Le settimane in F1 possono essere scandite da due fattori: dalle gare e ciò che ne concerne, il più comune, oppure da delle tematiche particolarmente importanti. L’incontro svoltosi a Spielberg, sabato scorso, e volto alla definizione delle normative che regolamenteranno la prossima generazione di propulsori, rientra senz’altro nella seconda categoria. Ovviamente difficile ora dire fino a quanto se ne continuerà a parlare, tuttavia, dopo avervi proposto le dichiarazioni di Toto Wolff, questa mattina (leggi qui), adesso è il momento di andare a mettervi al corrente anche di un altro importante pensiero: quello dell’antagonista Christian Horner.
No, non preoccupatevi, stavolta nessuna frecciatina tra i due. Basta e avanza il ‘teatrino’ a cui assistiamo nel corso dei weekend di gara. Quello dei motori è un discorso abbastanza serio e comunque ancora troppo lontano per poter esser ‘degno’ di battute di scherno da parte dei due avversari. Tornando al tema, il primo pensiero del team principal del box Red Bull non può che puntare dritto al problema più grande delle moderne power unit: “Gli attuali costi sono estremamente proibitivi”. Se prima, da cliente, lo sviluppo era destinato alla casa costruttrice, ora che gli austriaci entreranno in gioco anche in veste di motoristi, questo diventa un aspetto essenziale nell’economia del gioco.
Quello di ridurre i costi è comunque un aspetto chiave del quale beneficeranno tutti, sia i costruttori attualmente presenti che coloro i quali avranno intenzione di farvi parte in futuro. Il nodo però sul quale si è concentrato maggiormente Horner, un po’ a sorpresa, non sono gli aspetti finanziari, né la sostenibilità o il livello di prestazioni che esso potrà fornire. No.
Giudicato dai più come un elemento ininfluente sullo spettacolo, quello di migliorare il sound è un punto che sembra stare molto a cuore al manager britannico: “È un aspetto del quale non si è tenuto conto quando queste motorizzazioni sono state concepite. Penso che in tal senso, ora si abbia tra le mani una grande opportunità. Potremmo ritrovarci ad utilizzare la prossima tipologia di motori per i prossimi 10 anni e dovremmo pensare ad un prodotto un po’ diverso dall’attuale. Credo che debba garantire emozioni, offrire un buon sound e sì, ovviamente, dovrà essere un progetto che guardi alla sostenibilità”.
“Prima di tutto però dovrà divertire, altrimenti faremmo tutti meglio ad andare in Formula E”. Da qualche parte, esiste ancora qualcuno a cui piace ascoltare il rombo dei motori e Horner è certamente tra questi.
Divertente oppure no, dipende dai punti di vista, per la F1 non ha effettivamente senso puntare troppo sulla componente elettrica. La FIA ha già organizzato il suo bel campionato destinato a questa tipologia di propulsori. Quindi, come sostenuto oggi da Wolff, è inevitabile che si vada sostanzialmente verso un nuovo concetto di power unit (leggi qui). Un ibrido che unirà ancora una componente endotermica ad una elettrica, con quest’ultima più potente dell’attuale (seppur molto probabilmente priva dell’MGU-H).
“Speriamo che le menti collettive possano inventare qualcosa di attraente per il 2025, anche se ritengo che forse sarebbe più opportuno attendere ancora un anno e fare un lavoro migliore per il 2026”. Oguno tira l’acqua al suo mulino. Il nuovo reparto Red Bull Powertrains sembra che entrerà totalmente in funzione soltanto nel 2023 (il prossimo anno dovrebbe esserci ancora una certa cooperazione con Sakura nonostante l’addio della Honda alla F1) e di certo un anno in più le farebbe comodo.
In chiusura, immancabile il commento sull’incontro tenutosi sabato, anche se non scontato come quelli visti finora. Un meeting ritenuto da tutti, Horner incluso, esser stato “Molto costruttivo. Tutte le parti interessate erano coinvolte nella discussione e questo è un ottimo aspetto. C’è in gioco il bene e il futuro della F1. È dunque importante lavorare assieme per trovare la soluzione migliore sia in termini di costo che di prodotto”.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – FormulaE – Red Bull – Honda