F1 – La fine del campionato 2021 coinciderà con il commiato dalla Formula Uno della Honda. Se si tratterà di un arrivederci lo sapremo solo negli anni a venire. La Grande H, difatti, non è nuova ad inattesi ritorni e a clamorosi abbandoni. Come quello che, appunto, si consumerà tra meno di un mese. Le competenze e parte delle attrezzature del motorista nipponico continueranno a vivere nel nascente reparto powertrains che la Red Bull sta approntando a Milton Keynes dopo che Dieter Mateschitz ha deciso di rompere gli indugi stabilendo di affrancarsi da forniture esterne per crearsi in casa i propulsori da montare sulle vetture del team di punta e su quelle della controllata Alpha Tauri.
Honda non vuole offrire solo un lascito tecnico alla categoria. I tecnici nipponici sono persuasi di poter uscire dalla porta principale con gli ornamenti che si riservano ai vincitori. Perché l’obiettivo più o meno dichiarato degli uomini di Toyoharu Tanabe, Direttore Tecnico F1 Honda, è quello di portare a casa entrambe le corone dall’oro. E per farlo serve uno sforzo, un’ulteriore piccolo grande passo per tenere testa – e a bada – una Mercedes che d’un tratto ha ripreso a fare la voce grossa per non abdicare nell’ultimo anno che prelude ad una rivoluzione tecnica pressoché completa.
Il costruttore nipponico ha pianificato, insieme alla Red Bull, una strategia mirata alla conservazione. Dopo aver introdotto, in Russia, la quarta power unit completa imponendo a Max Verstappen l’arretramento all’ultima piazza della griglia di partenza (poi brillantemente superato), gli ingegneri di Sakura hanno preso a gestire il materiale per consentire ad esso di arrivare in tutta sicurezza a fine anno senza affrontare un sensibile e deleterio calo di potenza.
Tanabe è conscio che i rivali del reparto powertrains di Brixworth abbiano fatto un ottimo lavoro nelle ultime apparizioni, ma non perde la fiducia nella sua equipe e nella capacità di tenere botta del proprio V6 turbo-ibrido: “Abbiamo due gare da disputare. La prima sarà in Arabia Saudita. L’altra, la settimana successiva, ad Abu Dhabi. Dobbiamo assicurarci di guardare indietro a ciò che abbiamo fatto quest’anno e a ciò che possiamo ancora fare negli ultimi due Gran Premi. C’è molto lavoro da fare“.
In questo momento della stagione la Mercedes sembrava avere un vantaggio abbastanza deciso in termini di sfruttamento della potenza nell’arco dell’intero GP. La gara brasiliana, laddove Hamilton ha montato il quinto ICE stagionale, lo ha raccontato in maniera piuttosto perentoria. A tratti la prestazione del campione del mondo in carica è stata spaventosa. Ma, nonostante ciò, da Sakura professano calma.
“Le caratteristiche del circuito – ha spiegato il tecnico nipponico – hanno un grande effetto sulla velocità in rettilineo, ma la nostra sensazione è che al Losail International Circuit non ci fosse più una così grande differenza tra Mercedes e Honda“. Lavoreremo con il team per ottenere il massimo dal nostro motore e assicurarci di essere preparati in modo ottimale per gli ultimi due circuiti“.
Va però sottolineato che in Qatar la vettura n°44 non era equipaggiata col propulsore paulista. Era infatti dotata della power unit introdotta in Turchia che, a Losail, ha completato la quarta gara totale. Domenica prossima, pertanto, farà nuovamente capolino quell’internal combustion engine che ha mostrato una sfacciata pinguedine di cavalli.
Quindi le carte in tavola saranno diverse rispetto a quelle osservate in Qatar. Questa evidenza dovrà essere affrontata dalla Honda e dalla Red Bull che dovranno rispondere come pacchetto macchina-propulsore ultra ottimizzato: “Dipende tutto dalla combinazione di telaio e motore, dall’intero blocco – ha riferito il Direttore Tecnico di Honda F1 – Come motorista dobbiamo iniziare a pensare a ciò che è possibile fare, piuttosto che limitarci ad adeguarci all’inerzia delle ultime gare. È quello che faremo nei rimanti appuntamenti“.
Naturalmente, in casa Mercedes, non ci si culla sugli allori. Nel costruttori, a causa dello sfortunato week end qatariota di Valtteri Bottas, la situazione si è complicata pur rimanendo intatto un piccolo margine di vantaggio. Nella graduatoria piloti il distacco è di otto punti. Non pochi se si considera la regolarità di Verstappen e la rimanente posta in palio. Ma la tendenza verificatasi recentemente è stata un’iniezione di fiducia per gli uomini di Brackley che a questo punto credo nell’impresa.
Il direttore tecnico di pista della Mercedes, Andrew Shovlin, non cela l’ottimismo sorto dopo la doppietta Brasile-Qatar che ha dato nuovo slancio ai desideri iridati di Lewis Hamilton che ha sciorinato prestazioni che alimentano la fiducia in tutto il team anglo-tedesco: “Penso che il Brasile sia stata la migliore gara in cui l’abbiamo mai visto correre. In qualifica è stato incredibile se pensi a quanto ci è stata vicina la Red Bull sinora. Lewis ha avuto la gara sotto controllo dall’inizio alla fine, quindi in realtà non ha dovuto lavorare così duramente come pensavamo avrebbe dovuto“.
Questo aspetto non è di secondo piano quando si pensa che il V6 della Stella a Tre Punte conosce uno scadimento prestazionale se stressato oltremodo. Un’evidenza sottolineata da Helmut Marko che spera che “l’ICE paulista” possa iniziare a percorrere quella parabola prestazionale discendente che rimetterebbe Honda prepotentemente in gioco. A poco meno di 700 km alla fine delle ostilità sportive i propulsori e la loro gestione sono quanto mai al centro della sfida. Quasi ad essere loro i protagonisti di questo ultimo scorcio di campionato e non i due piloti che hanno scritto pagine rimarchevoli di F1.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1, Red Bull Racing