Sette gare. Sette finali. Sette prove senza appello. Il mondiale di F1 2021 volge al termine in un equilibrio tecnico e sportivo che sembra non volersi spezzare mai. Nonostante gli incidenti che hanno coinvolto Lewis Hamilton e Max Verstappen, nonostante le penalità che sono state comminate, alternativamente, ai due. Ogni fattore dovrà essere preso in considerazione in questa tiratissima battaglia. A partire dall’affidabilità dei mezzi a disposizione.
A Sochi, due settimane fa, l’olandese ha installato la quarta power unit sulla sua RB16B. Per bravura e grazie ad una serie di eventi è fortunati (leggasi pioggia strategica) è riuscito a rimontare dall’ultima piazza al secondo posto. Limitando, quindi, i danni nella corsa al titolo. Ora potrebbe toccare al britannico la sorte dello scomodo cambio di propulsore.
Nelle scorse settimane, Stefano Domenicali ha comunicato l’introduzione del GP dell’Arabia Saudita sul nuovo tracciato di Jeddah. Gli appuntamenti in calendario, pertanto, saliranno a 22. Una situazione che genera la necessità di pensare, da parte della Mercedes, di utilizzare una nuova power unit sulla vettura di Hamilton. L’attuale unità motrice, installata in Belgio in occasione del GP fantasma, ha tre gare sulle spalle: Zandvoort, Monza e Sochi. Troppo per pensare di disputarne altre sette. Nessun motore di qualsiasi casa è durato più di sei gare consecutive. Medesima sorte dovrebbe capitare alla Freccia Nera numero 44.
Nell’ultimo terzo del mondiale Max Verstappen potrebbe vantare una posizione privilegiata. Sotto questo aspetto in casa Mercedes le capacità di amministrare i motori a disposizione sarà decisiva. L’attuale pool di power unit dell’olandese dal quale attingere prevede tre unità infatti, delle quali una fresca recentemente montata in Russia. Se il giovane talento di Hasselt sarà in grado di gestire la situazione grazie alle consuete rotazioni, il condizionale è d’obbligo, potrebbe battere il record e superare le 6 gare di vita utile per un singola unità.
Cosa sulla quale Hamilton non può contare. Nella seconda sessione di prove libere del Gp d’Olanda, difatti, il sette volte iridato si è fermato per un guasto al V6 di Brixworth. Si trattava del motore numero uno. Poco più di un muletto, ma comunque utile per evitare di stressare l’unità 2 e l’unità 3. Che, da sole, dovrebbero garantire l’arrivo al termine del campionato. Prospettiva molto ottimistica.
La verità è che in Mercedes sono seriamente preoccupati. Molti hanno ritenuto i cambi di power unit alla vettura di Valtteri Bottas come delle mosse strategiche atte a marcare da presso Verstappen. Operazione, tra l’altro, miseramente fallita. Si è invece insinuato il dubbio che qualche defaillance tecnica si sia effettivamente verificata sulle unità prodotte in quel di Brixworth.
La monoposto n°77 ha scontato la prima sostituzione a Monza. All’inizio si riteneva fosse un cambio tattico. Ma, dopo le libere del venerdì, sono state diagnosticate effettive problematiche. Poiché non c’era più tempo sufficiente per una riparazione fino alle qualifiche, l’intera unità di potenza è stata cambiata.
In Russia è arrivata la seconda penalità. Stavolta di 15 posizioni in griglia perché il reparto powetrains Mercedes ha dato indicazione di cambiare solo il motore a combustione (ICE), l’MGU-H e il turbocompressore. Una sostituzione tattica? Forse. Ma non è certo. È difficile dire cosa abbia fatto davvero Mercedes sulle coste del Mar Nero. Una cosa è certa ed è registrata: i problemi sulle PU della Stella a Tre Punte ci sono stati.
La conferma arriva dai team clienti. C’è stata un’avaria al motore di Sebastian Vettel nelle libere di Zandvoort. Nicholas Latifi, sulla Williams, ha già scontato un arretramento da sostituzione in Russia. La McLaren ha dovuto cambiare il propulsore di Daniel Ricciardo a Sochi, tra la tra FP1 ed FP2. Campanelli d’allarme che sono risuonati rumorosi. Segnali che indicano che Hamilton, con ogni probabilità, andrà incontro al suo destino. Ma quando?
Lewis, sin qua, ha utilizzato un motore ogni sei gare. Se si segue questo trend la nuova power unit dovrebbe arrivare negli Stati Uniti, ad Austin, per la diciottesima tappa del mondiale 2021. Ma, forse, il round messicano, dove a spaventare è l’altura e la relativa rarefazione dell’aria, sarebbe il palcoscenico ideale per la sostituzione e l’arretramento in griglia. Questo tracciato, infatti, è dotato di lunghi rettilinei, cosa che potrebbe agevolare il recupero. Specie se si può spremere un sei cilindri turbo-ibrido fresco di fabbrica.
La situazione non è di facile lettura, ecco perché al momento non c’è una strategia definita. Hamilton corre il rischio di vedere Verstappen scapare via in classifica se sostituisse nel momento meno idoneo il motore. Che fare? Agire subito o temporeggiare? Bel dilemma. Aspettare l’ultimo momento per perdere punti sull’olandese potrebbe essere rischioso.
Tutto, quindi, ruota intorno al prossimo GP di Turchia. Se il britannico riuscisse ad ottenere un vantaggio dopo Istanbul, potrebbe seriamente considerare di operare lo switch in Messico. Brasile, che come il Messico favorisce i sorpassi, potrebbe arrivare troppo in là nel calendario.
In questo calderone di variabili dobbiamo anche inserire il meteo. Alcune decisioni, come capitato a Sochi con Bottas, potrebbero esser prese all’ultimo istante. Addirittura la domenica mattina. Ancora, una prestazione sotto tono di Max Verstappen nelle qualifiche, potrebbe indurre la Mercedes a cambiare idea all’ultimo momento. Ecco che l’opzione Istanbul torna in auge.
Toto Wolff ne è consapevole. Ecco perché ha riferito che a Brixworth stanno osservando ed analizzando i parametri vitali delle power unit a disposizione del campione del mondo in carica. I tecnici sono alla ricerca della certezza di non rischiare sul frangente dell’affidabilità. Un cambio di motore turbo-ibrido, nella visione strategica di Mercedes, comporta un handicap in parte recuperabile con una buona gara. Un ritiro, di converso, rappresenterebbe un duro colpo per la classifica generale. Quindi il quarto motore è attualmente una possibilità. Come si diceva poc’anzi, bisogna solo capire dove può essere utile procedere con la sostituzione.
Mercedes si attacca ad una piccola speranza statistica per risentire in misura minora del contraccolpo. Nessun team ha disputato più di sei gare con un singolo propulsore. Mancando sette GP al termine e, avendo Verstappen usato il nuovo V6 per una gara, potrebbe succedere che Red Bull, clamorosamente, debba ricorrere ad una quinta unità motrice. a Sakura si baseranno sull’andamento dei prossimi GP. Se non troppo pressato, l’olandese potrebbe risparmiarsi nella guida in modo da allungare la vita all’unità denominata RA621H. Questa la speranza Red Bull che, in ogni caso, ha ha disposizione tre motori per le sue rotazioni. Salvo stravolgimenti, quindi, “Super Max” potrebbe essere salvo.
Foto: Mercedes AMG F1 Team – Red Bull Racing Honda