La stagione 2021 di F1 non smette di regalare sorprese. Chi si aspettava un Gp monotono ha presto dovuto ricredersi. Nonostante la completa libertà di mescola abbia portato i piloti a scegliere tra sole due tipologie di strategie, l’azione non è mai mancata. Essersi ritrovati con Bottas (Mercedes), Leclerc (Ferrari) e Verstappen (Red Bull) in fondo alla griglia di partenza a causa delle sostituzioni di motore è stato certamente un elemento che ha contribuito allo spettacolo. In più avere una McLaren, una Ferrari e una Williams nelle prime posizioni a precedere la W12 di Lewis Hamilton ha fatto sicuramente il resto.
Andiamo a sviscerare i nodi cruciali della gara partendo come sempre dalla disamina fatta dal costruttore di pneumatici.
Gp Russia 2021-Analisi strategica: Pirelli
Dopo essere partito dalla quarta casella in griglia, Lewis Hamilton (Mercedes) è riuscito a conquistare la sua centesima vittoria in Formula 1 e a riprendersi anche la vetta della classifica in campionato. Come quasi tutti i piloti, Hamilton ha optato per una strategia a due soste, passando da Medium C4 a Hard C3 al 27° giro per poi montare le mescole Intermedie per compiere gli ultimi giri sotto la pioggia.
Il britannico della Mercedes ha dato la caccia a Lando Norris (McLaren), pilota che dopo esser partito dalla pole era riuscito a guidare in testa alla gara per molto tempo. Il passaggio del giovane britannico alle Intermedie avviene soltanto all’ultimo giro e questo gli causerà una perdita notevole di tempo che lo porterà a concludere in 7° posizione.
Max Verstappen (Red Bull) è passato dal 20° piazzamento in griglia al secondo posto in classifica. L’olandese dopo aver deciso di partire con mescola Hard, andrà a montare le Medium per il tratto centrale e le Intermedie a tre giri dalla fine. La maggior parte dei piloti ha preso il via con pneumatici Medium e in sette hanno preferito la Hard. Prima della pioggia, tutti i piloti stavano seguendo le due strategie teoricamente più veloci: da Medium a Hard o da Hard a Medium.
Questo il commento riservato da Mario Isola al termine della gara: “Dopo le condizioni bagnate di ieri, la pioggia non si è più palesata fino agli ultimi giri di gara, decidendone di fatto le sorti. Fino ad allora, i piloti hanno sfruttato al meglio le condizioni di asciutto e la massima libertà offerta lato pneumatici, potendo scegliere quelli con cui prendere il via e avendo tutti una dotazione completa di slick inutilizzate. La pista si è resettata in seguito alla pioggia caduta ieri e questo ha generato un po’ di scivolamento e di graining all’inizio della gara, aspetto poi prontamente superato.”
“La resistenza all’abrasione della mescola Hard si è rivelata particolarmente adatta alle condizioni odierne permettendo di effettuare alcuni stint di apertura molto lunghi di oltre 35 giri.” Ha proseguito il responsabile F1 e car racing Pirelli. “Tuttavia anche la Medium ha mostrato un buon comportamento con Lando Norris che ha scelto di rientrare ai box nel corso del 28° giro. Alla fine, però, sono stati i pneumatici intermedi a fare la differenza. I team in grado di sfruttare meglio l’esperienza acquisita durante le qualifiche sul bagnato sono riusciti a trarne vantaggio sul finale, proprio quando serviva”.
Gp Russia 2021-Analisi strategica: la libertà di mescola standardizza le tattiche di gara
Pioggia. La più comune delle precipitazioni atmosferiche. Un fenomeno semplice che ha causato particolare scompiglio nel weekend russo. Dopo aver condizionato pesantemente la giornata del sabato portando la direzione gara anche ad annullare la sessione di FP3, si renderà protagonista anche in qualifica con i piloti costretti ad utilizzare pneumatici intermedi fino a pochi minuti dal termine delle Q3.
Il fatto di non aver utilizzato mescole slick nel corso della Q2 garantirà dunque da regolamento a tutti i partecipanti di poter iniziare la gara con le mescole a loro più congeniali. La situazione meteorologica al via del Gp vedeva pista asciutta, cielo nuvoloso, temperatura asfalto 22°C, ambiente 19°C, umidità 61%. Rischio di precipitazioni: 70%.
