Ancora cinque gare e calerà il sipario anche su questa stagione di F1. Un campionato in cui Red Bull e Mercedes hanno dato vita ad un confronto davvero molto ravvicinato. Una sfida che ci si auspica lascerà tutti con il fiato sospeso sino all’ultimo round che si svolgerà il secondo week end di dicembre ad Abu Dhabi.
Malgrado durante gli ultimi weekend ci si poteva aspettare un Hamilton arrembante, capace di riprendersi la testa del mondiale soprattutto dopo la performance sciorinata dalla Mercedes in Turchia, l’appuntamento statunitense ha dato origine ad uno scenario piuttosto inaspettato. Benché i favori del pronostico fossero tutti per il team di Brackely, dal sabato la RB16 numero 33 ha preso la scena e Verstappen è riuscito ad aggiudicarsi pole e vittoria portando a 12 le lunghezze di vantaggio sul rivale britannico.
Il team tedesco, tuttavia, al contrario di quello che si potesse pensare non si è detto certo sorpreso. Che le vetture di Milton Keynes potessero essere in una posizione migliore di quella immaginata ad Austin, lo si era già capito prendendo in esame il rendimento delle monoposto austriache nel rinnovato circuito di Zandvoort. Una pista molto simile per caratteristiche a quella texana secondo le autorevoli parole di Andrew Shovlin, direttore tecnico di Mercedes AMG F1 Team.
Gli ingegneri di Stoccarda erano al corrente che il profilarsi di un contesto similare a quello olandese era un’opzione possibile, consci che la gestione delle mescole relativa al surriscaldamento delle posteriori avrebbe potuto inficiare negativamente se non amministrata a dovere. A Brackley si studia il futuro ma non si fanno schemi relativi alle piste. La consapevolezza che ogni previsione possibile non abbia di fatto alcuna valenza sul lavoro da svolgere, spinge i tecnici della Mercedes a concentrasi unicamente sull’approccio al week end.
Il potenziale delle Frecce Nere è molto alto e solo una messa punto ottimale della vettura sarà in grado di fornire tutti i crismi del caso per battere i rivali al titolo. Gli aspetti primari sono diversi. Sul lato power unit la consapevolezza di dover spremere al massimo i propulsori preoccupa. Tuttavia, il reparto tecnico è convinto che l’unità di potenza tedesca non abbia nulla da invidiare a quelle nipponica. Nemmeno in Messico e Brasile dove la particolare collocazione dei tracciato influisce sul rendimento dei motori. L’affidabilità, mai come in questo 2021, reciterà un ruolo primario nella lotta al titolo e l’attenzione su questo aspetto è massima a Brixworth.
Ulteriore fattore di stretto interesse sul quale Mercedes ha lavorato parecchio durante gli ultimi giorni riguarda la capacità di centrare la corretta messa a punto dell’auto, elemento che in diverse occasioni ha giocato parecchio a sfavore. Il progetto tecnico delle W12 ha senza dubbio subito un duro colpo dal “piccolo cambio” sulle norme relative al fondo scalinato. Il pacchetto aerodinamico di Silverstone (leggi qui i dettagli tecnici), infatti, ha risolto solo in parte il comportamento scorbutico che a tratti continua a palesarsi e limitare il rendimento delle monoposto ex grigie.
Ecco perchè la capacità di “settare” al meglio le W12 che, fatti alla mano, sembrano avere una finestra di set up più ridotta rispetto a Red Bull, risulterà cruciale nella battaglia al titolo. Osservando la F1 dall’esterno spesso si fa l’errore di considerare il titolo piloti come l’unica vera entità, mentre per una scuderia è il mondiale costruttori quello capace di premiare all 100% un gruppo di lavoro. Sotto questo aspetto il vantaggio di 23 lunghezze in classifica racconta il buon lavoro svolto malgrado le problematiche sofferte nel corso della stagione e la dice lunga sulla lungimiranza della scuderia pluricampione del mondo.
Foto: Formula Uno – Mercedes