In F1 la pressione può fare brutti scherzi e solitamente in un duello per il titolo mondiale è altissima. Max e Lewis ne sanno qualcosa. I due stanno lottando a carte scoperte oramai da parecchio e a quanto pare tutto (o quasi) è concesso. Le 5 lunghezze che dividono l’attuale campione del mondo dall’olandese non possono certo soddisfare Verstappen. Eppure il giovante talento di Hasselt non sembra affatto preoccupato di avere alle calcagna uno dei più grandi piloti di sempre.
Dopo lo scontro al giro 26 avvenuto alla Prima Variante del circuito di Monza la tensione è salita alle stelle e una marea di polemiche aleggia oramai da giorni sulla spinosa questione. Ma finalmente è arrivata l’ora della pista. Tuttavia, nella giornata di ieri, nelle consuete interviste del giovedì, non è certo mancato il botta e risposta mediatico tra i corridori che, anche a Sochi, malgrado la penalità di 3 posizioni sulla griglia che la numero 33 dovrà scontare, saranno contendenti per la vittoria finale.
L’abilità mediatica maturata negli anni da Hamilton (leggi qui le sue parole relative all’incidente) è davvero qualcosa di strepitoso. D’altronde con un maestro nel campo dell’orazione come Toto Wolff il Re nero poteva solo che crescere anche sotto questo profilo. Il britannico, furbescamente, ha provato a mettere pressione al rivale. Lo ha fatto ricordandogli che si trova per la prima volta a combattere per un campionato e quando questo succede la situazione può sfuggire di mano in un lampo.
Per tutta risposta, spavalda, Max non ha tardato ad affermare che Lewis non lo conoscesse affatto, sottolineando come tali dichiarazioni lo confermassero. Questa empatia a livello emozionale del pilota di Stevenage non è piaciuta a Vertappen che al contrario si è definito molto calmo, rilassato, e totalmente estraneo alle chiacchiere da bar che lo circondano. Ha persino ironizzato in sala stampa sottendendo che non dorme da tempo. I nervi non glielo permettono. “Lottare per il mondiale piloti di F1 è così orribile… lo odio“, ha commentato con un sorriso beffardo sulla bocca.
Risulta molto chiaro come il tentativo di Hamilton di appesantire il carico sulle spalle dell’olandese in un week end dove la vettura austriaca sconterà una sanzione non ha funzionato. L’attuale leader del mondiale ha un carattere forte. Probabilmente molto di più di quanto sembri. Facendo memoria nel recente passato, considerando la lotta con Ferrari nel 2018, il britannico aveva trovato terreno fertile su nervi di Sebastian Vettel.
In quell’occasione gli attacchi verbali, velati ma taglienti come un rasoio, avevano contribuito alla debacle ferrarista. Lewis aveva capito sin da Baku 2017, grazie alla relazione spropositata del tedesco durante una fase di ripartenza, come Seb non fosse certo immune alla pressione. Mentre invece, con Verstappen, queste tattiche non sembrano affatto funzionare. Per mettere Max in difficoltà dovrà escogitare ben altro l’inglese.
D’altronde la superiorità della Red Bull (ne abbiamo parlato a fondo qui tramite una lunga analisi) offre quelle certezze che Mercedes ha stretto tra le mani per anni ma che attualmente latitano. Questo è un punto chiave nella battaglia per il titolo e come abbiamo potuto osservare durante i primi 2/3 della stagione tale elemento ha messo e sta mettendo in seria difficoltà il team di Brackley, forse non più abituato ad inseguire. A livello psicologico, solitamente, l’estrema tranquillità dell’avversario innervosisce alquanto.
Nel caso specifico di Lewis, il muro di gomma eretto dall’olandese sul quale rimbalzano gli assalti verbali creano un sentimento di impotenza che, sommato al divario tecnico sul quale Verstappen può contare, rende tutto tremendamente più difficile. Nonostante tutto però, in pista l’olandese ha dato segnali che la pressione esiste eccome. Senza andare troppo lontani basta pensare a Monza. Attraverso gli on board, prima della sosta di Ricciardo, Max commette un errore e arriva lungo nel primo settore.
Questo elemento ha di fatto ritardato il cambio gomme di due giri perché il tentativo di undercut era andato a farsi benedire avendo perso il contatto con la McLaren dell’australiano. Mentre in seguito, dopo l’errore ai box del meccanico che si occupava dell’anteriore destra che ha provocato una sosta lunghissima, Max ha passato due giri a urlare e lamentasi in radio. Sino a quando in curva 1, alla fatidica tornata 26, la pressione alla quale era sottomesso lo ha fatto agire con un quantitativo di foga probabilmente eccessivo.
Foto: Red Bull Racing Honda