Formula 1

La brusca inversione a “U” di Hamilton: ecco perché

E’ il segreto di Pulcinella. George Russell sarà, a partire dal campionato del mondo di F1 2022, il nuovo portacolori della Mercedes. Tutti lo sanno, ad iniziare dai diretti interessati, e nessuno lo dice. Ma ogni volta che ne parlano – ed ora lo fanno con più insistenza – ammiccati sorrisini spuntano sui volti dei protagonisti. L’annuncio è imminente, ogni momento potrebbe essere buono per ratificare la formazione della nuova coppia.

Cosa frena l’ufficialità del matrimonio? Probabilmente la posizione di Valtteri Bottas, un pilota da sempre legato a Toto Wolff che sta cercando, dopo cinque anni di onorevoli prestazioni, di trovare un sedile buono al finlandese. Toto ha mille agganci in F1, Valtteri ancora qualcosa da dire pur uscendo fortemente ridimensionato dal lungo confronto con il sette volte campione del mondo.

L’ingaggio da parte del scuderia di Brackley di Russell determina una serie di effetti concatenati. I primi – e forse più visibili – si avranno su Lewis Hamilton che, in questi anni, si è speso con forza per avere Bottas come compagno. Una seconda guida che si è dimostrata fedele, affabile nei rapporti, onesta nella condotta di gara. Un pilota mai polemico, raramente lamentoso e che essenzialmente ha accettato il suo status di spalla. Insomma, un driver che Hamilton non ha faticato a battere alla lunga.

il britannico Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 TEAM) percorre un giro del circuito di Zandvoort con l’inseparabile monopattino durante il giovedì del Gran Premio d’Olanda edizione 2021

Viene da sé perorare la causa delle sua permanenza. Sono decine, forse centinaia, le interviste in cui il talento di Stevenage ha fatto riferimento al biondo finnico come collega ideale di F1. L’ultima in apertura del GP fantasma del Belgio. Evidentemente il lavorio ai fianchi di Toto Wolff non è servito visto l’epilogo che verrà formalizzato nei prossimi giorni. Hamilton, ammesso che l’abbia mai condotta, perde la sua piccola battaglia, Bottas abbandona la nave e Russell diventa il secondo ammiraglio di un natante condotto da un lustro dal britannico.

Cambia il vento, cambiano i registri delle dichiarazioni. E’ un processo logico della natura umana. Ognuno deve potere pensare di trarre il meglio da ogni situazione, anche da una potenzialmente scomoda. E avere un ventitreenne arrembante accanto, uno considerato più o meno un fenomeno, non deve essere proprio una condizione confortevole.

Penso che sarebbe bello – ha esordito Hamilton interpellato sulla prospettiva di doversela vedere col connazionale della Williams George è un pilota incredibilmente talentuoso. Direi che l’unico, vero, momento clou dello scorso fine settimana a Spa Franchorchamps è stato il suo giro di qualifica. Si è trattato di qualcosa di spettacolare. Russell è un pilota umile ed essere britannico lo aiuterà. È uno dei futuri piloti del futuro della F1, sono sicuro che continuerà a crescere“.

il britannico George Russell (Williams) passeggia per il paddock durante il fine settimana del Gran Premio d’Olanda edizione 2021

Naturalmente Russell dovrà compiere il suo percorso di apprendistato. Anche se, in occasione del GP di Sakhir del 2020, il ragazzo ha dimostrato di essere parecchio sveglio e di possedere spiccatissime doti di adattamento. “Quando inizi qualcosa di nuovo – ha argomentato il 44 hai sempre bisogno di tempo per adattarti, anche quando hai un nuovo ingegnere o meccanico. George è già stato in pista con noi e ha fatto una gara con la squadra. Ha visto l’ambiente nel quale io e Valtteri siamo calati“.

