Più si tornano a vedere gli onboard e gli highlights dell’ultimo Gp di F1, più risulta difficile comprendere le ragioni che hanno portato Lewis Hamilton (Mercedes) a schierarsi sulla griglia di partenza anziché rientrare ai box per montare gomme slick, come fatto dal resto del gruppo. Il giro d’uscita non lasciava spazio a dubbi: la pista era asciutta e i tempi fatti dai piloti su mescola gialla lo hanno dimostrato sin da subito.
A tutto c’è comunque una spiegazione, che in questo caso ci viene fornita da Andrew Shovlin, responsabile ingegneri di pista Mercedes: “Una volta lasciata la pit lane, abbiamo discusso molto dell’ipotesi di montare le slick. La pista era per lo più asciutta, ma alla fine devo ammettere che le nostre scelte si sono rivelate sbagliate” inutile negare l’evidenza…
Tuttavia, il giochino che fa la Mercedes è sempre lo stesso, ovvero quello di andare a cercare una giustificazione tale da permettere loro di avere “sempre ragione” (come dicevamo anche qui).
Infatti quanto affermato dal tecnico potrebbe anche avere una certa logica, se non che non va totalmente a discolpare la squadra dall’errore commesso: “La nostra mentalità è stata quella di non correre rischi: eravamo primi e rientrando ai box saremmo potuti scivolare indietro (cosa che poi è accaduta, ndr) e restare coinvolti in un incidente. Quindi abbiamo deciso restare sulle intermedie per esser sicuri di non correre rischi. Quando come nel nostro caso ti ritrovi in possesso del primo garage presente in pit lane, hai lo svantaggio poi di dover attendere il transito di tutto il trenino di vetture prima di poter dare il permesso al tuo pilota di ripartire. O comunque attendere che si apra un varco tra queste”.
“Abbiamo visto alcuni episodi al limite” ha proseguito il britannico, “con anche dei crash in corsia box (Raikkonen e Mazepin, ndr). Sapendo che Hamilton non si sarebbe mai potuto costruire un gap di 5 secondi durante il giro di formazione, abbiamo deciso di farlo restare fuori. Dopo un’attenta valutazione, crediamo che se lo avessimo richiamato assieme a tutti gli altri, nel migliore dei casi Lewis sarebbe riuscito ad uscire dalla pit lane in sesta posizione, mentre nella peggiore delle ipotesi in decima”.
“Sarebbe stato molto rischioso. L’errore più grave secondo noi, è stato quello di non aver montato gomma slick immediatamente alla ripresa dalla bandiera rossa, cosa che avrebbero dovuto fare tutti” ha ammesso Shovlin prima di concludere. “Come squadra non abbiamo rimpianti. Abbiamo sbagliato insieme e nessuno verrà incolpato per questo. Cercheremo di apprendere da quanto accaduto e di non commettere più lo stesso errore in futuro”.
Quanto affermato dal tecnico, come dicevamo prima, almeno presenta comunque una sua logica. Abbiamo visto molti piloti perdere diverse posizioni nel corso della sosta. Tra questi Sainz, passato dalla quarta alla settima posizione, diventata sesta dopo poche curve grazie a Russell che ha sapientemente deciso di scalare da P2 sino a mettersi alle spalle di Fernando Alonso, posizione da lui occupata al momento della bandiera rossa. Ed è proprio tutta questa circostanza che potrebbe portare il pubblico anche a sostenere in un certo senso, le parole del britannico.
Peccato che tutto il discorso poi presenti comunque una falla. Mercedes così facendo ha evitato sì, tutti i rischi derivanti dall’effettuare un pit stop in quelle condizioni, ma la sua scelta ha comunque portato il pilota a dover rimontare una volta ritrovatosi in fondo al gruppo in P14 su gomme Medie. Situazione in cui il pilota era consapevole che si sarebbe dovuto prendere dei rischi in fase di sorpasso, specie su un circuito come quello ungherese.
Alla fin fiene però, un errore Shovlin l’ha ammesso ed è quello commesso a priori, al momento della ripartenza dalla bandiera rossa. Uno svarione strategico, che stavolta, magra consolazione, ha macchiato le gare di tutti i partecipanti. Nessuno escluso.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno – Mercedes