Verstappen è un grande pilota. Enorme banalità per iniziare uno scritto sulla F1 che tuttavia offre uno spunto di riflessione interessante in relazione alla relazione di Max con l’avversario Mercedes, quattordici titoli in sette anni, non ancora pago di successi, ma comunque non in grado di togliere il sonno al giovane talento di Hasselt, a quanto pare.
Non è una semplice deduzione. Bensì trattasi del resoconto stringato sulle ultime dichiarazioni rilasciate ieri sul prossimo futuro. Difficilmente interessanti, questa volta le parole profuse durante il giovedì pre weekend vanno necessariamente attenzionate. L’incontro con il pensiero dell’olandese rispecchia il carattere di un individuo certo dei propri mezzi.
Tale stato mentale nasce da un consapevolezza intrinseca che sfugge alla vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni. Punta diretto al fulcro del discorso e lo centra senza troppi andirivieni. La presa di coscienza sull’estremo valore delle Frecce Nere in F1 è oramai nota. Così come il riconoscimento riguardante il massimo sforzo profuso dal team di Milton Keynes per innalzare la RB16B a livelli davvero impensabili, sufficienti per sfidare a tu per tu sua maestà sette titoli iridati Lewis Hamilton.
Ancora sei le occasioni per accumulare punti utili alla disputa in un contesto che, secondo l’opinione di Verstappen, malgrado difficilmente vedrà stravolgimenti competitivi, offre la possibilità di effettuare un ulteriore salto prestazionale legato allo studio diretto sulla capacità dell’avversario di massimizzare le caratteristiche della propria vettura. Arma letale agitata con successo dai tecnici di Brackley durante diversi appuntamenti stagionali, capace di creare un piccolo solco prestazionale sufficiente a tenere dietro, in determinate occasioni, la scatenata e affamata di trionfi numero 33.
Nello spazio temporale occupato dalla massima categoria del motorsport gli elementi che ne compongo il progetto sembrano oramai intersecarsi alla perfezione, tanto che si è venuta a realizzare una situazione che attendevamo da tempo in F1: una lotta al vertice che presumibilmente si protrarrà sino al termine del mondiale.
Il tempo che intercorre tra un pensiero e la sua realizzazione si è accorciato sensibilmente e l’esigenza di cogliere ogni benché minima occasione impera. Max lo sa e preferisce spendere le sue energie mentali al volante senza nutrire tattiche psicologiche da fromboliere dialettale. Resta lo spazio per abbracciare un’unica volontà: cercare di raccogliere il proprio destino e laurearsi campione del mondo di F1 alla fine della stagione 2021.
Foto: Mercedes AMG F1 Team – Red Bull Racing Honda