Noia: senso o motivo di malessere interiore, connesso a una prolungata condizione di uniformità e monotonia talvolta associato a impazienza e irritazione. Le emozioni negative raccolte dal sostantivo femmine di cui sopra hanno accompagnato Carlos nella domenica di F1 olandese. Basterebbe questo per descrivere l’ennesimo risultato appena sufficiente.
La sberla contro le barriere durante le Fp3 e il poco tempo a disposizione per riparare la vettura ha “prodotto” un set up non perfetto a livello di geometrie. Fattore che nell’economia del weekend ha pesato in qualifica sul giro push e, successivamente, in gara sul ritmo in relazione all’uso degli pneumatici.
Le chiacchiere da team radio prendono corpo a una decina di minuti dal via. Carlos ipotizza lo scenario legato all’assetto della vettura in relazione alla scelta degli pneumatici dopo la prima sosta: “Minus 1” sulle Medium, “Minus 3” se la SF21 monterà le Hard. Adami risponde con un: “Sì… ha senso!”. Un altro paio di info legate ai soliti parametri della partenza e i tempi si fanno maturi.
Due minuti al formation lap: il propulsore della Rossa spiaccica le prime parole. Borbotta qualcosa e poi si affina. Gli ziz zag sono quasi infiniti nel susseguirsi ipnotico di curve. Poi finalmente la griglia, posto 6, sulla destra. Quattro i burnout.
La partenza è buona, ma non eccelsa. Lo stacco frizione onesto, considerata la vicinanza di curva 1, consente allo spagnolo di mantenere la posizione. Carlos prova a cercare spazio all’interno su Charles, main realtà la mossa è solo abbozzata, più utile a difendersi da chi là dietro agitava intenzioni belliche ben più serie.
In uscita dalla quattro Sainz è tallonato dalle due Alpine. Ciò malgrado, basta allargare un po’ le spalle per sventare la minaccia. L’overboost K2 si spegne quando Alonso si trova a circa 9 decimi. Il particolare layout facilita non poco le cose e l’iberico, senza troppi affanni, controlla la foga del connazionale. La sagoma di Charles detta il tempo. Quando l’ala mobile diventa un’arma fruibile le cose con cambiano: Fernando resta dietro mentre l’apporto dell’energia ibrida, dopo una paio di tornate di ricarica, torna nella normale configurazione. Le due Ferrari seguono Gasly: l’obiettivo, l’unico credibile per questa gara, è quello di sopravanzare il francese.
Il due volte campione del mondo ex ferrarista soffre nel giro di poche tornate. Le sue calzature, infatti, al settimo passaggio iniziano a “lamentarsi”. Problema che, per il momento, non bussa alla porta di Carlos. Il muretto suggerisce di utilizzare il toggle destro pre mappato) in curva 7 e 9, per poi rendere edotto il pilota della Rossa sulla strategia che, allo stato attuale, sembra essere la più idonea: “Plan B for booth cars”. L’ex McLaren registra il messaggio e, poco dopo, porta alla luce una preoccupazione che, purtroppo, accompagnerà Sainz per tutta la gara: la vettura italiana è in “overbalance”, fattore che va a inficiare sulla performance.
Cercando di interpretare la corsa, visto che tutto sommato il consumo gomme sembra buono, con ogni probabilità la strategia chiamata da Adami si riferisce al tentativo di allungare il primo stint. La necessità di aria fresca viene concessa quando la numero 55 aggiunge qualche metro in più tra sè e il compagno. Nel mentre, si cambia il parametro relativo all’utilizzo dell’energia ibrida nella lunga e destrorsa curva 8. Il primo tyre phase update sorprende: i dati sulle coperture sono buoni, malgrado le noie al bilanciamento. Elargita con cognizione di causa, la notizia della sosta di Vettel riguarda la gestione della Hard, mescola sulla quale, presumibilmente, si è scelto di puntare per la seconda parte della gara.
Passaggio numero 15, la fase è di stallo. Il muretto italiano, dati alla mano, sta cercando di capire come apparecchiare la seconda parte del primo stint. Il volante ballerino racconta un’auto un pelo scorbutica ma comunque capace, lo abbiamo già detto, di non “fastidiare” lo pneumatico. Caratteristica che spinge il remote garage a tardare la sosta e aspettare la prima mossa del francese dell’AlphaTauri. Nel frattempo, si butta un occhio a Fernando anche se, dopo aver tagliato il traguardo 20 volte, l’ovetense veleggia orami alle spalle del madrileño con un distacco pari ad 11 secondi.
In Ferrari si continua a donare info sugli pneumatici. Tema caldo che mette nel calderone ancora una volta Vettel. “Il consumo delle Hard montate sulla AMR21 è quello aspettato” fa sapere l’ingegnere italiano, in attesa di un riscontro sulla Medium calzata da Hamilton (leggi qui l’analisi on board del britannico). Curve 7 e 8, pieghe in appoggio mica da ridere, minano la salute delle mescole. Ecco perché Adami, con tatto ma decisione, suggerisce un passo decisamente più soft in questa zona della pista.
