10. Tratti della pista ad alta velocità che tendono ad indurre il pilota al sovrasterzo. Inoltre va segnalata una leggera indecisione di Leclerc in uscita da curva 9, che ha costretto il ferrarista ad alzare il piede dal gas per un istante.
L’assetto scarico della Ferrari ha portato più velocità sui dritto rispetto a Mercedes e Red Bull, a discapito di un ritardo significativo in percorrenza nelle curve di media e alta velocità. In tal senso salta alla vista il gap sulla prestazione di Hamilton in curva 6, con un delta di 15km/h. Setup sul quale, come ha dichiarato lo stesso Mekies dopo le libere, andrà fatta una scelta ben precisa in ottica qualifiche e gara. Al contrario della vettura italiana, le curve medio-veloci sono il punto di forza della Freccia Nera numero 44.
Il passo lungo della monoposto di Brackley sommato ad un buon setup fa segnare le velocità di percorrenza più alte nelle curve 6 e 7; mentre in curva 9 la prestazione si eguaglia con quella di Verstappen.
Osservando la telemetria inerente alle cambiate notiamo come Leclerc utilizzi una marcia più alta in curva 3 e 4. Questo fattore non è dovuto ad un fattore aerodinamico ma bensì ai rapporti utilizzati in relazione alla configurazione del sistema ibrido. Charles infatti, ha utilizzato le medesime marce dello scorso weekend per gestire al meglio l’accelerazione aumentando la trazione della vettura.
In questo fine settimana anche Verstappen riesce a percorrere curva 6 in sesta marcia, esattamente come Hamilton. Mentre nello scorso l’olandese era costretto a scalare sino in quinta.
Dando un’occhiata al grafico che segue, rispetto ai competitor presi in esame, rileviamo come Hamilton sia in grado di parzializzare in misura minore in percorrenza delle curve veloci. Tale osservazione trova riscontro in curva 6 e 9, dove l’affondo del sette volte campione del mondo sulla tavoletta del gas è maggiore.
Il pilota britannico riesce ad essere notevolmente più aggressivo sull’acceleratore grazie ad una vettura con un posteriore ben saldo, che da fiducia al pilota nelle curve a media e alta velocità. Sensazione che purtroppo è mancata in casa Ferrari.
Autori: Alessandro Arcari – @Berrageiz e Umberto Stassi – @umberto_697
Telemetrie: Luca Bettiol – @BettiolLuca