Il secondo triple header della stagione di F1 è andato in archivio da qualche giorno oramai. Con una visione di insieme più ampia diversi sono i punti di riflessione. Grazie ai dati telemetrici in nostro possesso possiamo analizzare quello che è stato per cercare di mettere a fuoco l’attuale situazione e comprendere le forze in gioco. Per farlo andiamo a visionare le velocità rilevate in determinati punti dello storico tracciato di Monza.
In aggiunta prendiamo in considerazione i dati dello scorso anno senza dimenticare che, malgrado la coerenza generale del regolamento, le vetture 2021 sono state sottoposte ad un paio di nuove norme tecniche. Quella più evidente riguarda la porzione di fondo davanti alle ruote posteriori. Tale modifica ha ridotto sensibilmente il carico verticale prodotto al posteriore e al tempo stesso ha prodotto un naturale sbilanciamento tra i due assi delle monoposto.
I tecnici della varie scuderie, alcuni più di altri, hanno dovuto lavorare non poco per recuperare parte della downforce e ribilanciare le vetture. Sebbene i punti di carico persi siano stati recuperati quasi nella loro totalità andiamo a vedere di quantificare il delta tra le vetture prese in esame. Nel confronto sono quattro le vetture tenute in considerazione: Ferrari, Mercedes, Red Bull e McLaren.
Dando una rapida occhiata alla tabella salta alla vista quali siano siano le auto motorizzate Mercedes. Hamilton e Norris riescono a guadagnare circa 2 o 3 km/h in velocità massima. Da questo punto di vista la Ferrari è la vettura che meno è migliorata rispetto all’anno scorso. Il motivo, tuttavia, va in parte ricercato nel setup. Il deficit di cavalli della passata stagione era decisamente più accentuato e per riuscire ad ottenere un buon riscontro velocistico i tecnici italiani erano obbligati a scaricare molto la SF1000.
Tra quelle esaminate, alla prima variante l’unica scuderia ad ottenere un miglioramento di rilievo è la McLaren. Rispetto al 2020, infatti, Norris è in grado di guadagnare ben 4 km/h a centro curva. Mentre arrivando alla forte staccata della Roggia, dove quasi tutti hanno marcato la medesima prestazione dell’anno precedente, è la Red Bull che riesce a fare la differenza. Nelle mani di Max Verstappen la vettura austriaca riesce a portare una velocità di percorrenza superiore di ben 4Km/h.
Proseguendo il giro arriviamo alle due di Lesmo. In questa sezione della pista, sebbene per motivazioni differenti, sono Mercedes e Red Bull a pagare maggiormente dazio. Per quanto riguarda la numero 44, la peggiore delle due, sono addirittura 9 i km/h persi in percorrenza di entrambe le difficili curve destrorse. Considerando che nel circuito di Monza la prestazione è limitata proprio dal posteriore, tale fattore, per Mercedes, va catalogato come chiaro segno di mancanza di grip al retrotreno.
Non a caso gli ingegneri di Brackley hanno messo mano in maniera pesante in questa zona della vettura, sintomo che che i punti di carico verticale da recuperare erano e restano parecchi. Per quanto riguarda Red Bull, invece, il set up davvero molto scarico ha senza dubbio inciso sulla spinta verticale generata. Ciononostante, alla prima di Lesmo la numero 33 mostra un gap minimo rispetto all’anno passato, con solo 2Km/h di differenza. Mentre alla curva seguente il distacco sale a 7km/m
In linea con il T1 la prestazione della McLaren che, malgrado ottime velocità di punta, mantiene il dato in perdita sulle velocità in percorrenza su valori non troppo elevati. Ma in questo caso il dato interessante riguarda Ferrari. La SF21 di Leclerc, difatti, è l’unica monoposto in grado di guadagnare alla seconda di Lesmo 2 portando a centro curva 4km/h in più rispetto alla precedenza edizione del Gran Premio d’Italia.
Elemento che si ripete nel terzo settore, dove la numero 16 è capace di percorrere la Variante Ascari e la Parabolica (recentemente nominata Alboreto) addirittura più rapida di 3Km/h. Tenendo a mente i problemi di handling sofferti dalla SF21 in questa parte del tracciato, possiamo comunque definire buona la prestazione della Rossa, ancora limitata dalla mancanza di 20 cavalli sui top team che restringono la finestra di set up e allo stesso tempo limitano la prestazione massima della vettura italiana.
T3 non digerito alla perfezione da Verstappen che mostra un gap significativo in entrambi i punti menzionati, mentre Hamilton, quanto meno, riesce a minimizzare le perdite in curva 8-9-10. Norris bene alla Ascari, meno alla Alboreto.
Foto: Scuderia Ferrari