F1. Sabato 31 luglio ore 11.30, hospitality della FIA. A due settimane di distanza interessante e “interessato” incontro tra Jean Todt, presidente della federazione internazionale dell’automobile e Christian Horner, team principal della scuderia Red Bull Racing. Benché la conversazione abbia toccato vari punti, il più importante discusso nei 20 minuti abbondanti resta senza dubbio quello legato alla vicenda britannica.
Parliamo, è ovvio, della collisione durante il giro uno di Silverstone. Incidente che di fatto ha escluso Verstappen dalla gara, oltre che provocare parecchi danni alla monoposto austriaca. Le polemiche agitate con fervore dalla Red Bull hanno disseminato caos su tutta la stampa che si occupa di F1. Ne abbiamo parlato ampiamente qui, dando la nostra opinione sul fatto politico-sportivo, oltre ad esaminare i fatti e spiegare a livello tecnico il perché Mercedes abbia vinto il ricorso (clicca qui per leggere l’analisi telemetrica).
Ma torniamo all’incontro. Lo “Spice Boy”, arrabbiato e indignato per l’atteggiamento Mercedes giudicato irrispettoso, ha messo su un’arringa mica da ridere. D’altronde c’era da difendere tutta la quadra di F1 esternando il malcontento per la penalità ritenuta inadeguata, senza dimenticare la richiesta di revisione andata a vuoto. Sappiamo perfettamente, infatti, che l’incapacità di disputare il Gran Premio della Gran Bretagna con Max e la relativa perdita di punti per il botto alla Copse,ha creato danni materiali che a loro volta hanno prodotto ulteriori problemi legati alla gestione delle finanze comandata dalla budget cup.
Fatte presenti tutte le tematiche di cui sopra, l’ex ferrarisita ha sostanzialmente confermato le scelte prese. Todt ha definito congrua la penalità comminata a sua maestà sette titoli e poco utile l’appello per cambiare lo stato delle cose. Inoltre, ha ribadito un certo fastidio nell’approccio alla questione dimostrato dalla Red Bull, che avrebbe messo in discussione la buona fede dell’organo giudicante con una lettera in allegato alla revisione. Il contenuto ha creato una sorta di “preoccupazione” all’interno della FIA, rimarcato dalla federazione stessa nel rifiuto dell’istanza richiesta dalla scuderia di Milton Keynes.
In sostanza: se Horner e compagnia cercavano in qualche modo il metodo per togliere potere politico alla Mercedes, probabilmente hanno utilizzato una strategia sbagliata. La strada percorsa infatti, invece di intaccare l’immagine dei tedeschi, ha di fatto affossato quella degli austriaci. Un autogol che la scuderia (attualmente seconda nella classifica dei costruttori con 12 lunghezze sugli attuali campioni del mondo) non si può permettere in ottica mondiale.
Nella massima categoria del motorsport regna una battaglia su più fronti. È sempre stato così. Sfidare la casa della stella a tre punte significa lottare anche fuori dalla pista. Portare la competizione lontano dai circuiti. Per farlo però, servono menti fervide che masticano bene la F1. E in questo, sino a prova contraria, Mercedes è la numero 1 da diversi anni oramai.
Se non altro, magra consolazione mentre cerca di acquetare l’animo intriso dalla rabbia, Red Bull può contare sull’appoggio morale di Todt che si è detto “dispiaciuto” per come siano andate le cose: “Queste sono le corse…”
Foto: Red Bull – Mercedes – Sky Sports