Le scelte prese dalla direzione gara nel corso del dodicesimo appuntamento iridato del campionato di F1 sono alquanto discutibili. L’unica linea che ha messo tutti d’accordo è stata quella di non gareggiare. La pioggia battente e incessante ha spinto i commissari a fermare le vetture in pit lane dopo alcuni passaggi dietro la Safety Car.
Il primo tentativo di sostenere il Gran Premio del Belgio non va a segno insomma. La visibilità era del tutto compromessa. Pensare che lo stesso Max Verstappen, leader della corsa, ha incontrato le sue difficoltà a seguire la vettura di sicurezza lascia immaginare le difficili condizioni affrontate dai piloti a centro gruppo.
A questo seguirà una lunga sospensione di circa 3 ore. Alle 18:07, dopo una serie di molteplici rinvii e relativo “appello al codice internazionale” (leggi qui l’analisi regolamentare), arriva un avviso definitivo: la gara riprenderà alle 18:17. Si torna in pista, quindi, ancora dietro la Safety Car. Percorse due tornate la bandiera rossa sventola nuovamente: il Gran Premio del Belgio edizione 2021 termina qui.
Il regolamento parla chiaro: occorre transitare almeno due volte sulla linea del traguardo per poter assegnare i punti, in questo caso dimezzati visto il mancato raggiungimento di almeno il 75% della lunghezza della gara. Le norme, pertanto, vengono applicate alla lettera.
Tale decisione genera forti critiche. Quanto fatto in nome della sicurezza non si discute. Siamo d’accordo. Ma la questione che ha dato vita alla diatriba è un’altra e riguarda la volontà presunta della federazione di approvare legalmente il Gran Premio del Belgio per scrollarsi da dosso “i doveri economici” verso TV, pubblico e chissà chi altro.
L’accusa nei confronti della FIA è molto forte. Mossa con estrema fermezza non da noi Media, i soliti scribacchini in cerca di un click. Ma bensì da chi le auto le guida e conosce a menadito i meccanismi che regolano il Circus. La federazione incassa il colpo ma non sta a guardare. Contrattacca e spiega che non avrebbe dovuto pagare alcuna mora alle Tv senza la disputa del Gp. O almeno così sostiene. Mentre per la questione pubblico assicura che studierà il caso per capire come comportarsi. Questa la fredda cronaca di una “non manifestazione”.
Le due tornate dietro la Safety, totalmente inutili a livello sportivo, restano una macchia che difficilmente potrà essere cancellata. Il fantasma di una mossa manovrata ad hoc per raggiungere altri scopi aleggerà nelle menti di fan, piloti e addetti ai lavori. Una manovra politica ponderata in un mondo grigio, fumoso, dove la comunicazione insabbia gli scopi primari e la verità difficilmente riesce a sopravvivere.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno