La lotta al titolo del campionato di F1 si fa sempre più serrata. Con pochissimi punti a dividere gli sfidanti e con un mondiale entrato nell’ultimo terzo del calendario, l’affidabilità inizia a diventare un problema assai importante. Le squadre cercano di attingere a tutte le loro armi per cercare di limitare i danni e prevalere sull’avversario. A tal proposito, in Russia si è discusso parecchio sulla decisione di Mercedes relativa alla sostituzione della power unit sulla vettura di Valtteri Bottas.
Tale provvedimento ha fatto scattare il finlandese dalla 16° posizione in griglia (Valtteri aveva ottenuto una P7 in qualifica). Le ragioni risalgono ad un’anomalia rilevata sull’unità numero 4 (montata a Monza) al termine delle qualifiche. Secondo quanto riportato dai tecnici di Brackley, montare la quinta specifica stagionale, oltre ad allargare il parco motori sino al termine della stagione, ha di fatto evitato spiacevoli scenari tra i quali l’impossibilità di terminare la gara era presente (clicca qui per ulteriori dettagli al riguardo).
Oltre questo fattore però, dietro alla decisione potrebbe nascondersi una componente del tutto tattica. Già dalle Fp2 del venerdì la scelta Red Bull di equipaggiare la monoposto di Verstappen con l’unità numero 4 era cosa nota, con l’olandese che necessariamente doveva prendere parte alla gara scattando dal fondo dello schieramento. Da qui l’ipotesi che Mercedes abbia deciso di cogliere questa opportunità nella speranza che Bottas, fido scudiero, potesse ancora una volta aiutare Lewis e limitare in qualche modo la rimonta di Max.
A conti fatti però, dando ben buona tale teoria, i piani Mercedes non hanno di certo funzionato. Valtteri è infatti riuscito a tenere alle proprie spalle l’olandese a malapena per due giri, con la RB16B numero 33 che concluderà la sua rimonta in seconda posizione approfittando anche della pioggia nel finale di gara. Un risultato davvero ottimo considerata la sostituzione del propulsore.
Ed è proprio su questo punto, ragionando a quanto è avvenuto in gara tra Bottas e Max, che l’ex pilota della Ferrari Gerhard Berger lancia un’ipotesi: e se Verstappen, prima della corsa, ha fatto notare all’olandese che immischiarsi nella lotta al titolo non è cosa buona? Magari invitandolo a non immischiarsi in fatti che non lo riguardano? Per quanto strana possa sembrare la supposizione, l’austriaco ricorda che ai suoi tempi uno scenario del genere non era un fatto fuori dall’ordinario: Senna interagiva molto con gli altri concorrenti sulla griglia di partenza non facendo segreto dei propri piani.
D’altra parte abbiamo visto come Max sia riuscito a liberarsi velocemente di Valtteri durante il giro 6, senza che l’alfiere Mercedes abbia mosso un dito per contrastarlo. In sua difesa poteremmo citare molte altre occasioni dove la cattiveria agonistica nel difendersi sia venuta meno. Casi dove l’aiuto verso il compagno di squadra non era certo in gioco. Se Bottas abbia preferito non scendere nella disputa tra i duellanti al titolo recitando il ruolo di parte neutra, stanco di essere l’elemento sacrificabile della squadra, resta un fatto tutto da dimostrare.
Allo stato attuale delle cose una congettura relativa alle scarse motivazioni del prossimo pilota Alfa Romeo regge. Tuttavia, resta da capire quale ruolo sia intenzionato a recitare il finlandese che forse, semplicemente, invece di schierarsi preferisce pendere per una terza parte: la sua. Con sette round al termine del mondiale di F1 2021, non mancheranno occasioni per tornare sull’argomento…
Foto: F1 – Mercedes – Red Bull