La gestione della riparazione dei danni in rapporto al budget cap fa discutere squadre, piloti e appassionati di F1. Il Gp d’Ungheria, ha mandato in archivio la prima metà di stagione (11 gare disputate a fronte delle 23 in programma) e possiamo dire che ci sono già stati dei team che a questo punto del campionato hanno dovuto ricorrere a delle massicce riparazioni sulle proprie vetture. Tra questi spicca senz’altro il team Red Bull. L’incredibile impatto subito da Max a Silverstone uniti ai danni riportati dalla sua vettura e a quella di Perez in Ungheria (ne risulterebbe compromesso anhe il propulsore nel caso del messicano), determineranno un grande esborso economico.
Denaro prezioso che se ne va non per colpe proprie e che inizia ad avere un peso nnotevole nell’economia del budget cap. Un tetto in cui, a fine anno, dovranno rientrare le spese riguardanti il progetto 2022, sviluppo auto 2021 e ovviamente anche eventuali riparazioni (oltre poi a quelle riguardanti la gestione del team). Insomma, non un bel quadro per Red Bull, ma neanche per Mercedes, se pensiamo che quello di Budapest risulta essere il secondo grande crash stagionale per Bottas. Il primo lo si era registrato a Imola in occasione del contatto con Russell.
In molti si stanno interrogando se sia davvero giusto far rientrare i costi di riparazione delle vetture nel budget cap, soprattutto se derivanti da errori altrui. Da questo prende spunto la proposta avanzata al termine della gara dal team principal della Ferrari, Mattia Binotto: “Dovremo cercare di discuterne con la FIA. Bisognerebbe pensare ad una modifica regolamentare che preveda una sorta di risarcimento danni, nel caso in cui un team venisse chiaramente danneggiato dalla manovra di un avversario. In questo modo, l’impatto sul budget cap ne risulterebbe sicuramente ridotto”.
Non solo Red Bull, in Ungheria sono state tante le vetture rimaste vittime degli errori commessi da Bottas e Stroll. Se la regola proposta da Binotto fosse stata in vigore in occasione di quest’ultimo Gp, le casse di Mercedes e Aston Martin ne avrebbero risentito pesantemente. Valtteri ha messo fine alle gare di Perez, Norris e complicato enormemente la domenica di Verstappen, mentre il pilota dell’Aston Martin ha causato il ritiro di Leclerc e provocato danni alla monoposto di Ricciardo.
L’idea dell’italiano, in linea di principio, non è per niente male. Chi sbaglia paga. L’unico effetto indesiderato potrebbe essere quello di avere dei confronti meno accesi in pista, con i piloti chiamati a far ancora più attenzione di quanto non lo facciano già adesso, ma sicuramente eviterebbe ogni qualsiasi sorta anche di malevolo dubbio che possa insinuarsi nella mente degli appassionati e delle squadre interessate.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno – Mercedes – Ferrari – Red Bull