Condizioni che porteranno i piloti a scartare del tutto l’utilizzo della mescola Soft C5 per due ragioni. In primo luogo perché non sarebbe stata decisamente l’opzione ideale. Il manto stradale era piuttosto freddo e ‘’green’’ a causa della pioggia caduta nella giornata di sabato. Questo avrebbe favorito la comparsa del graining (evidenziatosi comunque anche sulle Medie di alcune vetture durante il primo stint) costringendo i piloti ad un pit ulteriormente anticipato.
Secondo poi perché data l’incombenza della pioggia sarebbe stato importante cercare di effettuare la prima sosta il più tardi possibile valutando costantemente l’evoluzione del meteo (inizialmente si credeva che sarebbe venuto a piovere intorno alle 15:00 italiane, un’ora dopo l’inizio della gara).
Così le strategie si limiteranno esclusivamente a due sole tipologie: M-H e H-M con l’obbligo di effettuare una seconda sosta nel finale per montare le Intermedie a causa della pioggia. L’unica variazione la fa registrare Tsunoda (AlphTauri) che andrà a montare la Soft nel corso del 47° giro, poco prima di passare alle Intermedie (Media-Hard-Soft-Inter per lui).
Andiamo ora a concentrarci sulla parte asciutta della gara e sull’impatto che la gestione delle gomme stava avendo sull’esito del Gp.
Gp Russia 2021-Analisi strategica: M-H, il graining condiziona la prima parte di gara
Graining, fenomeno che si manifesta generalmente su un manto stradale ‘’green’’ e scivoloso su cui appunto non è presente uno strato di gommatura tale da generare grip. L’esatta condizione presente ieri in gara. La pioggia caduta sabato aveva ripulito il tracciato della gomma rilasciata nel corso delle sessioni del venerdì. Questo ha sottoposto le mescole, soprattutto su alcune vetture a scivolare molto nelle fasi iniziali del Gp. Sulla superficie dello pneumatico sono iniziati a comparire dei fastidiosissimi riccioli che non facevano altro che ridurre maggiormente l’aderenza portando le monoposto colpite a fermarsi anticipatamente.
Tra queste quella del pilota della Ferrari Carlos Sainz Jr. Lo spagnolo sapeva sin dal venerdì che avrebbe potuto lamentare questo tipo di problema sui suoi pneumatici anteriori e così è stato. Dopo aver superato Norris (McLaren) grazie ad una grande partenza, passano solo 8-10 giri prima che il fenomeno inizi ad innescarsi. In genere con l’aumento del grip fornito dall’evoluzione della pista il pilota può anche riuscire a ripulire le mescole e a ritrovare il ritmo, ma questo non è il caso del madrileno che superato da Lando al 13° giro deciderà poi di montare gomma Hard nel corso della 14° tornata.
Discorso completamente opposto per il britannico della McLaren. Norris inizia a riportare problemi di graining nei giri antecedenti al sorpasso dell’ex compagno di squadra. L’estrema vicinanza alla Ferrari aveva causato una riduzione di carico all’anteriore e un conseguente scivolamento delle coperture che aveva innescato il fenomeno. Nel suo caso però, una volta ritrovatosi in testa alla gara, Lando riuscirà a riprendere il controllo della situazione e a ripulire le mescole nell’arco di poche tornate. Il pilota della vettura N.4 sarà l’ultimo dei partenti su mescola Media ad effettuare il cambio gomme, 28° giro, 2 passaggi dopo Lewis Hamilton (Mercedes).
L’overcut comunque non garantisce dei particolari vantaggi. Molto più potente l’undercut con cui Stroll (Aston Martin) riesce ad avere la meglio di Russell (Williams) e a mantenere inizialmente la posizione su Hamilton. Ovviamente poi, una volta montate Hard più fresche le potenzialità della Mercedes verranno fuori e per Lewis liberarsi di Lance, Sainz e Gasly è un gioco da ragazzi. Gli unici piloti che il sette volte iridato riesce a superare grazie al pit stop ritardato sono Russell (Williams) e Ricciardo (McLaren), quest’ultimo penalizzato anche da una sosta più lunga del previsto ai box.
