Gp Ungheria 2021

La resilienza dell’olandese volante

Il Gran Premio di F1 ungherese ha stravolto regole, ruoli, certezze. Ha dato voce a storie minori, troppo spesso offuscate dai soliti volti noti, impegnati a ingaggiare battaglie solitarie con il vento in poppa. La pioggia e il contatto al via hanno costretto i primi a remare controcorrente, dando lustro agli ultimi, ai dimenticati, capaci di costruire imprese da sogno, curva dopo curva, chilometro dopo chilometro. L’asfalto magiaro inghiotte i rivali designati, rendendoli uomini mortali e non più dei, mettendoli a nudo e alle prese con una realtà differente. Li relega nel fondo, in un baratro dal quale potranno uscire solo attraverso enormi fatiche.

La F1 ci ha abituati, nel tempo, a splendidi racconti di riscatto, a pagine di umanità vergate a suon di manovre mirabolanti, stampate dall’impeto, impresse nel coraggio. Budapest non ha consegnato un’epopea simile, ma certamente a riportato a galla i ‘sommersi’, coloro che attendevano il giorno buono per mettersi in mostra o per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Coloro che, dopo aver stravinto, ancora devono dimostrare al mondo, scettico e poco convinto. Un giorno indimenticabile per gli splendidi ragazzi del futuro, Ocon e Russell. Un pomeriggio magico per le vecchie glorie del passato, Nando e Sebastian. Un incubo senza fine per Charles e per Max, cancellati con un colpo di spugna, esiliati da una baldanza fuori luogo, dato il tempo, il momento, la posta in gioco.

Max Verstappen, Red Bull Honda saluta il pubblico del Gp di Ungheria 2021

Charles poteva puntare in alto, Max doveva difendere il primato. Velleità spazzate in un groviglio di monoposto, spezzate da manovre assassine, sebbene per nulla intenzionali. Bottas con quella sua armatura pesante da scudiero, che lo intralcia allo start e lo rende goffamente micidiale nel suo ingenuo tentativo di recuperare. Stroll che perde la testa e scorda la disciplina, osando troppo in nome di un’occasione malamente fraintesa. Un effetto domino che determina crolli a catena, in una macabra e disordinata sequenza. Via libera solo per il poleman e per chi, esitando, è riuscito a restare lontano dai guai.

Verstappen, colpito da un incolpevole Norris, a sua volta travolto da Bottas, è ferito nell’animo e nella carrozzeria. Il rivale Hamilton sembra involarsi, mentre la sua auto squarciata zoppica malamente lungo il tracciato. La bandiera rossa cristallizza le sensazioni, acuisce le tensioni. La Red Bull pare inerme, farfalla dalle ali spezzate, travolta da un vento contrario. Reduce dal campo di battaglia con invalidità permanente.

Eppure questa F1 offesa e il suo cavaliere non si arrendono, lottando con armi spuntate, intimorendo con pistole a salve. Max ci prova senza posa, nonostante la miriade di tentativi a vuoto e la sproporzione delle forze in campo, che rendono pure una modesta Haas simile a Golia. Arrancare nel fondo, cercando in tutti i modi di portare la macchina sotto la bandiera a scacchi: questo il film horror della sua domenica ungherese.

Nel frattempo anche Hamilton è sceso agli inferi, causa errore del muretto. Unico ripartente in griglia, si ritrova a scontare una sosta aggiuntiva per sbarazzarsi delle intermedie, data la pista asciutta e un pallido sole che fa capolino. Ultimo, ma con una monoposto sana e robusta in grado di assecondare la sua scalata. Lewis da principio si danna, ma in seguito avanza, inarrestabile o quasi, se non fosse stato per l’epica difesa di Alonso, che ci offre uno dei più bei duelli della F1 contemporanea. Max s’impone a fatica su Mick Schumacher e, nel finale, agguanta un punto che pare oro, avendo la meglio su Daniel Ricciardo.

Sebastian Vettel (Aston Martin), Esteban Ocon (Alpine F1) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1) sul podio del Gran Premio di Ungheria edizione 2021

Naturalmente questo risultato è irrisorio, soprattutto perché Lewis sale sul podio, pur provato dall’estenuante rimonta. Eppure Max, decimo al traguardo, caparbio e testardo, ha dimostrato quanto è bello lottare, anche ad armi impari. Ha rifiutato la resa, ha continuato la sua battaglia, purtroppo tanto simile a quella di Don Chischiotte contro i mulini a vento. Ma l’Olandese volante riesce a pungere in questa F1 anche con un relitto, a navigare su un vascello fantasma, a tornare in porto nonostante la tempesta.


F1-Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

F1-Foto: Red Bull Racing Honda, MercedesAMG PETRONAS F1 Team

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Veronica Vesco