Il pagellone semiserio di Monza
Può esistere una monoposto di F1 senza un motore? Può esserci una vita senza un cuore che batte? Possiamo vivere senza passioni? Perché alla fine tutto è legato a questo: le passioni, che danno senso a ogni cosa. Volando alto, Dante chiamava Dio il motore immobile (o primo). Là, in alto, che faceva muovere tutto. No, non mi sono svegliato con la luna strana ne ho cambiato spacciatore (scherzo eh).Cercate di seguirmi un pochino… e forse riuscirò a spiegarvi cosa voglio dire.
Quando Enzo Ferrari immagina la sua di scuderia, nel secondo dopoguerra, pensa prima di tutto a costruire il suo motore. E’ figlio dei suoi tempi. Il motore è tutto. E ha ragione, nel senso che nella sua giovinezza e maturità gli studi aerodinamici sono ai primordi, “effetto suolo” e “minigonne” non si sa neanche cosa siano. Si studiano e fanno telai sempre migliori, certo, si da una “forma” alle monoposto. Si intuisce che sia necessario che quei missili su ruote abbiamo una linea filante, affusolata, ovvio. D’altronde gli aerei funzionano in un certo modo…
Poi negli anni sessanta le cose cominciano a cambiare. Aerodinamica… e il mondo della F1 non è più lo stesso. Enzo Ferrari: “L’aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore”. Poi, quando gli dicono che il motore deve stare dietro e non davanti se ne esce con : “Mai visto che i buoi stiano dietro il carro”. E la novità del motore posteriore sulla Rossa arriva dopo che gli altri hanno vinto per due anni (Jack Brabham con la Cooper, 1959/60)
E’ che Enzo ha una visione dura ma anche romantica della vita. Mi piace immaginare che per lui non sia concepibile che il motore, possibilmente un dodici cilindri, non sia al centro di tutto, che il suo ruggito non squarci il silenzio. Che per lui, diamine, il motore debba stare davanti al pilota e non dietro, ingombrante e presuntuoso e prepotente, con gli scarichi ruggenti che escono aggrovigliati e incandescenti quasi avvolgendo il pilota per andarsene poi di lato…
Ora, pensiamo alla F1 attuale. A Verstappen e Hamilton. Hanno due ego ipertrofici, come è normale che sia. Due personalità che in un’epoca piena di ipocrisie, e il Circus è quasi la quintessenza dell’umana ipocrisia, sono destinate naturalmente a scontrarsi. Quando due forze di tal livello si avvicinano (e inevitabilmente si attirano), lo scontro è tanto inevitabile quanto esplosivo.
Uno è bravo a stuzzicare, a tirare la pietra e nascondere il braccio, l’altro è molto poco politicamente corretto, ha l’aspetto torvo di chi vuole spaccare il mondo e tira dritto per la sua strada. Tutti e due hanno le stigmate del campione. Uno affermato, l’altro non ancora. Sono affamati entrambi. Hanno torto e ragione tutti e due, perché spesso la verità non è solo bianca o nera.
C’è in mezzo un passaggio generazionale. Una detronizzazione. E un giovane campione non è tale se non vuole detronizzare il vecchio campione. Anche qui, c’è il senso della vita, della ruota che gira, del tempo che passa inesorabile e delle sue ferite, e delle sue morti e rinascite. Potremmo immaginare uno scontro senza cuore, senza passione? E possiamo restare oggettivi? E’ difficile, anzi impossibile. Perché lo scontro fra i due titani ci agita dentro, anche se cerchiamo di restare impassibili.
Non siamo, per fortuna, automi. Dentro di noi batte quel muscolo che ancora oggi riteniamo irrazionalmente la sede dei nostri sentimenti. Il cuore, la passione, il motore. Quello (o quelle cose) che non aveva la Ferrari a Monza, a casa sua, nell’anno del Signore duemilaventuno. E che tristezza.
Red Bull vs Mercedes. Voto: più 2. Doveva uscire con parecchi punti persi, visti i valori tecnici in campo a Monza. Complice Lewis sabato e l’incidente domenica, rafforza il primato nel mondiale piloti. Incredibile.
Costo dei biglietti. Voto: meglio che non apra il libro…
Secondo round Max Vs Lewis. Voto: incidente di gara.
Leclerc e il suo malore. Voto: sospetti…
Hamilton e la moda. Voto: Al di là del bene e del male…
Ricciardo. Voto: 10 e lode. Devo trovare qualcuno che non sia contento per la vittoria di Daniel…
McLaren che fa la doppietta a Monza. Voto: ombre rosse. C’è una rivalità storica ineliminabile, una storiaccia di spionaggio che grida ancora oggi vendetta. Un ferrarista non può mai essere contento se l’acerrimo nemico di un tempo ti fa doppietta in casa. Ma detto che non è colpa loro, è anche bello vedere una squadra storica di F1, decaduta per lunghi anni, ricominciare a vincere. Certo, magari meglio che non ricapiti a Monza…
Bere dalla scarpetta dell’australiano. Voto: conati di vomito a stento trattenuti. (Vedi foto)
San Halo. Voto: mi cospargo nuovamente il capo di cenere. Lo avevo insultato in ogni modo. Serve come il pane, altro che. Almeno per questo, sia lode al napoleone della FIA…
Bottas. Voto: “Così è fatto questo guazzabuglio del cuore umano…” (cit. Manzoni). Eh sì, complice anche una PU fresca di conio, il nostro boscaiolo, che ormai ha reciso in testa il nodo gordiano del legame “perverso” con Mercedes e, soprattutto, Toto, può finalmente gareggiare libero. Senza svegliarsi ogni mattina pensando che deve correre come un disperato per un rinnovo di contratto. Come gli accade, senza sosta, da 5 stagioni.
Schifezza sprint. Voto: Schifezza sprint (clicca qui per un approfondimento)
P.S.: Gira voce che gli arabi vogliano papparsi la FOM (e quindi la F1). Dopo il disastro fatto da Liberty Media, forse non sarebbe il peggiore dei mali…
F1-Foto: Mercedes AMG F1 – Scuderia Ferrari