Possiamo dunque andare a fare due distinzioni che possono permetterci di comprendere chi sia riuscito a gestire correttamente i pneumatici Medium nel primo stint di gara. Tra i primi a rientrare ai box troviamo: Stroll (Aston Martin), Russell (Williams), Tsunoda (AlphaTauri), Latifi (Williams), Sainz (Ferrari), Mazepin (Haas), Raikkonen (Alfa Romeo) e Ocon (Alpine). Soste effettuate tra il 12° e il 15° giro.
Schumacher (Haas), Ricciardo (McLaren), Vettel (Aston Martin), Hamilton (Mercedes) e Norris (McLaren) i piloti invece che sono riusciti ad allungare maggiormente il loro stint. In questo caso i pit stop sono avvenuti tra il 20° e il 28° passaggio.
Il secondo stint su gomme Hard sarà particolarmente brillante per Hamilton. La W12 sembra non avere più difficoltà a liberarsi delle vetture dinanzi a lui e una volta conquistata la seconda posizione alle spalle della McLaren di Lando, intorno al 37° giro, mostrerà un passo tale da permettergli di portarsi sotto al connazionale. La pioggia “aiuterà” il sette volte iridato a conquistare la vittoria numero 100 in carriera. Un ulteriore aggiornamento all’infinita lista dei record da lui sottoscritti.
Partenza dal fondo per Bottas (Mercedes), Leclerc (Ferrari) e Verstappen (Red Bull). I tre decidono di tentare una strada diversa montando la mescola dura alla partenza. Sulla loro stessa strategia anche Gasly (AlphaTauri), Alonso (Alpine), Perez (Red Bull) e Giovinazzi (Alfa Romeo).
Aver deciso di puntare sulla gomma a banda bianca lascia pensare ad una prima parte di gara più lunga, ma anche qui, come avvenuto per le strategie M-H, le strade si dividono tra chi effettuerà uno stint iniziale piuttosto ‘’corto’’ rispetto ai rivali. È il caso di Max e Valtteri.
Problemi alla power unit o no, il compito del finlandese ieri avrebbe dovuto essere quello di contenere la rimonta di Verstappen. Obiettivo che fallisce già al 7° giro del Gp quando Max riesce a superare agilmente la W12 N.77. Gara anonima, condizionata anche da un pit stop non troppo lineare. Bottas avrà però l’occasione di redimersi negli ultimi giri grazie all’avvento della pioggia. La corretta scelta di tempo nl montare le Intermedie gli permetterà di passare dalla 14° alla 5° posizione finale.
Per quanto riguarda l’olandese della Red Bull invece, la sua prestazione è ottima. Perfetta in ogni circostanza. Pur non essendo partito in modo ottimale, riuscirà in soli 10 giri a prendere e superare Leclerc (Ferrari) che dopo esser risalito in 12° posizione grazie ad un grandissimo start resterà bloccato alle spalle di Vettel (Aston Martin) fino all’arrivo di Max. Da quel momento in poi i due iniziano a marcarsi stretti e recupereranno posizioni approfittando anche delle soste dei partenti sulle Medie. Nel corso del 25° giro si ritrovavano in 5° e 6° posizione con Charles a meno di un secondo dalla RB16B.
Verstappen gioca d’anticipo e alla 26° tornata entra ai box per montare le Medie. È il primo tra i piloti con le Hard a fermarsi. Scelta diametralmente opposta per il monegasco. Leclerc sarà tra gli ultimi. Il passo del monegasco è buono, certamente non a livello della Red Bull, ma tale da permettergli comunque di marcarlo bene a distanza. Al 35° giro arriva il momento della sosta. Max è settimo, con Charles che sarebbe dovuto rientrare in pista in nona posizione alle spalle di Stroll. Purtroppo il pit stop del monegasco sarà più lungo del previsto, cosa che lo farà scendere in 13° posizione di nuovo alle spalle di Vettel.
