Tanto tuonò che in F1 piovve. La tanto chiacchierata sostituzione della power unit della Mercedes n°44 di Lewis Hamilton è arrivata. Per settimane si è discusso su quale potesse essere l’appuntamento giusto per scontare la penalità. Ieri sono stati proprio gli uomini in nero a rompere gli indugi annunciando che lo switch avverrà nel GP di Turchia, sedicesimo round del mondale di F1 2021.
Ne abbiamo parlato lungamente sulle colonne di Formula Uno ANalisi Tecnica: al momento nessuno dei 20 protagonisti ha sforato la fatidica soglia delle sei gare disputate con una una sola power unit (leggi qui l’approfondimento). Da questa regola consuetudinaria, evidentemente, non è potuto sfuggire il campione del mondo che, nella conferenza del giovedì, in una manovra depistante, aveva riferito che non era Istanbul il tracciato deputato all’installazione dell’unità motrice n°4.
Il reparto powetrains di Brixworth ha intrapreso una strada singolare. Non è stato sostituito completamente il V6, si è deciso di introdurre solo la nuova parte endotermica, il cuore pulsante di una power unit turbo-ibrida. Alla base di questa decisione vi sono alcune scelte strategiche. La prima dipende essenzialmente da quanto accaduto a Valtteri Bottas che, a Sochi, aveva introdotto un quinto propulsore.
Molti, malignando vanamente nel solito giochetto mediatico che punta al sensazionalismo e non alla ricerca del vero, hanno sostenuto che in Mercedes volessero sacrificare il finnico per coprire la penalità di Max Verstappen. Cosa, questa, facilmente smentita dal corso degli eventi.
Innanzitutto “il boscaiolo” non ha saputo reggere l’urto della rimonta dell’olandese facendosi superare con un certa facilità; in secondo luogo era logicamente più funzionale avere un Bottas più avanti in griglia piuttosto che vederlo in fondo al gruppone con tutti i rischi del caso. La verità è che, dopo le libere, è emerso un problema all’ICE della vettura n°77 montato in quel di Monza. Analisi approfondite hanno imposto agli ingegneri anglo-tedeschi di affidarsi ad una nuova unità propulsiva.
Queste indagini specifiche hanno convinto tutto l’ambiente Mercedes che anche Hamilton – per evitare di incorrere in un penalizzante ritiro che comunque avrebbe determinato un arretramento nel successivo gran premio – dovesse scontare la sua penalità. Che sarà ridotta. E qui veniamo alla mossa di Brackley che tende a limitare i danni nella corsa al titolo iridato.
Vediamo qual è la situazione relativa alle componenti. Finora Hamilton ha adoperato 3 ICE (su 3), 3 Turbocompressori (su 3), 3 MGU-H (su 3), 3 MGU-K (su 3), 2 pacchi batterie (su 2), 2 centraline elettroniche (su 2): 3 impianti scarico (su 8). In effetti avrebbe possibilità di sostituire solo quest’ultimo elemento per evitare sanzioni in griglia.
Nella serratissima battagli con Max Verstappen, i tecnici della Stella a Tre Punte hanno ponderato attentamente il da farsi. Le parti elettriche, il turbo e la centralina che sovraintende al funzionamento di tutto il motore non hanno mai generato grattacapi. Erano elementi che sarebbero dovuti durare per un tempo necessario ad assecondare le richieste del regolamento. Ecco perché si è stabilito di sostituire solo la parte endotermica. Scelta operata anche perché, a Zandvoort, Hamilton ha visto trapassare il motore n°1, quello usato in tutte le sessioni di prove libere. Un ulteriore, potenziale, bastone tra le ruote del britannico.
Il direttore delle operazioni di pista della Mercedes, Andrew Shovlin, ha spiegato che il team ha simulato tutte le gare che restano da qui alla fine dell’anno prima di scegliere la Turchia per operare un cambio che era preventivo e che è dunque stato fatto principalmente per evitare il rischio di una rottura in una gara.
Istanbul, in base agli elementi risultanti dall’approfondita analisi, è stato il circuito che ha offerto le migliori opportunità per recuperare terreno in gara. Ovviamente sulla carta. Nel calderone delle variabili processate è entrato anche il fattore umano. L’Istanbul Park è un nastro d’asfalto che piace particolarmente al campione del mondo in caria che, nel 2006, in GP2, fu autore di una rimonta gagliarda di cui tutt’ora si sente l’eco.
Il nodo della vicenda è il seguente: è un azzardo sostituire solo l’ICE? Si tratta di un rischio calcolato? Evidentemente sì se si valutano le parole di Shovlin. Cambiare solo il motore a combustione interna è stato il giusto compromesso per isolare la causa più probabile di un guasto e l’ottenere l’effetto benefico di ridurre al minimo la penalità. Un sottile equilibrio tra due istanze confliggenti.
Le power unit turbo-ibride hanno una caratteristica endemica: perdono via via un po’ di potenza nel corso della loro vita. Ciò che contribuisce maggiormente all’elemento di affidabilità e alle prestazioni pure è proprio il comparto endotermico, il fulcro tecnico di un propulsore di F1. Ecco perché è meglio prendere 10 posizioni di penalità piuttosto che iniziare dalle retrovie cambiando tutti gli elementi.
La buona riuscita di questa mossa strategica dipenderà anche dalle qualifiche. Un sabato deludente vanificherebbe l’idea postulata in fabbrica e potrebbe addirittura portare ad una rivalutazione generale della manovra. Per le 14:00 è prevista pioggia. Dovesse uscire fuori un turno complesso come quello russo, in Mercedes potrebbero decidere di cambiare anche altre parti del motore arretrando Lewis nelle retrovie. Uno scenario al momento non contemplato. Ma non del tutto escludibile.
A livello prestazionale, il week end della W12 n°44 è iniziato bene. Hamilton ha svettato entrambi i turni di libere e ha mostrato, per quel che può valere considerando i carichi di carburante e le mappature del motore, un passo impressionante nella simulazione gara. Elementi che lasciano ben sperare in ottica gara specie se si osservano le difficoltà riscontrate da Max Verstappen.
E’ vero che, in un’ottica di gestione, la power unit Honda era parecchio conservativa, ma ciò che ha destato preoccupazione nell’ambiente Red Bull è stato il nervosismo di una RB16B che non ha centrato l’assetto giusto e che ha mal sfruttato le gomme Pirelli su un asfalto totalmente cambiato – e migliorato nel grip generale – rispetto alla passata stagione. La pioggia annunciata per oggi potrebbe, da un lato, aiutare l’olandese e, dall’altro, penalizzarlo in vista di una gara che potrebbe essere asciutta.
Il Gran Premio di Turchia, dunque, potrebbe essere meno scontato nell’esito finale di quanto ci si possa aspettare. Ovviamente è questa la speranza che caldeggiano in Mercedes che non ha fatto mistero, tramite Shovlin, di puntare ancora alla vittoria di tappa con Hamilton. Bisognerà essere perfetti e sicuramente servirà una buona stella per provare l’impresa. Che potrebbe essere favorita da un Valtteri Bottas chiamato a essere meno arrendevole e più determinato quando ha a tiro Verstappen.
Foto: Mercedes, Red Bull, F1