Pensando alla F1, sarete d’accordo che si tratta di uno sport in cui alcuni dei marchi più famosi del mondo si riuniscono in uno spettacolo lungo un anno intero, pieno di azione, dramma ed emozione. Attorno alle piste, nelle trasmissioni, attraverso i media digitali, si vedono grandi nomi come Heineken, Emirates, Puma, Tommy Hilfiger e molti altri.
Non è un segreto che la F1 offra una colossale piattaforma di marketing alle aziende per far crescere la consapevolezza e il riconoscimento del marchio. Non solo per i consumatori ma anche per i potenziali partner commerciali. L’apice del motorsport si avvicina a quello del calcio e del basket per essere attraente ai tanti marchi.
Negare che questa non sia un’influenza diretta del compianto John Hogan, entrato nello sport negli anni ’70 come direttore marketing di Marlboro, capace di portare un “evento da ricchi” nel grande mainstream, è letteralmente impossibile. Il più grande marchio di tabacco del mondo entrò a far parte delle corse e in parte portò il resto dell’industria del tabacco a investire pesantemente per vincere contro il “Red Chevron“.
Mentre Marlboro aveva i grossi player di McLaren, Team Penske e più tardi anche Ferrari, la concorrenza sosteneva squadre più piccole e familiari come Williams, Lotus e Ligier. Quando si parlava di lotte per il campionato, di battaglie in gara, bisognava menzionare i marchi: una vittoria della Lotus equivaleva a una vittoria della Camel e la gente avrebbe immediatamente associato le sigarette come un prodotto vincente.
Naturalmente i dubbi cominciarono a sorgere col tempo, man mano che il pubblico e le organizzazioni venivano a conoscenza dei pericoli del fumo delle sigarette, una delle principali cause di morte ogni anno secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I governi, pertanto, iniziarono a proibire la pubblicità del tabacco alla fine degli anni ’80, con un divieto su scala europea nel 2007.
Gestire un team di F1 non è quasi mai redditizio e questo fa sì che le squadre si affidino pesantemente ai soldi delle sponsorizzazioni e dei premi per pagare creditori, dipendenti e competere in pista. Le compagnie del tabacco erano disposte a investire un’enorme somma di denaro negli sport motoristici, somma che qualsiasi altra industria non sarebbe stata disposta a finanziare.
Dopo la crisi economica del 2008 molte squadre sono cadute vittime della mancanza di interesse che le aziende avevano nella F1: Marussia, HRT, Caterham, Sauber e Williams. Tre di queste squadre hanno dichiarato bancarotta e hanno chiuso in 5 anni di corse. Nel mentre le aziende di bevande energetiche stavano iniziando a crescere nel mercato ma le loro strategie di marketing erano molto più rigorose e calcolate rispetto al tabacco.
Tuttavia, una nuova industria stava crescendo sullo sfondo durante gli anni 2010. La concettualizzazione delle valute digitali decentralizzate e l’evoluzione della tecnologia blockchain hanno avuto un impatto su Internet fino al suo “big bang” nel 2020. Le società di criptovalute stavano generando entrate per milioni e milioni di euro attraverso transazioni delle proprie valute e campagne.
In soli 2 anni si possono già vedere 3 marchi che lottano per la migliore presenza e consapevolezza attraverso gli sport più visti: calcio, boxe, corse di moto. Crypto.com, Socios.com e Bitci.com si sono uniti alla F1 più o meno nello stesso periodo, con un leader evidente.
Crypto.com ha iniziato l’anno firmando un contratto con Aston Martin Cognizant F1 Team. La scuderia britannica durante le stagione ha aumentato i loghi sulla vettura e ha poi ha firmato un accordo pluriennale di Global Partnership con la F1 stessa mettendo il marchio visibile non solo in pista, ma anche nello show Tech Talk di F1TV e nella nuova serie Sprint della F1.
L’onnipresenza di questi marchi di criptovalute porta un messaggio chiaro: questa prospettiva di crescita in aumento sta diventando parte dell’esperienza dello sport. “Il futuro è ora”, dicono alcuni sulla tecnologia a base di blockchain che ha rapidamente influenzato l’economia globale. Questa industria in piena espansione è qui per restare e le squadre trovano una nuova ancora di salvezza in denaro da sponsorizzazione con un budget cap già attivo nel campionato.
Sentire parlare di problemi di sponsor nei prossimi anni, probabilmente, sarà quasi impossibile con queso nuovo settore. Resta da capire se, in futuro la pubblicità delle criptovalute sarà bloccata come il vecchio tabacco…
foto: F1 – Aston Martin Cognizant F1 Team