Formula 1

Masi non è frustrato. Forse dovrebbe esserlo

Comunicare in F1. Senza dubbio un fattore importante. Anzi fondamentale per poter gestire al meglio situazioni che altrimenti potrebbero sfuggire di mano. Sembrerebbe un’ovvietà e forse lo è, ma un’apertura tale come negli ultimi anni non c’era mai stata nell’ambito della comunicazione. Si tratta di un bene, quindi. Un “provvedimento” capace di far crescere tutto il sistema. Ma qui andrebbe messo un punto. Sì perché, all’interno del Circus, legare tale miglioramento allo spettacolo potrebbe produrre l’effetto contrario. Rendere pubblici stralci delle comunicazioni radio tra direttori sportivi e direzione gara, infatti, non sembra essere la strada corretta per evitare polemiche. Lo è, invece, se quello che conta di più è appunto lo show. 

Ma d’altronde è inutile girarci troppo attorno. L’atteggiamento scelto e messo in pratica dalla gestione a stelle e strisce è proprio questo. Lo stesso che ha prodotto un regolamento limitante, quello 2022, dove le vetture si assomiglieranno tutte e la possibilità di incidere a livello tecnico sarà decisamente piccola. In barba allo spirito della massima categoria del motorsport. Tanto l’unica cosa che conta per il ragionamento made in States sono i sorpassi. Questione, tanto per dirne una, sulla quale già in parecchi all’interno del paddock hanno dubbi, convinti che la rivoluzione regolamentare non avrà affatto l’effetto desiderato sotto questo punto di vista.

Michael Masi, F1 racing director

Michael Masi è l’attuale racing director della F1. L’australiano, subentrato nel marzo 2019 a Charlie Whiting, storico direttore di gara dei GP scomparso improvvisamente a causa di un’embolia polmonare, doveva essere un sostituto momentaneo. Lui stesso lo rese noto in tempi non sospetti. E invece no. L’occasione per piazzare quello che poi sarebbe diventato un uomo di fiducia della federazione era troppo grossa.

Michael, riferendosi alla “chiacchierata” con Wolff e Horner dopo la collisione alla Copse tra Hamilton e Verstappen, ha rivelato di non avere nessun tipo di problema ad ascoltare i pensieri che esprimono le squadre in casi simili, definendoli come “forma di comunicazione” attraverso la quale i team propongono il loro punto di vista. Questione che non lo frustra assolutamente…

Il momento del contatto tra Hamilton e Verstappen, Gp Inghilterra 2021

Fin qua tutto giusto, potremmo dire. Peccato che, successivamente, ha incluso nello  stesso pensiero un’altra considerazione, secondo la quale non spetterebbe a lui essere coinvolto in simili discussioni, in particolare se si tratta di una questione che gli steward stanno studiando. Beh… oltre il chiaro controsenso, si direbbe che le idee non siano molto chiare al riguardo.

A tal proposito, credo che il commento successivo, nel quale Masi accoglie con favore il fatto che il pubblico possa vedere da una prospettiva diversa ciò che accade dietro le quinte, confermi quanto detto in precedenza. D’altra parte come gli americani ci insegnano, o forse sarebbe meglio dire “ci impongo”, la sete smaniosa di pathos che il pubblico desidera va pur assecondata… o no?


F1-Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz

F1-Foto: FIA

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Pubblicato da
Zander Arcari