Sembra incredibile, ma in realtà non lo è. In moltissimi (e io fra loro) sperano presto in una debacle impossibile della Mercedes. C’è chi si spinge addirittura ad augurarsi un suo ritiro per il “bene” dello sport. Eppure, la squadra più vincente e probabilmente più invisa di tutta la storia della F1 (proprio perché super dominante), per ben due volte ha impedito che la massima categoria del motorsport diventasse sempre di più uno sport “clone” della Indy Car.
Giova ribadire il concetto che qui nulla si ha contro la formula della velocità a ruote scoperte made in USA, dal punto di vista delle monoposto un monomarca targato Dallara, che punta soprattutto allo spettacolo. Tuttavia la F1 è diversa, con un DNA legato alla sperimentazione in tutti i settori che possano permettere il raggiungimento della massima performance. E qui casca l’asino. L’obiettivo della statunitense Liberty Media, che è la proprietaria dei diritti relativi alla Formula Uno, è la spettacolarizzazione a scapito dell’inventiva e della sperimentazione.
Per questo, tendenzialmente, l’avvicinamento alla Formula Indy, seppur lentamente, diventa sempre più marcato, e già dal 2022 (scopri i segreti sulla Rossa della prossima stagione cliccando su questo link) avremo un grosso assaggio. Tuttavia, se questo percorso, che i puristi (come me) sperano abortisca nell’arco di qualche anno… dicevo se questo percorso è più lento rispetto alla tabella di marcia di Liberty Media, sostanzialmente lo si deve a Mercedes AMG F1 Team. La stessa scuderia che, lo scorso anno, fece la voce grossa per bloccare quella panzana megagalattica della griglia invertita.
E la stessa che, è notizia di qualche giorno fa, assieme a Red Bull (immaginiamo che solo questo, attualmente, accomuni le due scuderie) ha fatto saltare il tentativo della Federazione Internazionale di arrivare ad un sistema di cambi gomme totalmente controllato dalla direzione di gara e allo stesso tempo standardizzato nelle sue componenti e fasi operative.
Red Bull e Mercedes si sono dunque opposte per ovvi motivi competitivi. Entrambe le scuderie hanno infatti investito tempo e denaro per perfezionare i rispettivi sistemi di pit stop. E perderebbero così un legittimo vantaggio acquisito sul campo. I team, l’anno scorso bocciarono anche l’idea di un impianto frenante unico (targato Brembo).
Questi segnali sono, per certi versi, incoraggianti. Nel senso che anche se per motivi prettamente egoistici, c’è una parte della massima categoria del motorsport che non vuole affatto cedere ad avere sempre più parti in comune e che, sostanzialmente, difende la F1, o perlomeno la sua essenza. Ora, in tutto questo discorso, vi verrà da domandarvi che ruolo ha avuto la scuderia più importante e più vecchia de Circus.
Quella che avendo sempre partecipato ai mondiali di F1 sin dalla loro nascita, ha addirittura il diritto di veto. Ebbene, quella scuderia capitanata da Mattia Binotto, sembra quasi spellarsi le mani per applaudire tutte le pensate di FIA e Liberty Media!
“Bene, bravi, bis” E’ un del Domenicali, E’ un bel Todt!”
Ebbene si, Ferrari (leggi i dettagli sul nuovo motore della SF21) era entusiasta della griglia invertita, non ha particolari problemi ad accettare le gare sprint e, evidentemente, era anche d’accordo per standardizzare totalmente i cambi gomme. Non ne ho la certezza, ma ho il fondato dubbio che Enzo, il fondatore, avrebbe agito in modo molto, molto diverso. E ora, per piacere, non datemi del “nostalgico”. Perché potrei mettere mano al fucile (in senso metaforico, s’intende)
Foto: Scuderia Ferrari – Formula Uno – Mercedes AMG F1