F1. Ora la Red Bull ha paura. Helmut Marko è spaventato e infervorato, il più mite Chris Horner intimorito e tormentato dai dubbi. Persino l’algido Verstappen appare preoccupato dalle recenti prestazioni Mercedes. Il mondiale 2021, che pareva aver preso la strada di Milton Keynes, sta pericolosamente virando in direzione della stella a tre punte. Merito dell’innegabile talento di Hamilton, ma anche e soprattutto della corazzata anglo-tedesca, mai doma e sempre capace di rialzarsi.
All’olandese ora resta il duro compito di proteggere la prima posizione, ma soprattutto di arginare la strabordante rimonta del sette volte campione. Una missione ardua, se non quasi impossibile. Il confronto è titanico, la battaglia è serrata. I due piloti sono pronti a tutto, incluso il duello all’arma bianca, come testimonia la strenua difesa di Max, ai limiti del consentito. La Red Bull vacilla, come una fiamma in procinto di spegnersi, alimentata solo dall’ardore della contesa e dalla caparbietà di Verstappen.
Ma Hamilton è incommensurabile e non conosce posa: perfetto come sempre, audace come non mai. Lewis è l’antieroe divenuto eroe combattendo il pregiudizio che da sempre adombra le gesta dei vincenti: perché la sua grandezza ormai trascende quella di Mercedes. Lewis è leggenda, va oltre il mezzo, al di sopra dei luoghi comuni, diretto verso l’appuntamento con la storia.
In Red Bull quindi è già tempo di leccarsi le ferite? Forse non ancora, poiché sarebbe prematuro con tre gare ancora da disputare. Eppure la cautela è d’obbligo quando le speranze iniziano a sgretolarsi e le evidenze riportano a terra. Troppo tardi per correre ai ripari, dunque si può solo tentare la carta del sospetto. Poiché, grandezza di Lewis a parte, Mercedes è sembrata assurdamente veloce.
Horner vuole capire da dove arrivi questa incredibile prestazione che, anche a detta di alcuni piloti – Alonso su tutti – è apparsa esageratamente fuori dall’ordinario. Marko non molla la presa ed è intenzionato a investigare più a fondo, chiedendo chiarimenti direttamente alla FIA, se necessario. Ma su quali elementi vorrebbe fare chiarezza Red Bull? Principalmente, come noto, sulla questione motore, ma anche su un particolare sistema che sembrerebbe abbassare la vettura in rettilineo, apportando un significativo incremento della velocità.
In secondo luogo vi sarebbe da verificare una presunta anomalia riguardante lo sterzo. Le immagini on board dell’abitacolo di Hamilton mostrano uno strano movimento del volante, che pare arretrare in fase di frenata. La cosa è curiosa, in quanto il famigerato DAS è stato bandito da questa stagione e, sul sistema di sterzo omologato, non si possono effettuare modifiche.
Helmut Marko, in ogni caso, ammette che un’eventuale protesta sarà presentata esclusivamente nel caso in cui Red Bull possa disporre di prove tangibili contro la presunta irregolarità Mercedes. I sospetti avanzati nel corso del week end brasiliano (per approfondire leggi qui) si fanno ora più intensi, specie dopo la prestazione sbalorditiva della vettura numero 44. Qualcosa di mai visto prima, se comparato alle altre monoposto, qualcosa che genera stupore, ma soprattutto fomenta ipotesi di illegalità.
Quello che Marko definisce, senza troppi giri di parole, ‘un razzo motore‘, preoccupa enormemente i bibitari. La velocità spropositata, impossibile da contenere, lascia spazio a teorie complottiste. E, ora che il distacco si sta assottigliando, a Milton Keynes non si dormono sonni tranquilli. Il trittico saudita parrebbe sorridere a Mercedes, che, non paga della superiorità ritrovata, fa la voce grossa anche nei confronti della mancata penalità nei confronti di Verstappen, reo di aver forzato Hamilton fuori pista, traendone (momentaneo) vantaggio.
La compagine anglo-tedesca mostra i pugni e sbraita, convinta che la miglior difesa sia l’attacco, su tutti i fronti. La manovra dell’olandese, in effetti, è stata poco pulita, figlia di un disperato tentativo di contenimento. Una sorta di lotta per la sopravvivenza. A mio avviso però la questione avrebbe dovuto essere approfondita in gara, poiché le decisioni a posteriori hanno sempre un retrogusto di fiele e non fanno altro che fomentare l’astio tra le due fazioni.
Certo è che una penalità nei confronti di Max, a questo punto, rappresenterebbe una condanna capitale, a maggior ragione se, come teme Marko, la supremazia Mercedes venisse confermata nei tre appuntamenti restanti. Il titolo, così ammiccante e vicino in alcune fasi del campionato, appare per Red Bull una sorta di chimera ora che il Re Nero ha preso il largo, e quei 14 punti di distacco da colmare sembrano una pura formalità. Adesso è tutto nelle mani del fato e nel piede dei piloti. O, forse, anche tra le pieghe di un regolamento che, ci auguriamo, non debba falsare il mondiale più avvincente dell’era turbo-ibrida.
Foto: Red Bull Racing Honda – F1