Leclerc: un pilota di F1 dalle grandi doti che prima di essere definito campione deve necessariamente effettuare un ulteriore step. Eliminare, quindi, alcune caratteristiche intrinseche che in determinate situazioni inficiano negativamente sull’esperienza alla guida. Sul talento del pilotino Ferrari non si discute, sia chiaro, ma una percentuale esiste. Parliamo di imprecisioni dettate in prevalenza dall’ansia di prestazione che inevitabilmente, in alcuni casi, porta a strafare.
Tale atteggiamento, tuttavia, non può essere categorizzato solamente come nota caratteriale. Questo perchè al volante della sua SF21, auto non competitiva per aspirare a posizioni di vertice, il ferrarista è costretto costantemente a trovare quel qualcosa in più per assicurare alla Rossa posizioni dignitose. Ecco spiegate le battute di arresto nella curva di apprendimento.
Inoltre un fattore va tenuto in seria considerazione. Sedere su una vettura con su stampato il Cavallino Rampante sulla scocca è motivo di orgoglio. Siamo d’accordo. Ma al medesimo tempo è sinonimo di pressione. Un buon risultato in sella alla monoposto di Maranello viene amplificato, di sovente, oltre ogni immaginazione. Mentre al contrario, commettere anche solo una piccola sbavatura può assumere dimensioni catastrofiche in talune circostanze.
Gli errori di Charles non sono molti e spesso vengono circoscritti nella categoria “senza conseguenza” durante un weekend. Nel periodo in Ferrari (ha festeggiato i 50 Gp in Rosso proprio lo scorso fine settimana a Zandvoort), il monegasco ha espresso uno stile di guida ben preciso. La sua sensibilità e la naturalezza con la quale assimila ogni singola regolazione in termini di set-up della vettura è davvero notevole.
Molti piloti affidano al proprio sedere il compito di capire il comportamento della monoposto. Leclerc, invece, preferisce creare un feedback attraverso le sue mani che gli permette di prevedere il comportamento sottosterzante o sovrasterzante della monoposto. In questo fondamentale, l’ex Alfa Romeo ricorda una vecchia volpe ancora presente all’interno del paddock di F1: un certo Fernando Alonso.
Ma a questo punto, considerando la carriera sino ad ora spesa dal monegasco in Ferrari, un paio di considerazioni urgono. Le inseriamo nel pezzo attraverso un paio di domande. Quali sono i fattori che rendono Charles così tanto deciso sul futuro? Su quali basi appoggia la sua fiducia incondizionata? Proviamo a spiegarlo facendo un piccolo passo indietro prima di arrivare al dunque. Ferrari è andata in all-in su Leclerc. Tanto da sistemalo al centro del progetto a discapito di un quattro volte campione del mondo come Sebastian Vettel.
Il team gli ha fornito il massimo supporto e sin dal 2020, tagliando fuori il tedesco dal discorso tecnico, ha intrapreso una precisa strada sulla messa a punto della vettura concordata con il monegasco. Oltre all’inevitabile e meritato conguaglio economico alla fine del 2019 che ha permesso a Charles di estendere il contratto con una parcella decisamente più elevata, le aree di sviluppo della vettura sono state indirizzate e costruite su di lui.
Messa alle spalle una stagione, quella 2020, dove la direttiva tecnica diramata prima dell’inizio del mondiale ha di fatto azzoppato i sogni di gloria della scuderia modenese, il percorso tecnico intrapreso dalla scuderia lo convince appieno. Il team italiano ha dimostrato di saper reagire mettendo in pista una vettura, la SF21, più che dignitosa. Questo malgrado debba condividere il telaio con la sciagurata esperta in piroette SF1000.
Se pensiamo alla continuità regolamentare non sembra troppo generoso valutare di piccola entità i progressi effettuati. Al contrario, con ogni probabilità, una visione di insieme più oculata porterebbe il riconoscimento ad una valutazione superiore. Oltre a questo va registrato il salto di qualità del team italiano nella correlazione tra pista e simulatore effettuato in stagione.
Aspetto che ha migliorato il comportamento in pista della vettura grazie alla capacità di mettere a punto la macchina a monte e presentar in pista con una buona base sulla quale lavorare nell’arco del weekend. Senza dimenticare il futuro prossimo, assolutamente più roseo delle aspettative.
Secondo informazioni raccolte da FUnoAnalisiTecnica infatti,in Ferrari vige un cauto e “nascosto” ottimismo. Sebbene la nuova era della F1 resti un’incognita e senza alcun dubbio sarà solo la pista a svelare il reale valore delle forze in campo, il team è convinto di poter tornare nuovamente in auge.
Il progetto 2022 procede senza intoppi. Da circa una settimana, sotto la supervisione di Mattia Binotto, il nuovo simulatore all’avanguardia costruito fra il corpo principale della GES e la pista di Fiorano è stato messo in funzione per supportare la fase di progettazione della monoposto 2022. E al momento i risultati hanno dato ottimi riscontri.
Il trend positivo ha caricato di fiducia tutto l’ambiente e all’interno della squadra ogni singola persona è convinta che a breve le cose cambieranno. E Charles Leclerc, ovviamente, è il primo a credere di poter riportare la Ferrari al successo dopo parecchi anni di digiuno.
Foto: Scuderia Ferrari