F1.Red Bull o Mercedes? Max Verstappen o Lewis Hamilton? I verdetti dei mondiali costruttori e piloti sono ancora da scrivere rimanendo sospesi in un equilibrio totale che si è manifestato sin dall’inizio di questo straordinario mondiale di F1. Le ultime due gare hanno però raccontato un’evidenza diversa. Ossia quella che ha rimesso la W12, sul fronte prestazionale, in cima al plotone delle vetture presenti in griglia.
Per lunghi mesi la creatura di James Allison ha sofferto rispetto ad una RB16B parsa generalmente più adattiva e maggiormente efficace nelle più disparate condizioni ambientali e tecniche. Poi lo scatto tecnico degli anglo-tedeschi arrivato grazie ad una gestione aggressiva delle power unit (leggi qui per approfondire) e per una maggiore comprensione globale di una monoposto apparsa capricciosa sin dal primo giorno di test invernali.
L’inerzia, così hanno raccontato i gran premi del Brasile e del Qatar, pare essersi dunque spostata verso Brackley. Una situazione che i rivali di Milton Keynes hanno registrato e che temono possa reiterarsi anche a Jeddah, dove tra otto giorni si disputerà l’inedito GP dell’Arabia Saudita. Di questo parere è Chirs Horner che vede Hamilton e la sua Freccia Nera favoriti per la vittoria: “La prossima pista dovrebbe favorire la Mercedes. Abu Dhabi, con le modifiche recentemente effettuate rappresenta un’incognita“.
Chiaramente un ruolo decisivo sarà giocato dalle power unit. Hamilton, che a Losail ha montato il propulsore usato in Messico, potrà contare nuovamente su quel V6 che in Brasile ha strabiliato tutti per potenza e prestazioni. Il britannico, a San Paolo, ha dovuto pagare pegno di cinque posizioni in griglia per ottenere l’extrapower che, alla distanza, ha fatto la differenza.
Una situazione che ha fatto storcere il naso a Max Vertappen che è rimasto spiazzato dal piano strategico approntato dagli uomini della Stella a Tre Punte: “Qualcosa deve essere cambiato – ha riferito l’olandese – Al quarto motore si viene arretrati di dieci posizioni in griglia, per tutte le altre volte si scala di cinque: penso sia un po’ illogico. Se si continua a prendere penalità per il cambio di motore, si dovrebbe scontare un uguale numero di posizioni: si sta sempre infrangendo la stessa regola. In Brasile si è visto chiaramente che le altre squadre non hanno avuto alcuna possibilità contro noi e la Mercedes. Per queste macchine una penalità di cinque posizioni non è un grosso problema“.
Illogico. Questo, dunque, il termine con cui il leader del mondiale ha bollato le penalità attribuite ad un pilota all’aumentare delle sostituzioni della power unit. Per l’olandese queste sanzioni dovrebbero essere sempre uguali e non diminuire con l’incrementarsi dei cambi effettuati sulla vettura. Specie se ad approfittarne sono i top-team che già partono da un’innegabile vantaggio prestazionale.
Intanto arriva anche un’importante notizia da Helmut Marko: il motore Honda, col passare di km percorsi, non perderebbe di prestazione come avviene per i rivali di Mercedes. Per tale motivazione non ci dovrebbero essere problemi per Max a portare a termine la stagione con la power unit montata in Russia (15° appuntamento del campionato mondiale, nda).
“Dal punto di vista della Honda – ha spiegato il super consulente Red Bull – non ci troviamo di fronte ad instabilità a livello di prestazione legate alla freschezza o meno della power unit. La gamma di fluttuazione è entro il mezzo punto percentuale, non come la Mercedes, dove rappresenta quasi il due per cento”.
Queste ultime considerazioni sono l’atollo al quale gli uomini Red Bull si appigliano. Fossero confermate queste sensazioni (al momento di questo possiamo parlare perché dati oggettivi non filtrano da Brixworth) allora la schiacciante superiorità sciorinata dalla W12 ad Interlagos potrebbe di colpo interrompersi su una pista come quella di Jeddah che, dalle simulazioni in possesso dei team, dovrebbe favorire chi è in possesso di power unit particolarmente generose in cavalli.
In Honda, dove stanno lavorando per estrarre ulteriore potenziale nonostante i motori siano effettivamente vicini alla fine del ciclo vitale, sperano che la strategia della continuità senza penalità in griglia possa pagare. Il mondiale si gioca su un filo sottilissimo ed ogni singolo dettaglio potrà essere decisivo nell’assegnazione dei titoli.
Foto: Mercedes AMG F1, Red Bull Racing