Max Verstappen non è mai stato morbido in F1. Nessuna pacatezza nei modi, rari i sorrisi dolci. Fin da subito ha messo in mostra la sua determinazione e la sua grinta. Bandite le mezze misure a favore di ciò che conta davvero: concentrazione massima, indomabile fierezza, implacabile velocità. L’olandese è duro e puro per DNA, forgiato dalla sua storia personale, da una crescita agonistica e umana votata all’eccellenza, senza spazio per l’indulgenza. Un padre esigente e scomodo, un’infanzia cancellata in nome della competizione: tutto ciò che avrebbe potuto affossare Max è invece riuscito a forgiare il pilota.
Un pilota giovane, ma per certi versi vecchio stampo. Impetuosa irruenza per infiammare, poi riveduta e corretta, trasformatasi in ferocia agonistica. Pochi proclami e tanta sostanza. A Max nulla importa del politicamente corretto della F1, se ne frega dell’apparire. Gli basta la pista, non chiede di meglio che stare davanti a tutti, sempre. Non teme i rivali, ma non cede al vezzo di inutili lusinghe, complimenti banali e smielati o frasi di circostanza. Non gli interessa neppure cavalcare l’onda della polemica perché preferisce rispondere con piede e volante.
Quando parla di sé lo fa in modo sincero e diretto, senza fronzoli, lontano dall’autocompiacimento. Poche frasi a scandire un pensiero, un concetto definito. Una praticità funzionale al messaggio che vuole trasmettere. “Penso semplicemente a correre duro, ma non penso di farlo in maniera troppo aggressiva. Ovviamente cercherò sempre di rendere la vita difficile a chi cerca di passarmi, di mettere gli altri in una posizione difficile. Ho corso duramente per tutta la mia carriera e, negli ultimi anni, si è palesato un approccio più aggressivo.”
Una constatazione realistica, che allo stesso tempo suona come un avvertimento verso il “nemico” numero 1 Lewis Hamilton. Max è un mastino e non demorde. Corretto, mai arrendevole e con quella giusta dose di aggressività che lo rende ferale. Inutile girarci attorno, lui non abbasserà mai il piede. Forte di un ottimo feeling con la vettura, abilissimo, a suo dire “nella consapevolezza di dove posizionare la macchina“. Verstappen ormai è chirurgico, il ricordo di molteplici incidenti appartiene solo a una prima fase di inizio carriera, decisamente archiviata, al pari di quel nomignolo irriverente che ne caratterizzava solo un’esuberanza da correggere.
Ne è convinto Adrian Newey, che, parlando del suo pupillo, ne evidenzia le doti: “Possiede la stessa grinta d’acciaio di cui ogni campione del mondo ha bisogno per andare avanti nonostante le avversità. Se le cose vanno male, può lasciarsi tutto alle spalle e attendere con ansia la prossima occasione. Anche la sua abilità di guida è ovviamente superba, specie la sua capacità di convivere con un’auto neutra dove il retrotreno si muove un po’. La sua velocità naturale è davanti agli occhi di tutti. Il suo feedback è molto buono: ha un ottimo equilibrio nel concentrarsi sulle parti chiave utili a migliorare la vettura.”
Verstappen non ama particolarmente guardarsi indietro o rimuginare su ciò che poteva essere. Lo si è notato anche nel corso delle interviste ungheresi, dove ha mostrato insofferenza nei confronti delle continue domande o allusioni sull’incidente in cui Lewis Hamilton lo ha coinvolto a Silverstone. Spedisce al mittente anche le critiche riguardo a una sua presunta mancanza di cautela, che avrebbe contribuito a determinare il contatto alla Copse (leggi qui i retroscena). “Non ero più cauto o più aggressivo. Ero solo me stesso, nello stesso modo in cui mi sono sempre approcciato alle corse. Ecco perché quel vantaggio di punti non importa nulla.”
Max ha una personalità più lineare di quanto potrebbe apparire. Ma soprattutto gode di un’invidiabile solidità mentale. Nei weekend di gara è concentrato esclusivamente sulla corsa e non contempla distrazioni di alcun genere. Viceversa, nei momenti di pausa, riesce a staccare completamente, rilassandosi senza pensare al campionato. E questa attitudine non è cambiata neppure ora, da contendente al titolo.
L’olandese afferma anzi di sentirsi “più rilassato“, perché “ad essere onesti, è fantastico sapere che hai un’auto in grado di competere e che devi fare questo lavoro. Questo per me non costituisce motivo di pressione, poiché è quello che farei comunque. Questo è quello che ho sempre voluto fare. Se fosse diverso, allora, varrebbe la pena di smettere. Devi sentirti a tuo agio nella competizione e io mi sto divertendo molto.”
Concentrazione e disciplina, consapevolezza dei propri mezzi, ma allo stesso tempo capacità di staccare completamente la spina, per non farsi travolgere dalle emozioni. Max è programmato per vincere e attende la sua occasione senza farne una malattia. Diverte e si diverte, algido nell’impostazione, focoso nell’agire. E chi davvero ama la F1 non può che ringraziarlo, poiché ci sta regalando una favolosa lotta al vertice. Indipendentemente dall’esito, Verstappen è già nell’olimpo dei grandi.
Foto: Red Bull Racing Honda