Il fine settimana del Gran Premio del Belgio di F1 edizione 2021 non è iniziato alla grande per la Ferrari. Riflettendo sulle caratteristiche della propria vettura, la storica scuderia italiana sapeva di non trovarsi sulla pista migliore. Il fantastico scenario incastonato nella zona collinare delle Ardenne, però, ha riserbato più problemi di quelli previsti. Ne abbiamo parlato, in dettaglio, nell’analisi on board delle prime prove libere (clicca qui per saperne di più), dove raccontiamo le fasi salienti seduti in macchina con i ferraristi.
Gli alfieri della Rossa hanno cercato di domare un monoposto scorbutica. La SF21, infatti, ha dimostrato di essere un po’ troppo insofferente durante le Fp2, mettendo in difficoltà i tecnici che hanno faticato parecchio per trovare un compromesso aereo-meccanico capace di soddisfare i piloti. Setting “easy to overtake” che, allo stato delle cose, non ha certo entusiasmato.
Nel tentativo di mascherare il deficit di cavalli che la PU italiana paga nei confronti di Honda e Mercedes, i tecnici del Cavallino Rampante, con il bene placido dei corridori, hanno deciso di utilizzare un assetto più scarico. La volontà era quella di recuperare po’ di top speed per poi “arrangiarsi” nel T2, zona guidata ricca di curve in appoggio.
Osservando il nostro grafico telemetrico relativo alla Speed, notiamo subito che lo spagnolo ha optato per un assetto un pelo più carico. Questo per cercare di risolvere i problemi legati ad un fastidioso sottosterzo che nel primo run della seconda sessione di libere ha attanagliato non poco il madrileño. Malgrado i fastidi derivati da un bilanciamento non ottimale, Carlos è comunque riuscito ad interpretare il T2 meglio rispetto al compagno di squadra, mantenendo altresì una buona velocità negli altri due settori.
Quanto detto si evidenzia a Les Combes, rapido cambio di direzione, e successivamente nella mitica curva Pouhon, dove la numero 55 sfrutta qualche punto di carico in più e porta una velocità minima superiore a centro curva. Charles, invece, ha scelto una monoposto con meno ala. Il monegasco ci ha abituato ad una grande capacità di adattamento che gli consente di “supplire” con la guida alla mancanza di spinta verticale. Resta da capire (lo faremo oggi pomeriggio) come verrà impostata la sua vettura dopo lo studio dei dati al simulatore.
Prendendo in esame la traccia estrapolata dall’utilizzo della trasmissione, saltano alla vista 3 differenze principali. La prima si registra alla Source, dove il monegasco scala sino in seconda marcia. In questo punto del tracciato il ferrarista è stato “rimproverato” in un paio di occasioni dal suo ingegnere spagnolo. Questo perché, secondo i dati in possesso dal muretto box italiano, Leclerc tendeva ad andare troppo presto sul freno.
Tale scelta è dovuta allo stile di guida intrinseco dell’ex Alfa Romeo, che di solito preferisce sacrificare leggermente l’entrata per poi andare in anticipo sul gas e godere di una migliore trazione in uscita. Le altre due variazioni si notano a Les Combes e alla Rivage, dove Carlos, come sottolineato in precedenza, è più rapido a centro curva mantenendo una marca più alta.
Sono parecchie le curve famose del bellissimo circuito belga. Tra le tante spicca la mitica Pouhon, doppia piega antioraria in discesa che si percorre a velocità da capogiro. Grazie all’ingrandimento realizzato dal nostro esperto Luca Bettiol (@BettiolLuca), andiamo ora ad analizzare brevemente il comportamento di alcuni piloti in questa particolare zona della pista.
Nel confronto a seguire, si evidenzia come Max Verstappen alza il piede dall’acceleratore all’ingresso per poi tenerlo giù per il resto della percorrenza. Medesima decisione per Sainz anche se, all’imbocco della seconda curva, lo spagnolo è costretto a parzializzare leggermente in quanto dispone di una spinta verticale minore rispetto alla Red Bull del giovane talento di Hasselt.
Approccio differente per Bottas. Come da stessa ammissione del finlandese, i tecnici Mercedes hanno optato per una messa a punto capace di garantire più velocità nel T1 e nel T3, convinti che tale scelta possa pagare maggiormente in qualifica e soprattutto in gara, dove Valtteri dovrà recuperare posizioni in seguito alla sanzione in griglia di 5 posti. Sacrificare parte della downforce costringe il pilota Nastola ad un atteggiamento più cauto, parzializzando sino al 50% l’acceleratore per un tempo decisamente superiore.
F1-Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz
Telemetrie: Luca Bettiol – @BettiolLuca