Il titolo è piuttosto chiaro. Non gira attorno alla questione. Il triste epilogo del quindicesimo round di F1 è strettamente correlato all’atteggiamento del muretto box italiano. Malgrado in determinate circostanze prendere la decisione corretta non sia affatto semplice, qualcosa di meglio si poteva senz’altro fare. Doverosa premessa a parte, come ci si comporta in casi limite come quello vissuto durante le ultime tornate del Gran Premio di Russia edizione 2021?
Quando le condizioni climatiche si fanno avverse esistono dei protocolli che le scuderie mettono in atto a seconda della situazione. Nel caso specifico parliamo di una pista asciutta che diventa scivolosa a causa della pioggia, dove il quantitativo di acqua sul tracciato è in continuo aumento. I tecnici di Maranello, solitamente, si affidano parecchio al feedback del pilota. L’handling e l’esperienza di guida sono cruciali in un contesto del genere e risulta più che ovvio come una comunicazione bidirezionale debba essere alla base dello scenario appena descritto.
Le tempistiche in F1 durante le quali una scelta in merito va abbracciata sono davvero ristrette. In tali frangenti tra le due parti è il pilota quello sommesso a una pressione superiore, costretto a giudicare e prendere una posizione decisa sul da farsi mentre la sua concentrazione è fissa sulla guida in condizioni di stabilità precarie. Ecco perché, necessariamente, il team dev’essere in grado di guidare tale decisone fornendo le giuste informazioni e, se il caso lo richiede, decidere al posto suo.
Esaminando la situazione Leclerc, possiamo dire che il ruolo recitato dai tecnici del Cavallino ha contribuito non poco a creare una condizione negativa. Con la consapevolezza che di lì a poco l’intensità della pioggia sarebbe sensibilmente aumentata, assecondare la scelta rischiosa di Charles, ingolosito e allettato da un ipotetico podio se in grado di fronteggiare e “resistere” a una circostanza ostile, ha di fatto lasciato naufragare il monegasco in pista.
A supporto di quanto detto prendiamo in esame l’atteggiamento che Mercedes ha profuso nei confronti di Lewis Hamilton. Il campione britannico di F1 alla tornata 48 sceglie di restare fuori e seguire il leader della corsa Lando Norris. Tuttavia, dopo aver studiato rapidamente i fatti, il team di Brackley, forte delle informazioni acquisiste sul meteo, richiama ai box il Re Nero in maniera perentoria.
Benché il talento di Stevenage non fosse affatto d’accordo con tale decisione, la risolutezza sull’ordine impartito (leggi qui i dettagli nell’analisi on board) ha sottolineato come il provvedimento non fosse affatto passibile di dibattito. Tale scelta obbligata, conti alla mano, ha di fatto consegnato al pluricampione del mondo di F1 la possibilità concreta di vincere il Gran Premio di Russia edizione 2021. Cosa poi avvenuta di lì a poco.
Tornando a Ferrari, quindi, se pensiamo alla differente gestione all’interno del medesimo scenario, non è difficile stabilire come l’immobilità degli uomini in Rosso abbia senza dubbio “condannato” la corsa del monegasco. In aggiunta, se analizziamo ulteriori sfaccettature, si palesa l’aggravante relativa al pericolo. Le mescole Medium che la numero 16 calzava nella circostanza, di fatti, non erano assolutamente in grado di evacuare la giusta quantità d’acqua in pista e quando oramai la gara era di fatto compromessa la sosta doveva essere immediata.
Tardare la chiamata ai box ha esposto Charles a grossi e inutili rischi considerando la scarsissima visibilità, l’handling praticamente nullo e la vicinanza dei muretti che la pista russa evidenzia. Come giustamente ha fatto notare il team principal della storica scuderia italiana Mattia Binotto, benché il pilota sia necessariamente parte integrante delle scelte, il muretto possiede una visione di insieme che gli permette di giudicare in una maniera certamente più appropriata simili vicende. Ecco perché, in questo caso, i tecnici di Maranello avrebbero dovuto prendersi la responsabilità e decidere al posto di Leclerc. Proprio come ha fatto Mercedes.
Il ultima analisi, a supporto di quanto detto, ritengo interessanti le parole di Andrew Shovlin, trackside engineering director di Mercedes AMG.
“In macchina i piloti hanno molti strumenti da gestire, ma non hanno il lusso del radar per la pioggia o altri dispositivi del genere. Sta dunque a noi fornire loro le corrette indicazioni, in modo tale da metterli in condizioni di poter operare la scelta giusta”.
Foto: F1Tv – Scuderia Ferrari