Un po’ troppa confusione in casa Ferrari nella prima giornata del diciottesimo round del mondiale di F1 2021. L’assetto studiato con le gambe sotto il tavolo non ha convinto più di tanto e di conseguenza la ricerca della corretta messa a punto ha occupato le menti dei tecnici di Maranello per entrambe le sessioni. Seppure i tentativi di migliorare le cose non siano andati a buon fine, hanno comunque dato le corrette indicazioni per sprigionare tutto il potenziale dell’auto. Come ha sottolineato il direttore sportivo della Rossa, il francese Laurent Mekies, il team del Cavallino Rampante ha tutte le carte in regola (leggi qui le sue parole) per sistemare al meglio la vettura e massimizzare il weekend.
Ne abbiamo parlato giusto ieri su FUnoAnalisiTecnica. I due ferraristi, sebbene per l’opinione generale possano sembrare molto differenti al volante della Rossa, in realtà si assomigliano (clicca qui per leggere l’analisi sull’handling) molto di più di quanto possiamo pensare. Certo è che in alcune pratiche si diversificano. Prendendo in esame la telemetria relativa alla Speed sul giro push delle Fp2, le discrepanze nei primi due settori sono da imputare alle mescole e in parte al propulsore.
La numero 55 ha girato sì con la parte ibrida aggiornata, ma montata sulla vecchia specifica. Mentre Charles ha utilizzato l’ultima versione di PU introdotta in Russia. In tal senso si nota una diversità anche per via dell’utilizzo di un’altra mappatura sull’ERS da parte di Carlos. Grazie alla traccia relativa alla prima retta del circuito, in pratica, la vettura di Leclerc gode di un’accelerazione migliore ma poi, verso la fine dell’allungo soffre di un leggero clipping.
L’ulteriore considerazione va fatta sul set-up delle due F1 rosse in base alla scelta dello spagnolo di avere una spinta verticale superiore al retrotreno. Elemento che secondo le informazioni che lo stesso Sainz ha profuso in radio ha dato vita ad un bilanciamento dell’auto non proprio perfetto. Da qui i vari cambi sull’anteriore per cercare di equilibrare le cose che purtroppo non hanno comunque generato i vantaggi sperati.
Sappiamo perfettamente come un retrotreno più scarico non spaventi affatto l’ex Alfa Romeo e al contrario, in vari contesti, sia quasi diventato un marchio di fabbrica del ferrarista, capace di gestire la sua SF21 alla perfezione nonostante qualche punto di downforce in meno. Tuttavia, al termine della seconda sessione, il commento sull’handling di Leclerc, “Nelle curve veloci la vettura è davvero instabile”, con ogni probabilità darà vita nelle Fp3 ad un ulteriore cambio sul setting.
Prendendo in esame lo stile di guida, invece, dobbiamo senz’altro notare gli approcci diversi nel terzo settore. Benché a livello cronometrico il gap tra i due resti contenuto (60 millesimi a favore dello spagnolo), l’utilizzo della trasmissione varia in maniera vistosa. Considerando il T3 come zona della pista dove la capacità di trazionare e ruotare agilmente l’auto risultano l’arma vincente per ottenere riscontri interessanti, possiamo constatare le differenti tecniche lato cambiate.
A differenza di quanto spesso succede, nell’ultima parte del tracciato messicano è il madrileño Carlos Sainz a prediligere una monoposto molto più reattiva. Lo si evince dall’utilizzo di marce più basse nel tratto misto che va dalla 12 alla 16, elemento che viene ricalcato attraverso il medesimo atteggiamento del qual l’iberico si avvale in anche in curva 6.
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Telemetrie: Luca Bettiol – @BettiolLuca