Cosa aspettarsi da questo inedito confronto interno tra quella che può essere definita la miglior coppia piloti della griglia? Difficile dirlo soprattutto in virtù di un drastico cambio regolamentare che entrerà in vigore nel 2022. Ovviamente, il primo obiettivo di un pilota è avere la meglio del suo compagno di squadra. E’ una legge di natura della F1. Russell potrebbe battere Hamilton? Assolutamente sì. Ha doti velocistiche innate e che sono cresciute in una carriera che lo ha visto imporsi praticamente ovunque.

Un Hamilton che “soccombe” dinnanzi al neo-competitor vedrebbe la sua carriera ridimensionata? No, Lewis non ha molto altro da dover dimostrare a se stesso e al pubblico. E l’età avanza anche per lui. Cosa che potrebbe, specie se riuscisse a portarsi a casa l’ottava corona d’alloro, determinare un drastico calo nella fame di vittoria. Ipotesi. Non troppo campate in aria. “Non credo di avere cose da dimostrare – ha sentenziato Lewis Ho già gareggiato contro compagni di squadra incredibili, anche nel mio primo anno contro Fernando. Ci saranno cose che impareremo gli uni dagli altri, il rispetto c’è sempre stato e questo è l’importante. È incredibile vedere avanzare giovani piloti e mi sento riflesso in loro“.

Fernando Alonso e Lewis Hamilton ai tempi della McLaren, durante la stagione 2007

Che un sette volte campione del mondo possa ancora apprendere qualcosa da un pilota fortissimo ma pur sempre emergente dà la cifra di quanto il momento di abdicare sia lontano. Hamilton ha firmato un’estensione contrattuale che lo legherà a Mercedes fino a tutto il 2023. Altri due anni ni quali provare a migliorare quei record che già gli appartengono. Un tentativo che dovrà fare in un mutato scenario, battendo un avversario ostico, avvelenato, ambizioso.

Un pilota che Mercedes doveva prendere. Per due ordini di ragioni. In primo luogo perché non ne poteva mortificare l’ascesa in una scuderia, la Williams, che non ha velleità di vittoria e che, seppur migliorata negli ultimi anni, continua a barcamenarsi tra mille difficoltà nelle sabbie mobili della bassa classifica. In secondo luogo poiché il team di Brackley deve pensare al futuro di medio-lungo temine. Hamilton non è eterno, dal 2024 potrebbe dire addio alla F1. Ecco che Russell ne dovrebbe prendere l’eredita non solo per appartenenza territoriale, ma per doti tecniche, spessore e capacità di vincere. Che per ora è solo prevedibile.

Ecco perché Hamilton non ha potuto avere voci in capitolo nella definizione della line-up 2022. Cosa, questa, fin troppo strombazzata da certa stampa sensazionalista e poco desiderosa di spiegare i fatti per quelli che sono. Un pilota, seppur potente, pesante mediaticamente ed influente politicamente, resta, tutto sommato, uno che fa una cosa molto semplice: abbassa la visiera e cerca di andare più forte dei rivali. Pretendere o ritenere che gestisca anche dall’interno un team è follia.

il britannico Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 TEAM) passeggia nel paddock durante il fine settimana del Gran Premio d’Olanda 2021

Ma il futuro non è oggi. C’è un GP inedito da affrontare e un campionato da provare a vincere. Lewis sa e prova a tenere la barra dritta su questo 2021 che potrebbe regalargli l’ottava perla: “In questo momento sono concentrato sul lavoro che io e Valtteri dobbiamo fare nel weekend. Sono molto contento di lavorare con lui, lo rispetto molto e penso che sia un concorrente molto duro, che non si arrende mai e spinge sempre. Mi ha aiutato a vincere questi Mondiali con la squadra, non ce l’avrei fatta senza di lui“.

La frase finale ha il sapore amaro del commiato. Le strade di Lewis e di Valtteri si separeranno a fine stagione per incrociarsi nel futuro da avversari sotto diverse insegne. Non resta che registrare parole di sentito ringraziamento in attesa di una sfida che si annuncia rovente.

F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

F1-Foto: Mercedes

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Diego Catalano