F1.Accade spesso che i programmi televisivi investigativi, chiamiamoli così, programmi che, secondo gli “strilloni”, dovrebbero svelare le malefatte dei potenti, non centrino l’obiettivo, partendo magari da una tesi e montando il servizio o il programma per suffragare tale tesi. Con un’operazione spesso intellettualmente non onesta. E accade che quello che doveva essere un colpo d’artiglieria pesante, si risolva spesso ad un petardino. E pure mezzo avariato. E veniamo allora alla recente mini inchiesta di Report, relativa a Ferrari e i contratti dei suoi piloti (e non solo di quelli impegnati in F1).
Nel programma Emilio De Santis, commercialista avvezzo al mondo della F1, ha spiegato come avviene il pagamento degli emolumenti dei piloti: “I compensi degli sportivi sono tassati esclusivamente nel luogo dove avviene la manifestazione alla quale partecipano. Se c’è un compenso generale che prevede la partecipazione all’evento, ad esempio il GP d’Italia, per la quota parte di questa presenza sono tassati in Italia”.
I piloti di F1 sono considerati lavoratori autonomi. I versamenti fiscali sono fatti dalle squadre a cui appartengono, che risultano come loro committenti e agiscono come sostituto d’imposta, trattenendo la parte dovuta. De Santis ha poi raccontato che “alcune scuderie italiane” avrebbero l’abitudine di utilizzare società esterne per pagare i propri piloti, svicolando così dalla ritenuta.
De Santis non si spinge oltre ma, naturalmente in modo del tutto casuale, un ingrandimento di uno dei fogli che ha in mano, certamente fatto all’insaputa del commercialista, mostra appunto la GSA (Gestions Sportives Automobiles) società svizzera che, per conto di Ferrari, si occupa proprio di questi contratti. Come hanno potuto verificare i valenti collaboratori di Report, andando in Svizzera, è una scatola vuota.
Nello stabile che corrisponde all’indirizzo della fumosa GSA (e dove si trovano molte altre aziende) c’è una stanza, affittata regolarmente, una targhetta, ma nessuno che sia presente al suo interno. E, cosa più curiosa, GSA è in tutto e per tutto una controllata Ferrari.Non poteva mancare la fonte anonima con video sfocato e voce modificata, in pieno stile inchieste USA, un consulente che ha spiegato che alcuni contratti secretati sia della Ferrari che dell’Alfa Romeo transitano proprio per la GSA, che inviava a questo consulente le certificazioni delle imposte pagate nei luoghi delle gare.
A Monza però l’eccezione, con GSA che avrebbe confermato all’intermediario il mancato pagamento di tale ritenuta in Italia. Cosa però assolutamente legale secondo il consulente mascherato, poiché chi ha la propria sede all’estero non ha nessun obbligo di versare la ritenuta al fisco italiano.
E’ ovvio che avere una società in Svizzera relativa alla F1 porta un’evidente convenienza fiscale, essendo il cuneo contributivo italiano maggiore di quello elvetico. Le aziende possono infatti pagare il 5% sul reddito d’impresa, invece del 24% nostrano. Alla fine della puntata Report riporta correttamente la dichiarazione di Ferrari: “GSA è in liquidazione. Gestiva i rapporti con i piloti di diverse categorie, garantendo l’equilibrio economico con i ricavi commerciali correlati.
GSA era stata costituita in Svizzera, perché è la patria delle più grandi federazioni sportive come FIFA, Uefa e FIA. E risultava anche la piazza più organizzata per la presenza di professionisti a tutelare i diritti dei professionisti dello sport. GSA ha ottemperato a tutti gli obblighi fiscali nei paesi che ospitavano i GP (quello d’Italia incluso)”. Allo stato attuale è dunque il team di Maranello a gestire direttamente i contratti dei propri piloti.
Alla fine, stringi stringi, a Report non è rimasto nulla in mano. E la montagna ha partorito il proverbiale… topolino.
Foto: Scuderia Ferrari