È alquanto semplice rendersene conto: Mattia ha un debole sportivo per Charles. Stravede per lui. Percezione che si manifesta spontanea ogni qualvolta i microfoni della F1 passano vicino all’ingegnere occhialuto. Oppure per radio, alla conclusione di una gara. Insomma… l’occasione è sempre buona per fare un complimento al monegasco. E non importa che tipo di risultato abbia ottenuto, perché l’ex Alfa Romeo viene comunque sistematicamente messo sul piedistallo.
L’enorme talento del ventiquattrenne, sommato alla capacità di infiammare i tifosi tramite l’approccio esplosivo e mai domo al volante della sua Ferrari, rende Leclerc un pilota facilmente venerabile. La sua grande personalità sfocia nella capacità intrinseca di non arrendersi mai alla mediocrità e la zona grigia dove abitano rassegnazione e passività agli eventi non viene mai visitata dal ferrarista.
Charles coltiva il coraggio di ribellarsi. Lo ha fatto durante tutto il 2020, quando la “famigerata” SF1000, spinta da un propulsore bolso, non ne voleva proprio sapere di comportasi bene in pista. Continua a farlo nell’attuale campionato, cercando in maniera ostinata, a volte troppa, una vittoria benché il mezzo a disposizione non possieda affatto le qualità per supportarlo nell’impresa.
Gli ostacoli, tuttavia, non si palesano per escluderci da qualcosa. Semplicemente ci offrono la possibilità di mostrare in che misura ci teniamo. Su questo punto l’attaccamento manifesto di Leclerc ai colori dei Cavallino Rampante è davvero forte. Rispettando le premesse logiche, da due anni a questa parte, non dev’essere affatto facile salire a bordo di una monoposto di F1 tutta rossa sapendo che la percentuale di trionfo è pari allo zero.
Eppure Charles lo ha sopportato senza fare troppe storie. Si è arrabbiato è sfogato in diverse occasioni, d’accordo, ma non è mai stato messo in discussione da parte sua l’obbiettivo numero 1: restare in sella alla vettura italiana e laurearsi campione del mondo con la Ferrari. E qui ci avviciniamo al nocciolo dello scritto. Il monegasco è il centro del progetto. Il punto fermo sul quale è stato costruito tutto attorno. Le ipotetiche future glorie tanto agitate verbalmente darne gli ultimi mesi poggiano su una base ben precisa: Leclerc.
Il progetto 2021 sembra molto promettente. Seppur risulti alquanto difficile, o forse sarebbe meglio dire direttamente impossibile, prevedere la collocazione del team modenese all’interno della prossima stagione, scenario regolato da nuove norme e come tale di difficile interpretazione, le informazioni che arrivano dalla GES accendono grosse speranze ipotizzando un contesto vincente.
Auspici dove Charles resta l’apice del triangolo. Il “raccoglitore” di gloria che a Maranello manca oramai da ben tredici stagioni. Quattordici se parliamo di titolo piloti. Ma all’interno di questa bella favola che ruolo possiede Carlos Sainz? La domanda potrebbe apparire banale ma in realtà, a mio modo di vedere, potrebbe nascondere retroscena psicologici interessanti.
Per argomentare la “congettura” torniamo a Mattia. Lo spilungone della Ferrari ha solleticato milioni di tifosi con la reiterazione di un concetto legato alla vettura divenuto presto un tormentone: “si tratta di capire”. Tre paroline, per fortuna, abbandonate a livello mediatico oramai da qualche mese.
Mentre i dubbi sul da farsi legati alla monoposto esistevano e tutt’ora continuino a popolare le menti di piloti, ingegneri e meccanici, come d’altronde è giusto che sia, l’incertezza sull’operato di Charles non è mai stata presa in considerazione. Così come l’assunzione a tempo determinato di Carlos Sainz, pilota molto rapido, con la testa sulle spalle e caratterialmente consono al progetto. Le ultime due comunicazioni radio del Gran Premio degli Stati Uniti, montati nei due audio che potete ascoltare qui sotto, sottolineano la convinzione che Mattia ostenta nei confronti della coppia ferrarista ben assortita da lui fortemente scelta e voluta.
L’ingaggio dell’ex McLaren è stato eseguito con largo anticipo. A discapito della salute mentale del team, la voglia di mettere il mondo intero a conoscenza sui piani futuri della scuderia, ha creato un un contesto scomodo che comprendeva un separato in casa come il 4 volte campione del mondo di F1 Sebastian Vettel. Tagliato fuori dai progetti futuri per l’intero mondiale 2020, costretto a guidare una vettura scarsa con una linea di set up ben precisa: quella scelta dal connubio Leclerc-Ferrari.
Tornando a Carlos, il reclutamento dell’iberico fa parte di un disegno preciso e ben congegnato. A mio modo di vedere la risultante è sempre la medesima ma con una piccola differenza. Si tratta di contribuire alla causa comune: sostenere una squadra che desidera tornare ad essere campione, mettendo però da parte eventuali mire personali. Sembra essere questo il ruolo ritagliato e cucito su misura per il madrileño figlio d’arte.
Tuttavia, per non ostacolare l’anelito di chi nutre un desiderio iridato, benché Ferrari mostri all’esterno un’apparenza di approvazione ed apertura verso tale bramosia iberica, dentro di se pare “condannare” Sainz a semplice osservatore nel caso in cui la possibilità di acciuffare il titolo piloti si palesi davanti alla storica scuderia.
Voi come la pensate?
Foto: Scuderia Ferrari