Giro 26, Gasly “pitta”. Le due Rosse restano fuori e, come previsto, puntano a prolungare la permanenza in pista con le Pirelli a banda rossa il più possibile. La vita utile dei compound si estende e, con bene placido del ferrarista, si prosegue nella salvaguardia degli stessi con un focus mirato in entrata di curva 9 e 10. In F1, però, nulla è scontato. Sebbene i dati raccontino una situazione sotto controllo, in realtà Carlos parla di vibrazioni sull’asse anteriore.
Scende il grip e sale il gap sul compagno di squadra, superando i 10 secondi. Sono circa 6 i decimi che la numero 55 si becca costantemente da Leclerc negli ultimi passaggi. Adami mostra comunque una certa soddisfazione per il passo e, se il box lo ritiene sufficiente, Sainz si dice in grado di mantenere l’attuale laptime senza problemi.
Tre tornate più tardi le cose peggiorano. L’anteriore sinistra sta per tirare le cuoia e il laconico “I need to box” dello spagnolo convince il muretto a chiamare la sosta. Dopo un breve summit relativo all’inclinazione dell’ala anteriore, si decide per un “Go down 1 point only”. Si scarica, pertanto, la vettura in previsione di serbatoi più vuoti.
I meccanici non sono dei fulmini di guerra e si tarda un pelo di troppo sull’anteriore destra. Montare un treno di gomme Hard nuove di pacca significa superare abbondantemente i 4 secondi.
Tornata in pista, la numero 55 occupa la settima posizione dietro a Fernando, unico pilota a non aver ancora effettuato la sostituzione delle mescole. Il warm up delle coperture a banda bianca tarda più del previsto e per i primi giri Sainz fatica. Centrata la finestra, le cose non migliorano di molto. Lo spagnolo lamenta un bilanciamento non all’altezza e l’anteriore sinistra, da subito, crea problemi. Nelle curve in appoggio, per evitare che l’asse anteriore vada a farsi benedire in maniera prematura, il managing delle coperture è pressoché totale.
Qualche giro più tardi, avvolto dalla noia, Carlos si trova Seb davanti agli occhi. Incuriosito, si interroga sulla presenza del tedesco in quella porzione di circuito e chiede spiegazioni. Adami informa l’iberico, segnala le flashing blues e chiede di azzerare tutti parametri legati ai compound. Inoltre, con il chiaro obiettivo di potare a termine il Gran Premio con una sola sosta, viene chiesto a Sainz di “salvare” il più possibile le gomme in percorrenza della 7 e, due passaggi più tardi, si aggiunge lo stesso ordine sulla 8.
Il race pace del ferrarista non decolla. Lento rispetto al compagno, il gap costruito su Fernando si sgretola gradatamente. Essere doppiati non è mai simpatico, soprattutto in una pista dove i sorpassi erano considerati merce rara. Eppure la Rossa 2021 deve subire anche questo ulteriore smacco. Passerà, prima o poi.
Verstappen (clicca qui per l’analisi on board di Max) sfila la Rossa nella breve retta che conduce in curva 11, mentre il ritmo di Alonso, migliore e più costante rispetto al ferrarista, sta inesorabilmente chiudendo il gap sulla numero 55. Scocciato dalla situazione, Sainz chiede lumi sulle battaglie che davanti a lui si stanno svolgendo. Dopo essere stato messo al corrente della situazione, Adami annuncia l’arrivo di Hamilton. Le solid blues costringono lo spagnolo a rallentare e lasciare spazio a sua maestà sette titoli mondiali.
L’interesse sulla gara di Carlos è solamente legato a mantenere la sesta piazza. Possiamo pertanto saltare all’ultima fase: passaggio 64. Bottas si burla del ferrarista e lo doppia. Trenta secondi e la Alpine numero 14 colma gli specchietti della Ferrari.Passare alla “Mode race” non ha cambiato lo stato delle cose e la rincorsa di Fernando vuole concludersi con un bel sorpasso.
Alonso è imbufalito. Un toro. Carlos soffre con gli pneumatici. “More K1 and Soc 9” autorizzati. D’altronde, overboost e massimizzazione ibrido sono, per difendersi, la mossa necessaria a tenere accesa una speranza. Tuttavia, lo sterzo si fa pesante e la monoposto italiana si scompone. Quel “Can I push to the end” del madrileño, accettato con prontezza dal muretto box, mette in evidenza tutte le lacune della vettura quando è costretta al limite. L’impresa di Sainz, purtroppo, sfumaall’ultimo passaggio.
Fernando si butta all’esterno di curva 1 e chiude agevolmente il sorpasso. La trazione della SF21 è fortemente pregiudicata dagli pneumatici bolsi. L’iberico dà fondo a tutta la propria abilità e con il supporto del layout, stretto e tortuoso, per fortuna riesce a mantenere il messicano Perez alle proprie spalle.
I sei punti del settimo posto fanno morale solo per Binotto. Lo svizzero definisce buona la prestazione delle sue vetture, soddisfatto per il risultato ottenuto. Carlos è di ben altro avviso, però. Lo si evince in maniera chiara nelle poche parole spese durante l’ultima comunicazione radio della gara.
Dopo essersi scusato per aver perso la posizione ai danni dell’amico Alonso, il tono dimesso dello spagnolo mette in luce il leitmotiv della prestazione: “Non avevo grip in entrambi gli stint. Dobbiamo capire cosa è successo”. Adami concorda e aggiunge: “Indagheremo…“
F1-Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz
Foto: F1 TV