Undici gare disputate, altre dodici storie da scrivere. Ungheria e Belgio, da anni, sono diventate il giro di boa del campionato del mondo di F1. A metà anno, quindi, è lecito tracciare dei bilanci avendo potuto incamerare una mole di dati tale da poter fare una proiezione per la seconda metà di stagione. L’obiettivo più o meno dichiarato della Ferrari è il terzo posto nel campionato costruttori. Un traguardo per il quale la Ferrari è in corsa visto che è quarto in graduatoria a sole quindici lunghezze dalla McLaren.
Il bicchiere è da considerarsi mezzo pieno poiché Maranello veniva da una stagione sciagurata chiusa con un mestissimo sesto posto e con pochissime soddisfazioni. Una power unit “vittima” dell’accordo riservato con la FIA e una monoposto nata male e poco sviluppabile hanno creato le condizioni per un 2020 da dimenticare nel quale ci sia è messa anche la posizione da dimissionario di Sebastian Vettel che è stato meno utile del solito alla causa rossa. Ricordi nefasti che un 2021 tutto sommato in crescendo sta aiutando a far dimenticare.
Ma bisogna fare attenzione a ritenersi soddisfatti. Per storia e blasone una Ferrari che sgomita in quarta piazza in F1 non è proprio il massimo. Il 2021 è una stagione di transizione ma che abbisogna di essere chiusa centrando quel terzo posto che sa tanto di obiettivo massimo per il team e di minimo sindacale per una tifoseria che da troppo tempo pretende, a giusta causa, che il Cavallino si issi ai vertici della categoria. C’è la sensazione che in questa questa annata sportiva si sia raccolto meno di quanto si sia seminato.
Montecarlo è l’esempio più fulgido in tal senso: una pole vanificata da un incidente che di fatto ha costretto Leclerc al ritiro. Cosa che gli ha “scippato” la possibilità concreta di portare a casa un trionfo non pronosticabile a inizio anno. Osservando il layout del toboga monegasco era lecito attendersi qualcosina in più in termini dei performance in Ungheria, pista, per caratteristiche, affine al Principato.
E invece la Ferrari ha sottoperformato, soprattutto in qualifica. La gara ha avuto un esito agrodolce, con Leclerc letteralmente fatto fuori da Stroll e Sainz che, sornione e solidissimo, ha approfittato dei ritiri e dei problemi occorsi ad altri piloti per agguantare un terzo posto che è ancora sub iudice in attesa del ricorso della Aston Martin Cognizant F1 Team relativo alla squalifica comminata a Sebastian Vettel. In ogni caso la Rossa è riuscita nell’intento di recuperare altri punti sulla scuderia di Woking che ha incontrato un doppio zero dipeso dal ritiro di Norris centrato da Bottas al via e dall’ennesima prestazione opaca di Ricciardo che, da punta di diamante, si sta trasformando nel tallone d’Achille del glorioso team britannico.
Tra meno di tre settimane i motori torneranno a rombare. Il teatro delle operazioni sarà Spa Francorchamps, un circuito che mette alla prova le vetture e i propulsori. Un tracciato sul quale, in condizioni normali, si impongono le monoposto che riescono a trovare il miglior compromesso tra saliscendi, curvoni ad alta velocità e l’ultima chicane lentissima che mette in crisi chi non riesce a centrare l’assetto corretto. Ferrari si approccia alla gara belga – e in generale alla seconda metà del campionato – con più di una preoccupazione. “Ritengo che ci saranno piste sulle quali mancherà velocità. Una di queste è Spa“.
Il giudizio lapidario è di Mattia Binotto che poi cerca di stemperare gli effetti dell’ordigno mediatico che ha lanciato: “E’ stato comunque bello vedere che a Silverstone eravamo veloci. Quello inglese è un circuito più rappresentativo per altri team. Nel complesso penso che possiamo avere una buona seconda metà della stagione“.
Ed è proprio alle prestazioni di Silverstone, comunque camuffate da una Red Bull fuori dai giochi, che la Ferrari deve aggrapparsi per continuare la corsa alla terza piazza. A più riprese sia Binotto che Mekies hanno dichiarato che lo sviluppo della F1 SF21 è sostanzialmente bloccato. Gli sforzi dei tecnici e delle maestranze sono rivolte al 2022. Una scelta strategica legittima e condivisibile visto che le nuove norme apriranno ad una rivoluzione senza precedenti dalla quale potrebbero emergere nuovi gruppi di potere. Ma, così facendo, c’è il concreto rischio di vanificare gli slanci profusi in questo campionato.
McLaren non resta con le mani e mano e vuole confermare la terza piazza del 2021. In questo senso Mercedes AMG F1 potrebbe essere una buona alleata. Come dimostrato in una nostra analisi, la power unit di Brixworth può ora contare su mappature da gara più aggressive (leggi qui). Ancora, è attesa proprio per Spa – al massimo per Monza – una nuova specifica del V6 anglo-tedesco che potrebbe mettere qualche cavallo in più nella riserva della McLaren. Fattore che pesa molto quando si vanno ad affrontare circuiti nei quali la cavalleria conta in maniera preponderante.
La seconda metà della stagione della Ferrari è quindi sospesa tra la volontà di centrare il target e la necessità di non sprecare risorse sia finanziarie che progettuali in chiave 2022. Un sottile equilibrio che potrebbe non reggere a causa di una McLaren che non intende arrendersi. Tra il 29 agosto e il 12 settembre assisteremo a tre gare in vorticosa successione: Spa, Zandvoort e Monza. Solo dopo questa “tripletta” riusciremo ad avere un quadro più completo. E capire se la profezia di Binotto si sarà avverata o meno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Ferrari