F1. Il pagellone semiserio (e non scritto) del Froldi.
Ospite speciale: il tenente Colombo
Mentre finiva in farsa la pantomima del Gran Premio corso-ma-non-corso, con punti dimezzati, impazzavano le voci più disparate. Addirittura si vociferava di un clamoroso colpo di scena, con la Federazione intenzionata a chiudere con il famoso e bellissimo circuito, una volta per tutte, per evitare nuove figuracce: basta con SPA! Fine!
Nel frattempo, il nostro inviato speciale sulla F1 Mariano Nughessun* ha avuto occasione di parlare con un ospite d’eccezione, il famoso detective Colombo. Lo abbiamo incrociato in uno dei prati adiacenti la curva, mentre alcuni tifosi di Max Verstappen inveivano contro Hamilton.
Il tenente sta cercando di accendersi un sigaro, ma è cosa improba. Ha il suo consunto impermeabile pieno zeppo d’acqua, nonostante l’ombrello che ripara la folta capigliatura disordinata e con molti capelli ormai bianchi. Lo salutiamo, gli chiediamo se è davvero lui, fa cenno di sì, ma non ci fa neanche finire di parlare e chiede se abbiamo un accendino. “Ehmm mi spiace, non fumo”, e lo guardo con una certa disapprovazione…
Esordisce il tenente: “Ha ragione sa, è che è un vizio che non riesco a togliermi… pensi che ad un certo punto sono riuscito a stare un mese senza sigaro… mi ero abituato alle sigarette elettroniche, e mi è venuto il vizio di quelle, poi però ho dovuto utilizzare di nuovo il sigaro per togliermi la dipendenza dalle sigarette elettroniche… cose da matti…”
“Capisco, tenente, volevo sapere per la F1…”
Colombo ci interrompe nuovamente…“Scusi, ha mica visto mia moglie? Mi ha detto che si allontanava un attimo e poi l’ho persa… poi ci sono questi aggeggi infernali, questi smartphone, che non funzionano mai… e niente… cerco di chiamarla ma mi esce una scritta strana…”
Non possiamo aiutare, almeno per il momento, Colombo, ma già che ci siamo, gli chiediamo cosa ne pensa di quanto sta accadendo a Spa nel weekend di F1. Il tenente si mette la mano sopra l’occhio destro, con la sinistra si appoggia alla rete di recinzione sta qualche secondo in silenzio e risponde: “Oh, ma guardi, io di queste cose non mi interesso, io ne so poco di F1, ci sono venuto perché mia moglie ha alcuni parenti in Belgio, questi hanno i nipoti tifosi di Verstappen e quindi ci hanno portato a vedere questo gran premio, che però non abbiamo mica visto, magari abbiamo portato sfortuna noi…”
Il tenente sorride.
“Mi scusi, ma lei è di origini italiane, non sa nulla della Ferrari? “
“Oh, ma chi non conosce la Ferrari negli Stati Uniti, sapesse quanti colpevoli ho incastrato che avevano nei loro garage bellissime Ferrari, mi ricordo una Daytona negli anni settanta un modello blu… quanto tempo è passato… e poi conosco bene Mario Andretti, che ama da sempre la Ferrari. Un volta mi ha portato a fare un giro su una cosa strana con due posti uno dietro l’altro. Le giuro che appena abbiamo finito un giro in non so quale circuito sono dovuto correre in bagno per vomitare tutta la colazione”.
Il tenente agita le mani, da tipico italiano, per rafforzare il concetto. Poi ha un attimo di pausa, come se si fosse ricordato di qualcosa… mette la mano dentro una delle tasche dell’impermeabile e tira fuori da un fazzoletto di carta ravvolto… un… uovo sodo.
“Mi scusi ma tutta questa acqua e questo freddo mi hanno fatto venire fame…”
Mentre Colombo sbocconcella l’uovo, aggiunge: “Mia moglie ha voluto a tutti i costi visitare il paddock, e non so come è riuscita ad ottenere un pass… quando siamo andati a vedere i box Ferrari si è sentita male ed è andata un attimo in bagno… mi hanno fatto conoscere Bin-eight, mi pare si chiami così… mi è sembrato un uomo di poche parole… molto concentrato su se stesso e poi continuava a dire che devono analizzare, capire i dati…”
Mi scusi tenente, ma ha conosciuto solo Binotto?
“No, no, quella testona di mia moglie poi è voluta andare a salutare Hamilton, e ho conosciuto anche Toto Wolff…”
“Che impressione le ha fatto?”