Adesso Leclerc gode di gomme fresche e non ha difficoltà a compiere sorpassi. 10 giri ed è 8° alle spalle nuovamente di Max, rimasto bloccato dietro al due volte iridato Fernando Alonso, riuscito a riprendersi la posizione su Verstappen subito dopo la sosta. Una gran gara che mostra quanto lo spagnolo abbia ancora voglia di dimostrare il proprio valore.
Come avvenuto per la precedente strategia andiamo a fare una distinzione tra le due differenti filosofie adottate. Verstappen (Red Bull) e Bottas (Mercedes) sono gli unici a cambiare le Hard in anticipo rispetto agli altri, rispettivamente al 26° e 28° giro. Sosta ritardata invece per Gasly (AlphaTauri), Alonso (Alpine), Perez (Red Bull), Leclerc (Ferrari) e Giovinazzi (Alfa Romeo). Pit stop in questo caso avvenuti tra il 33° e 36° passaggio.
Nel finale arriva la pioggia. Un’opportunità per tutti. Come abbiamo già detto nel paragrafo precedente, la decisione di montare le Intermedie al momento più opportuno si rivela determinante nel risultato di gara. Permette a Bottas (Mercedes), chiamata al 47° giro, di passare dalla 14° alla 5° posizione finale. Mentre al contrario, attendere troppo porterà Norris (McLaren) e Leclerc (Ferrari) a gettare al vento quanto di buono fatto fino a quel momento. Il britannico perderà la leadership della gara ottenendo il 7° piazzamento, mentre Leclerc (Ferrari), vista la posizione finale di Max, “butta via’’ un potenziale podio.
La spiegazione che Charles da a fine gara è la seguente: “Abbiamo avuto una discussione con la squadra per decidere il momento esatto in cui effettuare la sosta. Avevamo dei dubbi. La scelta più giusta credo fosse rientrare quando lo ha fatto Carlos Sainz (giro 48/53). Fermarsi al passaggio successivo sarebbe già stato troppo tardi. L’acqua era già arrivata per cui siamo rimasti fuori sperando che la pista si asciugasse, ma il risultato era già compromesso.”
Ovviamente è sempre facile parlare con il senno di poi, ma fermarsi non sarebbe stata comunque una scelta sbagliata. Ok, il pilota stava intravedendo la possibilità di andare a podio e non voleva perderla, ma rientrare al 49° giro come fatto tra l’altro da Lewis Hamilton (Mercedes) avrebbe sicuramente portato a punti importanti. Quando Charles passa sul traguardo in quel passaggio ha un vantaggio di 26’’ su Sainz e di 29’’ su Ricciardo. Anche se non fosse riuscito a sopravanzare il compagno di squadra sarebbe comunque riuscito a terminare davanti alla McLaren dell’australiano, in quarta posizione…
Prendere questo tipo di decisioni in un breve lasso di tempo e con l’adrenalina della gara addosso è sicuramente difficile, ma è chiaro che il pilota doveva essere richiamato ai box, anche perché come riferimento a quel punto si aveva anche Sainz in pista su Intermedie.
Diamo dunque uno sguardo a chi ha indovinato il giusto timing della sosta (47°-49° giro): Bottas (Mercedes), Raikkonen (Alfa Romeo), Russell (Williams), Verstappen (Red Bull), Sainz (Ferrari), Ricciardo (McLaren), Hamilton (Mercedes), Stroll (Aston Martin), Mazepin (Haas) e Tsunoda (AlphaTauri). Da notare come tutti questi, tranne gli ultimi tre, siano riusciti a terminare all’interno della top-10.
Tra quelli che si sono fermati in ritardo si ‘’salva’’ solo Alonso (Alpine), riuscito a mantenere almeno la sesta posizione che aveva in possesso già prima che iniziasse a piovere. Anche qui, rientrare uno-due giri prima avrebbe potuto portare ad un risultato migliore. Brutta sorte invece anche per Perez (Red Bull) che non fermandosi per tempo passerà dal 5° al 9° piazzamento in classifica.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Mercedes AMG F1 Team – Scuderia Ferrari – Red Bull Racing Honda – Aston Martin F1 Team – McLaren F1 Team – AlphaTauri F1 Team – Alfa Romeo Racing Team – Pirelli