Sir. Lewis Hamilton, 7 volte campione del mondo di F1. Il titolo nobiliare è di quelli che fanno tremare le gambe. Eppure George Russell, parcheggiato in Williams durante tre stagioni, non sembra affatto intimidito quando pensa al prossimo futuro. Il talento cristallino di King’s Lynn, cittadina portuale nella contea del Norfolk, siederà al fianco del Re nero nel garage Mercedes dal 2022. E le intenzioni verso sua maestà plurititolata, neanche a dirlo, non sono di certo amichevoli.
Nelle settimane che hanno preceduto l’annuncio sulla dipartita tecnica del fedele scudiero finnico Valtteri Bottas, le chiacchiere da angiporto sul conto di Lewis si sono sprecate. Tra le più infingarde quella riguardante il possibile diritto di veto secondo il quale Hamilton avrebbe potuto posticipare l’arrivo di George in Mercedes. Beh… a quanto pare così non è andata. Il campione del mondo in carica ha esposto la propria preferenza su Valtteri a più riprese. Tutto vero. Ma lo ha fatto in pubblico, davanti a tutti. In privato invece, a stretto contatto di gomito con Toto Wolff, lui stesso ha rilasciato commenti positivi sul conto di Russell. Questo perché alla fine la decisione spettava alla squadra e non certo a lui.
La massima categoria del motorsport è strana sotto certi aspetti. Sebbene un team di F1 debba necessariamente fare gioco di squadra gli interessi individuali insorgono, visto che oltre al titolo costruttori è in palio c’è anche quello piloti. E non importa se non si può vincere. Alla fine del mondiale solo un risultato è bene accetto nella testa di un pilota: battere il proprio compagno. Ma d’altronde come potrebbe essere altrimenti in una competizione così alla limite come la Formula Uno?
Ed è per questo che mantenere compattezza all’interno di una scuderia si attesta tra i compiti più ardui in assoluto. La storia è costellata da esempi dove la situazione è sfuggita di mano. Con un piccolo salto temporale, stagione 2016, tutti noi certamente ricorderemo la guerra interna tra Hamilton e Rosberg. Talmente dura e cruenta che ha messo fine ad un forte amicizia che legava i due da oltre 15 anni. D’altro canto lavorare per il bene comune della squadra e allo stesso tempo battere il proprio teammate assomiglia tanto ad un ossimoro. Figura retorica forgiata da concetti contrari che funziona alla perfezione nella letteratura ma non nella realtà.
La lezione che Mercedes ha appreso sulla propria pelle, pertanto, riempie un bagaglio di esperienza che difficilmente potrà tornare utile in caso di guerra vera. Lewis è un campione formidabile e Russell aspirante tale. L’antagonismo è scritto. Esiste già nelle menti dei due piloti. Niente e nessuno potrà fermare un duello tra di loro, soprattutto se in gioco ci sarà il campionato mondiale di F1.
foto: FIA – Mercedes AMG F1 Team