“Guardi, se devo essere sincero, mi ricorda uno dei casi più clamorosi che ho risolto, quando ero in crociera per il Messico… c’era questo tizio che aveva architettato tutto, ma proprio tutto, per far fuori una ballerina che si esibiva nel salone della nave da crociera e che lo stava ricattando… insomma, mr. Wolff mi ricorda un cattivo. Elegante, a suo modo geniale, simpatico ma estremamente pericoloso. Invece Todt mi ricorda un tipo che era innamorato del vino prodotto nelle sue cantine, Corsini, tanto da aver ammazzato il fratellastro playboy che voleva vendere tutto…”
“Tenente, ma cosa pensa di questa Formula 1?”
“Guardi,” Colombo mette le mani avanti “io non sono un esperto. Ogni tanto vedo le gare per la Ferrari, per le mie origini sa… mio padre era un grande tifoso di Nuvolari tra l’altro… però ecco, io non riesco a capirla questa F1 e sono molti anni… vede, se penso alla complicazione di queste gare e dei loro regolamenti… ecco, la sparo grossa, ma ammetto che talvolta alcuni casi di omicidio erano meno intricati, e non è che io sia di primo pelo…”
“Ma, a proposito di omicidi, ci sono tanti che parlano di morte della F1… ecco, se lei stesse investigando, che idee si sarebbe fatto?”
Il tenente ci guarda, con le dita della mano destra si gratta un pochino la testa…
“Bè… se fossimo davanti ad un omicidio… credo siano tutti colpevoli, eccettuato il circuito, perciò anche se qualche amico poliziotto mi racconta che la FIA vorrebbe non correre più a SPA, per me questa sarebbe la soluzione peggiore, come buttare via l’acqua sporca con il bambino. Dicevo, vediamo i colpevoli: la Federazione che ha creato un regolamento che sembra scritto con i piedi e ci sono cose che davvero, guardi eh, mi ci sono messo a ragionarci su… ma proprio non capisco… le faccio un esempio…”
“Dica”
“C’è questa cosa qui del parco chiuso… che fa a pugni con il loro motto che leggi ovunque… Safety first, ecco, dico… se cambiano le condizioni meteo da sabato a domenica, tu non puoi, come si dice, sistemare l’assetto. Ora, mi pare evidente che se gareggi con una monoposto che non è regolata per le condizioni della domenica… per un pilota diventa molto più difficile correre… eppure si parla di questa cosa ma nessuno la cambia… chi era che lo aveva scritto, che questo regolamento lo avevano fatto quattro ubriachi al bar… mi aiuti… ce l’ho sulla punta della lingua…”
“Marchionne?”
“Si, ecco, proprio lui… allora, primo, i piloti sono ognuno per conto proprio, mi ricordo quando ero più giovane che che c’era gente come Lauda, Senna, Prost e altri che si facevano sentire e avevano un certo peso, e se era necessario erano compatti. Non credo che loro sarebbero andati sul podio a festeggiare non si sa cosa… poi quel ragazzo, come si chiama, Masi… insomma immagini se io con il mio cane, Dog, esco per fargli fare i bisogni, poi dopo due minuti rientro, poi riesco di nuovo… quello impazzisce giustamente… insomma, mi sembra che Masi non ci capisse molto oggi eh!
Poi a ruota anche la FOM, presieduta da Domenicali… gran brav’uomo eh… ma forse non è adatto per quel posto… ecco, quei due giri sembravano fatti apposta per non restituire i biglietti… non so… o annullavano la gara subito, oppure tenevano la safety car per almeno più giri sperando che qualcosa migliorasse, ma dopo due giri la cosa è assai insolita… vede, io ho un certo sesto senso per i particolari che non si incastrano e quindi ammetterà con me che non è stato uno spettacolo dignitoso, ecco, uso questa parola….”
“Insomma, non si salva nessuno…”
“Sì, qualcuno che si salva c’è… il pubblico. Che nonostante tutte queste cose terrific, davvero terrific, continua a seguire la F1. Il problema ci sarà quando la gente comincerà a disaffezionarsi…”
D’improvviso squilla qualcosa… il tenente, lesto, infila la mano in un’altra tasca e tira fuori lo smartphone per poi rispondere.
“Sì, ma tu dove sei… sono preoccupato… cosa vuol dire che hai vinto un premio… si ma se tu mi dici dove ti trovi ti raggiungo… mi mandi cosa? La localizzazione? Ma che cos’è… vabbè, ora mi muovo…”
“Scusate ma devo andare a cercare mia moglie”, dice il tenente salutandoci con la mano destra.
Poi, dopo pochi passi, si ferma un attimo e si volta verso di me.
“Ah, mi scusi, just one more thing…”
“Dica tenente”
“Forza Ferrari, nonostante tutto!”
Dal vostro inviato sull’isola che non c’è, è tutto.
*: onomatopeico, dal dialetto tabarkino, significa “non ci sono”
F1-Foto: F1 TV