L’ultimo weekend di F1 sul circuito di José Carlos Pace sito ad Interlagos in Brasile ha creato un nuovo braccio di ferro sulle ali posteriori montate da Mercedes e Red Bull. Venerdì al termine delle prove ufficiali, i tecnici della FIA, sotto richiesta del team di Milton Keynes, supervisionano l’ala posteriore di Lewis Hamilton e riscontrano un’irregolarità.
Un difetto/errore di montaggio ha portato l’ala mobile a superare l’apertura massima consentita da regolamento di 2 decimi di millimetro e questo ha costretto i commissari a procedere con la squalifica mettendo il pilota della W12 N.44 nelle condizioni di dover scattare dal fondo della griglia della sprint qualifying.
A Gp terminato, e a rimonta completata da parte del sette volte campione britannico, Toto Wolff torna ad affilare le armi lamentando una sorta di disparità di trattamento riservato dalla Federazione nei confronti delle squadre in lotta per il titolo mondiale. Il manager austriaco mette in evidenza il fatto che in Red Bull siano consoni ormai da 2/3 Gp a questa parte attuare delle modifiche alla loro ala posteriore in regime di parco chiuso.
Azioni che la Federazione ha sempre approvato per ragioni di sicurezza. Un comportamento inspiegabile per Wolff: era la prima volta che Mercedes registrava un problema simile e non si comprendono appieno le ragioni per cui non gli sia stato permesso di intervenire così da mettersi in regola per la sprint race. Oltretutto perché si trattava di un difetto e non di un’irregolarità intrinseca alla specifica…
Le sue parole non hanno impiegato molto a giungere alle grandi orecchie della FIA con il direttore di gara che ha subito pensato di mettere in chiaro alcuni aspetti. Prima di tutto va detto che all’inizio di ogni weekend di gara, è premura di Jo Bauer (delegato tecnico della Federazione) rendere note a tutte le squadre, attraverso un dettagliato rapporto, ciò che può essere modificato o sostituito in regime di parco chiuso.
Normalmente i commissari ricevono molte richieste conformi al regolamento nella notte tra sabato e domenica, ma questa volta, con in parc fermé istituito sin dal venerdì a causa del format della sprint qualifying, ve ne sono state molte di più. Masi ci tiene a sottolineare che è premura della FIA considerare ogni singola richiesta allo stesso modo. Ogni situazione è diversa dall’altra e ci sono vari aspetti da tenere in considerazione. Il direttore di gara non vede alcuna incoerenza in questo.
Chiarito tutto, il dirigente sportivo non sembra molto interessato a prendere parte al siparietto creato dai team principal rivali. Si stanno contendendo il primato in entrambi i campionati del mondo e secondo l’australiano assistere a questi scambi di battute verbali tra i due fa parte della sfida. Proprio come i piloti cercano di fare tutto il possibile per battere l’avversario in pista, i tecnici e i manager attingono a tutto ciò che possono per cercare di ottenere un vantaggio anche quando i motori sono fermi all’interno dei loro garage.
Un atteggiamento del tutto comprensibile. Soprattutto nel caso di Wolff. Quando si è vittime di una penalità, conclude Masi, ci si sente come se tutto il mondo sia contro di te e credi di aver subito un trattamento ingiusto. Quindi, ricevere delle critiche riguardo il proprio operato, fa parte del gioco.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno – Mercedes AMG F1 Team