La seconda sessione di prove libere ha sottolineato un fattore chiave nella lotta al titolo: il sette volte campione del mondo di F1 non ha la minima intenzione di abdicare. Max è una avversario fortissimo e nonostante fuori dalla pista il suo atteggiamento sia molto maturo e postato, schivando polemiche e scaramucce verbali, dentro l’abitacolo basta davvero poco per accendere in lui un fuoco indomabile.
L’esperienza del Re Nero è altissima, così come la sua capacità di sfruttare ogni piccola circostanzia per affondare psicologicamente l’avversario. E a quanto pare, ieri, sembra esserci riuscito benissimo. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita (clicca qui per saperne di più) analizzando i fatti, in considerazione di una presunta supremazia Mercedes che Max sembra non aver digerito con troppa eleganza.
In casa Ferrari lo studio sul set up ha riempito le menti di piloti ed ingegneri. Diversificare la messa a punto e realizzare diverse prove di carico ha di fatto concesso una raccolta dati approfondita, sulla quale si cercherà di costruire l’assetto ideale della monoposto dopo lo studio al simulatore. La facilità di attivazione sulle mescole, sommata alla grande energia immessa sulle Pirelli dalle curve in appoggio del tracciato statunitense, ha limitato il rendimento delle vetture modenesi.
Possiamo e dobbiamo comunque definire positiva la prima giornata di prove libere effettuata dalla storica scuderia italiana. I due alfieri della Rossa hanno saggiato a fondo le doti della SF21, dando vita ad un rendimento differente in pista. Focalizzandoci sulle Fp2, attraverso i feed video (clicca qui per l’analisi on board della Ferrari) abbiamo osservato uno spagnolo piuttosto comodo sul giro secco, mentre nelle prove high fuel ha dovuto amministrare parecchio le coperture. Charles è invece parso più impreciso malgrado, cronometro alla mano, abbia staccato il miglior tempo tra i due.
Prendendo in esame la telemetria relativa alla Speed salta alla vista la differenza sulla velocità di punta, 5 Km/h più rapida sulla numero 55. Determinante la minore incidenza sul carico aerodinamico testata sulla vettura dell’iberico che comunque non ha inciso negativamente sulle curve a rapida percorrenza, come conferma il miglior intertempo ottenuto da Sainz nel T1.
Nel secondo settore la differenza si materializza nella retta principale mentre nel T3, zona più guidata della pista, il traffico gli ha fatto commettere una forte incertezza in entrata sull’ultima curva. Fattore che ha prodotto un ritardo di ben mezzo secondo e ha totalmente compromesso il giro dello spagnolo, comunque soddisfatto del suo tentativo tanto da rinunciare ad effettuarne un’ulteriore.
Dando un’occhiata alla traccia estrapolata dalla trasmissione possiamo notare una concreta differenza nello stile di guida dei ferraristi. Carlos mantiene la velocità di percorrenza all’interno dello “snake” più alta e grazie ad un approccio meno aggressivo scala la marcia in anticipo rispetto al monegasco. Charles, invece, ritarda la frenata e passa in sesta solamente in curva 5. A conti fatti l’interpretazione messa in pratica dal madrileño è più redditizia a livello di traiettoria e consente alla numero 55 di risultare più rapida.
La telemetria relativa ai tre piloti presi in esame attraverso il nostro consueto paragone velocistico, mette immediatamente in luce una netta differenza. La prestazione di Leclerc nei rapidi cambi di direzione crea un gap di oltre 13km/h a cavallo tra il primo e secondo settore. Ciononostante nel T1 l’intertempo della numero 16 non è da affatto da buttare, risultando addirittura più rapido di quello ottenuto da Serio Perez.
Nella parte centrale del circuito l’efficienza non ottimale della SF21 si fa sentire alla fine della lunga retta che porta in curva 12 e Charles perde ben 4 decimi sul messicano e altri due sul campione del mondo in carica Lewis Hamilton. Distacco che aumenta ulteriormente nel T3, dove l’andamento inferiore della SF21 paga ulteriori decimi tra curva 18 e 19.
Intertempi che vanno comunque presi con le pinze almeno nel confronto Mercedes vs Red Bull. I piloti di Brackley, infatti, hanno scelto di utilizzare mappature sull’endotermico più spinte per contrastare il drag superiore generato dalla specifica un pelo più carica usata al posteriore rispetto alla versione a cucchiaio montata sulle RB16B. Soluzione che sulle vetture di Milton Keynes ha il chiaro obbiettivo di contrastare la resistenza all’avanzamento e garantire una top speed all’altezza. Questo tardo pomeriggio, durante le Fp3, a parità di mappature vedremo che succede…
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Telemetrie: Luca Bettiol – @BettiolLuca