F1 e gli on board, una pratica attraverso la quale durante le ultime stagioni abbiamo imparato molto. Seguire una sessione a bordo di una vettura della massima categoria del motorsport cambia radicalmente il concetto di “assimilazione”. Ospiti sulla monoposto, infatti, si ha la possibilità di esaminare l’handling del pilota e scoprire così il comportamento della vettura nei minimi dettagli. Capire come viene costruito un assetto durante le prove libere è pertanto possibile, così come lo è analizzare i differenti approcci che i team utilizzano nell’arco del fine settimana.
Ovviamente tale scenario include le comunicazioni radio, attraverso le quali ingegnere e pilota commentano la performance e allo stesso tempo scambiano informazioni private che, una volta decifrate, possono mettere al corrente su strategie e intenzioni che la squadra “spiata” in questione utilizza. Il sostantivo femminile tra virgolette della precedente frase spiega alla perfezione la grande possibilità offerta dall’odierna tecnologia. Opportunità che difficilmente i tecnici dei team di F1 si fanno sfuggire.
Come sappiamo, oltre al quantitativo di personale utilizzato in pista, una scuderia di F1 si avvale di parecchie risorse in remoto ubicate direttamente all’interno delle Factory. Gruppi di lavoro che seguono live tutte le sessioni e possono incidere in maniera importante sulle decisioni da prendere in pista attraverso i dati in possesso. Lo scopo è quello di massimizzare i risultati grazie ad una visone lontana dallo stress agonistico.
Spesso a migliaia di chilometri dalla vera e propria azione, quella che possiamo definire “Race Support Room” studia la miriade di dati raccolta dai sensori collocati sulle vetture che vengono poi analizzati in tempo reale. Lo scopo è quello di fornire feedback immediati per agevolare il lavoro svolto in pista. Per di più, oltre alla mera gestione dei “propri affari”, i competitor diretti e non vengono attenzionati in maniera continua. Inoltre, il cervello in remoto della squadra è amministrato da diversi computer che lavorano anche durante le ore notturne quando la “parte umana” del team riposa.
Recentemente, dopo una visita del tabloid britannico The Sun durante il Gran Premio degli Stati Uniti alla fabbrica Mercedes, il direttore della sala di appoggio Dominique Riefstahl ha svelato come la scuderia di Brackley si avvalga di una mano d’opera extra e gratuita. Parliamo di studenti che si offrono volontari per monitorare i 20 feed video relativi agli on board dei piloti e allo stesso tempo trascrivono le comunicazioni radio, come conferma l’ingegnere senior di strategia Joseph McMillan.
Inutile sottolineare come i vantaggi di questa collaborazione siano molteplici. Lo stesso sette volte campione del mondo Lewis Hamilton ha recentemente sottolineato il grande sforzo profuso dalla RSR (Race Support Room), capace di realizzare simulazioni che offrono risposte alle domande irrisolte prodotte dalla pista e di conseguenza indirizzano i tecnici verso le scelte più adeguate. D’altronde, in uno sport come la F1 dove i fattori capaci di marcare la differenza sono davvero innumerevoli, poter “sbirciare” alla perfezione il lavoro altrui sembra essere più che un dettaglio…
Foto: Mercedes AMG F1 Team